Ayahuasca proibita in Italia: scelta iper-proibizionista o decisione fondata e imprescindibile?

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L’Ayahuasca è un decotto psichedelico che si presenta sotto forma di bevanda. In Italia è stata ufficialmente dichiarata illegale il 23 febbraio 2022.

Si tratta dell’ennesima scelta iper-proibizionista o di una decisione fondata su considerazioni imprescindibili?

COSA SIGNIFICA ‘’AYAHUASCA’’?

La parola ”ayahuasca” deriva dal quechua’aya-wasca’’, che significa letteralmente ‘’liana dei morti’’ o, meglio ancora, ‘’corda che collega il mondo dei vivi con il mondo degli spiriti”. Essa è originariamente utilizzata nello sciamanesimo amazzonico, praticato nei territori ricompresi tra Perù, Colombia, Ecuador, Brasile, Bolivia e Venezuela.

come si ottiene l’ayahuasca?

L’Ayahuasca si presenta come una bevanda densa, dal colore scuro e dal sapore molto forte, la cui preparazione può richiedere giorni. Essa è ottenuta grazie al mescolamento della liana di ayahuasca con le foglie dell’arbusto Psychotria viridis. Queste due piante, da sempre largamente utilizzate nella cultura amazzonica a scopi curativi, devono bollire insieme per almeno due ore.

In verità, questa non è l’unica via possibile per preparare l’ayahuasca, tanto che ad oggi si possono contare 700 diversi modi. Ad esempio, alcuni sciamani aggiungono alla pozione Mapacho (tabacco naturale) o foglie di Coca. A seconda della tipologia di preparazione muta il nome attribuito alla ‘’bevanda’’: in Brasile si chiama Caapi, in Colombia Yage e in Ecuador Natema. Infine, in alcune zone dell’Amazzonia, si denomina Abuela, cioè ‘’nonna’’.

QUAL E’ l’EFFETTO dell’ayahuasca?

Come detto sopra, l’ayahuasca è ottenuta grazie alla miscelazione di due diverse piante: l’arbusto Psychotria viridis e la liana di ayahuasca. Nelle foglie del primo è contenuto il principio attivo della DMT, la così detta ‘’molecola dello spirito’’. La DMT può produrre allucinazioni visive e uditive, come pure euforia, pupille dilatate ed aumento del battito cardiaco. In altre parole è proprio la Dimetiltriptamina (DMT) a realizzare la ‘’connessione con il mondo spirituale’’. La liana di ayahuasca fa invece in modo che visioni e stati meditativi durino più a lungo. Infatti, l’effetto della DMT dura circa 10-15 minuti se fumata, mentre se ingerita sotto forma di bevanda rimane in circolo per 2 o addirittura 3 ore, rendendo l’esperienza decisamente più mistica ed ardua.

L’ayahuasca, oltre ad indurre visioni, raccontate come ‘’espansioni di coscienza’’ o ‘’connessioni con la natura’’, causa un potente effetto purgativo. Infatti tra gli effetti indicati da chi abbia fatto o fa uso di ayahuasca è menzionato il vomito e la diarrea.

USI TRADIZIONALI DELL’AYAHUASCA

In origine, l’ayahuasca è stata utilizzata dai popoli amazzonici per indurre stati di visione nel corso di cerimonie religiose. Secondo alcune tribù indigene, l’ayahuasca aprirebbe le porte verso una realtà “più solida” o “più completa” di quella che i nostri sensi di solito ci lasciano intravedere. Il suo uso più importante, tuttavia, è terapeutico. Lo sciamano e il paziente assorbono la bevanda ed entrambi cadono in uno stato di trance durante il quale lo sciamano apprende le cause della malattia e come porvi rimedio utilizzando le piante della foresta.

Più di recente, l’ayahuasca è entrata nei rituali di diverse dottrine religiose sincretiste, come il Santo Daime. In questa, l’ayahuasca è usata come sacramento (come l’ostia nella religione cattolica).

L’uso della bevanda, tuttavia, non si limita a questi scopi. Infatti, molti studi hanno confermato che un uso terapeutico dell’ayahuasca possa essere un valido supporto al trattamento delle dipendenze da sostanze stupefacenti. Questa, infatti, dovrebbe ridurre i sintomi e migliorare le condizioni generali del tossicodipendente.

Un team di scienziati dell’University College of London e della University of Exeter ha pubblicato i risultati di uno studio nel Journal of Scientific Reports. Tra le altre cose, è emerso che l’ayahuasca potrebbe risultare utile per il trattamento dei disturbi mentali nei quali si sospetta un deficit del metabolismo della serotonina, quali depressione, autismo, schizofrenia, sindrome da deficit di attenzione e iperattività.

Ovviamente, quando l’ayahuasca ha scopo medico, la somministrazione è assolutamente moderata e controllata da medici ed esperti.

controindicazioni dell’ayahuasca

Innanzitutto è bene chiarire che gli effetti psichici dell’ayahuasca possono variare da persona a persona. Ad essere soggettiva è anche l’esperienza mistica che si vive con la sua assunzione. Infatti, se molti descrivono il loro ‘’viaggio’’ come un’esperienza meravigliosa che ti connette alla natura e al mondo, molti altri non sono della stessa opinione. Il rischio è che psicosi latenti si manifestino in tutta la loro malvagità durante il ‘’trip’’, causando complicanze simili al disturbo da stress post-traumatico.

Se si fa uso dell’ayahuasca in modo indiscriminato (ad esempio a scopo ludico) può risultare molto pericolosa, addirittura potenzialmente mortale. A causa dell’eccessivo incremento dei livelli di serotonina che l’ayahuasca provoca, può verificarsi l’insorgenza di una sindrome serotoninergica. Tale sindrome si può manifesta con:

  • disturbi comportamentali (es. stati confusionali e agitazione).
  • disfunzione del sistema nervoso autonomo (es. diarrea, brividi, febbre, sudorazione, alterazioni della pressione arteriosa, nausea, vomito).
  • alterazioni neuromuscolari (iperriflessia, tremore e difficoltà nella coordinazione dei movimenti).

L’AYAHUASCA DA UN PUNTO DI VISTA LEGISLATIVO

Con un decreto del Ministero della Salute risalente al 23 febbraio 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 marzo, l’ayahuasca è stata dichiarata illegale. Più nello specifico l’ayahuasca e la Psychotria viridis, le due piante dalle quali si estraggono i principi attivi del preparato, sono state inserite nella tabella I delle sostanze stupefacenti del ‘’Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza’’.

In Italia, dal 14 marzo 2022, dunque, la coltivazione, l’estrazione dei principi attivi, la cessione o la detenzione non per uso personale dell’ayahuasca determinano una condanna dai 6 ai 20 anni di carcere.

PER QUALE MOTIVO E’ STATA DICHIARATA ILLEGALE?

Le motivazioni che hanno condotto all’inserimento dell’ayahuasca nella tabella I sono indicate con precisione nello stesso decreto del Ministro della salute.

Innanzitutto, il ministro considera che dalla miscela della pianta Banisteriopsis caapi (nome scientifico che indica la liana di ayahuasca) e la pianta Psychotria viridis, si ottiene, per l’appunto, l’ayahuasca, la quale produce un’azione psicotropa importante.

In secondo luogo, si da contezza del fatto che la sostanza DMT, il cui principio attivo è contenuto nelle foglie della Banisteriopsis caapi, era già presente nella tabella I, ma assurdamente non lo erano le piante Banisteriopsis caapi e Psychotria viridis.

Il Ministro tiene poi conto che dal maggio 2005 la Francia ha aggiunto nella lista delle sostanze psicoattive sottoposte a controllo le piante che danno origine alla bevanda. In realtà è però necessario ricordare che in Francia è stato legalizzato l’uso rituale dell’ayahuasca per i seguaci della Chiesa del Santo Daime.

Nel decreto si può leggere, inoltre, che le sostanze armalina e armina  (contenute nella liana di ayahuasca) sono alcaloidi armalinici, che producono effetti allucinogeni. E’ poi sottolineato che il Centro antiveleni di Pavia ha segnalato due casi di intossicazione correlati all’assunzione di armina (nel 2011 e nel 2018).

La decisione del Ministro della salute si basa sulle informazioni estrapolate dalla letteratura internazionale. Infine, si è tenuto conto del parere dell’Istituto superiore di sanità e del Consiglio superiore di sanità.

PUNTI DEBOLI DEL DECRETO

In primis, stupisce il fatto che dalla tabella I è rimasta esclusa la Banisteriopsis muricata. Si tratta di una pianta che ha un fitocomplesso estremamente simile alla liana di ayahuasca. Molti sottolineano poi il fatto che esistono una miriade di fonti di DMT non incluse tra le sostanze proibite.

Banisteriopsis muricata

Inoltre, secondo l’opinione di alcuni, il riferimento, nel decreto, ai soli “due casi di intossicazione correlati all’assunzione di armina, il primo nel 2011 ed il secondo nel 2018 segnalati dal Centro antiveleni di Pavia”, suona più a sostegno della innocuità di questa sostanza che non della sua rilevanza tossicologica.

Una conseguenza della dichiarazione di illegalità dell’ayahuasca è poi l’impossibilità, per le religioni che ne fanno uso, di poter praticare il diritto costituzionalmente riconosciuto della libertà di culto. Si denuncia in particolar modo il fatto che il decreto non abbia tenuto conto di quelli che sono gli usi controllati della sostanza a fini rituali.

una ”via di mezzo”

Come dicevo sopra, ad oggi esistono delle evidenze nella letteratura scientifica che riguardano il potenziale terapeutico degli alcaloidi presenti nell’ayahuasca. Questi produrrebbero effetti positivi nel trattamento del morbo di Parkinson e di altre patologie neurodegenerative, nonché nel trattamento dei disturbi psichiatrici e della depressione. Tali studi sono ovviamente solo l’inizio di un possibile approccio terapeutico. Sarebbero necessari ulteriori stadi sperimentali, che potrebbero portare, in futuro, alla scoperta di nuove cure e nuovi farmaci.

Qual è, dunque, il problema? Il problema è che la posizione inderogabilmente proibitiva assunta dall’Italia e da altre società occidentali ha rallentato e rallenterà notevolmente la ricerca. Questo avrà poi inevitabilmente ripercussioni sulla caratterizzazione degli effetti di queste sostanze sulla salute umana.

Proprio per questo motivi, tanti si auspicano che si possa trovare una via di mezzo tra una liberalizzazione indiscriminata dell’ayahuasca ed un altrettanto indiscriminato proibizionismo. Questo potrebbe avvenire, ad esempio, avviando un ampio dialogo tra diversi esperti.

e dunque?

Il fenomeno presenta luci e ombre. Proibire l’ayahuasca è una scelta iper-proibizionista o una decisione fondata su considerazioni imprescindibili? A voi la risposta.

Sara Martinelli

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