Procrastinare implica non prendersi la responsabilità di sopportare l’indecisione e riconoscere la confusione (Martina Di Dio)
Procrastinare implica non prendersi la responsabilità della scelta.

L’atto di Procrastinare
Procrastinare potrebbe essere definito come un attivo evitamento di un’azione o di una presa di decisione che viene rimandata ad un momento futuro.
Lo stesso individuo che tende a procrastinare sa bene come ciò che si rimanda tenda ad ingrossarsi e a gonfiarsi sempre più e come, in realtà, egli possa finire con l’attrarre su se stesso notevoli sofferenze.

Ma siamo davvero così autopunitivi?
Nonostante il risultato di questo meccanismo sia un concreto auto sabotaggio e un dispiacere che ci creiamo, dietro vi è una nascosta funzione o un segreto guadagno.
Ad esempio, procrastinare potrebbe essere un gesto di ribellione interna alle proprie imposizioni e dettami interiori: una resistenza ed avversione verso ciò che ci siamo imposti di fare e di essere.
Talvolta invece assumere un atteggiamento di generica inerzia ci permette di rimanere in una zona di comfort, senza doverci mettere in discussione perché non tolleriamo un possibile insuccesso.

Lo sforzo cognitivo della presa di posizione
In alcuni momenti della nostra vita assumere una posizione netta può risultare estremamente faticoso.
L’atto del procrastinare assolve quindi la funzione di rimandare una presa di responsabilità rispetto ad una scelta perché non vi è alla base un reale e autentico orientamento interiore.
La prima domanda più utile da porsi potrebbe non essere quindi
“Perché è così faticoso per me affrontare questo compito?”
ma piuttosto
“Cos’è che guadagno rimanendo dove sono?”
Questo semplice ma provocatorio cambio di prospettiva può portarci ad assumere una posizione più attiva e responsabile verso questo nostro atteggiamento di evitamento.
Dottoressa Psicologa Martina Di Dio
Se ti è piaciuto questo argomento di suggerisco di leggere l’articolo Tra il dire e il fare c’è di mezzo…il karma! della dottoressa Giulia Anastasio