Ansel Adams è stato uno dei fotografi più iconici della storia. La sua celebre tecnica del sistema zonale gli ha permesso di catturare, attraverso la sua fotografia, i forti contrasti fra le zone chiare e le zone scure dei paesaggi che amava tanto scattare.

Non c’è niente di peggio di un’immagine nitida di un concetto sfuocato. (Ansel Adams)
Prefazione all’articolo su Ansel Adams
Parto volontariamente da una citazione dello stesso Ansel Adams, che racchiude in sé molti dei valori di questo grande fotografo. Voglio partire con questo incipit poiché non si diventa uno dei fotografi più iconici della storia per caso. Dietro ogni scatto, dietro la macchina fotografica (o un banco ottico, come nel caso di Adams) si racchiudono idee, concetti ed emozioni profondissimi.
No, non si tratta esclusivamente di un esercizio di stile nello scattare una “buona foto”.
Ma cosa ha reso grande questo fotografo di inzio ‘900? Partiamo con qualche cenno storico su questo grande fotografo per contestualizzare il periodo storico in cui ha operato.

La vita di Ansel Adams
Ansel Adams nasce a San Francisco nel 1902, unico figlio di Charles Hitchcock Adams, un ricco uomo d’affari, e Olive Bray.
Nel 1914 viene colpito dall’influenza spagnola. Ne guarirà, ma nel periodo di degenza sarà è costretto a letto per molto tempo. Suo padre leggerà molti libri per lui, tra cui “In the Heart of the Sierras” scritto a fine ottocento da J.M. Hutchings. Ed è proprio grazie a questo testo che il giovane Adams inizierà a covare il seme che lo renderà uno dei più grandi fotografi della natura.

Nel 1916, all’età di 14 anni, durante una vacanza con la sua famiglia allo Yosemite National Park, gli viene regalata la sua prima macchina fotografica, una Kodak Brownie.
Con questa macchina e con vari scatti (tra cui quello che si vede qui di seguito) Ansel Adams vince il suo primo premio fotografico. La natura e la fotografia saranno da allora legate per sempre alla sua vita.

Il Sierra Club
Adams si legherà molto al concetto di “preservazione” della natura, concetto che lo porterà ad iscriversi, nel 1919, al Sierra Club.
Il Sierra Club è la più antica e grande organizzazione ambientalista degli Stati Uniti. Fu fondata il 28 maggio 1892 a San Francisco, in California, dal naturalista John Muir, che ne divenne il primo presidente. Attualmente vanta centinaia di migliaia di soci sparsi in tutto il territorio degli Stati Uniti.
Nel 1927 sposerà Virginia Best, che sarà la sua compagna di vita, nello stesso anno diventa il fotografo ufficiale del Sierra Club. Un sodalizio, questo, che durerà tutta la vita.

il Gruppo F24
Nel 1932 fonda il gruppo f64 con altri grandi fotografi dell’epoca, fotografi del calibro di John Paul Edwards, Consuelo Kanaga ed Edward Weston.
I membri del gruppo rinnegavano il pittorialismo della fotografia, ovvero la foto che si avvicina al dipinto, per sposare i principi della “straight photography” (fotografia diretta), che ha canoni espressivi propri e che riflette esattamente lo spettacolo della natura.
Nel 1966 fu eletto come membro dell’American Academy of Arts and Sciences. Nel 1980 il presidente Jimmy Carter lo insignì della medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza civile del suo Paese. Carter definì pubblicamente Ansel Adams una “istituzione molto preziosa”. Adams morì nel 1984.

Ma cosa ha reso così grande e così iconico Ansel Adams?
La sua fotografia è indiscutibilmente caratterizzata da forti contrasti fra le zone chiare e le zone scure del fotogramma. Per far si che le sue immagini acquisissero questi forti contrasti, Adams inventò una tecnica di scatto prima, e sviluppo poi.
La tecnica del “Sistema zonale”.
Lo scopo principale di Ansel Adams era quello definire un sistema affidabile per anticipare la resa della gamma di luminosità di una scena in sede di stampa. Per ottenere questo risultato suddivise la scala di luminosità che separano il bianco dal nero nella stampa fotografica in 11 livelli di grigio, che definì valori.
Ai valori in fase di stampa corrispondono altrettante zone (da cui sistema zonale) sul negativo.

Sia le zone che i valori sono numerati in numeri romani da 0 a X, dove lo 0 corrisponde al nero, e il X al bianco assoluti.
Alla zona 0 sul negativo corrisponde il valore 0 in fase di stampa, alla zona X sul negativo corrisponde il valore X sulla stampa. La zona V, quella di mezzo, corrisponde al grigio medio, quello su cui è calibrato l’esposimetro della fotocamera.
Ogni zona si discosta dalla precedente e dalla successiva di uno stop. Quindi la zona VI equivale a 1 stop di sovraesposizione rispetto alla zona V, la zona IV equivale a 1 stop di sottoesposizione, e così via.
Nella scala tradizionale del sistema zonale di Ansel Adams, la zona II corrisponde alle ombre più scure in cui però è possibile cominciare a leggere qualche dettaglio. Il suo simmetrico è la zona VIII, che codifica i toni molto chiari ma ancora leggibili. Invece le zona I e IX sono punti di ombra o di luce pieni, anche se non ancora neri e bianchi assoluti, un quasi-nero e un quasi-bianco.

Conclusioni all’articolo su Ansel Adams
Questa tecnica ha permesso ad Ansel Adams di raccontare, secondo la sua visione, i parchi nazionali americani, e la natura da lui tanto amata.
Ma non si può solo raccontare con le parole la bellezza straordinaria dei suoi scatti, è necessario vederli e viverli, e dopo questa lunga riflessione su questo grande autore, è il momento di vedere qualche scatto.

Jacopo Canè, fotografo professionista.
Se ti è piaciuto il mio articolo su Ansel Adams della mia rubrica Fotografia ti suggerisco di leggere quello scritto su Steve McCurry