Costruttivismo e psicoterapia costruttivista: cosa sono e cosa trattano?

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Il costruttivismo è un indirizzo di pensiero volto a comprendere come si forma la conoscenza. Esso considera la realtà in cui viviamo come una rappresentazione costruita dalla nostra struttura percettiva, cognitiva e psicologica.

Affondando le sue radici nella filosofia e nel pensiero dello psicologo Jean Piaget, il termine costruttivismo indica un approccio epistemologico alla conoscenza.

Secondo questo approccio la realtà non è indipendente dall’osservatore che ne fa esperienza.

Il costruttivismo in psicologia è un approccio che parte da una concezione della conoscenza come costruzione dell’esperienza personale anziché come rispecchiamento di una realtà indipendente.

Ogni individuo, infatti, crea la propria rappresentazione del mondo attraverso l’attribuzione di significato alle proprie esperienze.

Il costruttivismo ha il grande pregio di aver posto al centro del proprio interesse il modo in cui si arriva a creare una conoscenza della realtà attraverso l’esperienza.

La teoria costruttivista

La teoria costruttivista si basa sull’idea che il conoscere è più dell’espressione passiva del mondo che ci circonda, è infatti il risultato delle nostre “costruzioni”, ovvero delle nostre convinzioni ed emozioni sulle nostre esperienze di vita.

Con il termine “costruzione” ci si riferisce ai modi in cui appunto costruiamo la nostra comprensione del mondo e come noi ci inseriamo in esso.

Ogni persona è un sistema conoscitivo dotato di una sua coerenza che tende a mantenere un proprio equilibrio.

Tale sistema è in grado di filtrare la realtà e creare una propria mappa mentale per mezzo dei costrutti personali e dei sistemi di credenze che adotta.

Per esempio, persone che guardano uno stesso film vengono colpite chi da una cosa chi da un’altra, proprio perché nella loro “mappa mentale” alcune cose vengono amplificate e altre tendono ad essere meno considerate.

La concezione a stampo costruttivista si basa sul fatto che non esiste una realtà oggettiva uguale per tutti, ma esiste una realtà differente a seconda di chi la guarda.

È la persona stessa che crea la sua realtà, la inventa e la costruisce secondo le proprie regole interne, in base a ciò che crede e alle sue esperienze di vita.

Costruttivismo: La psicologia dei costrutti personali

L’approccio costruttivista vede come autore di spicco lo psicologo e matematico George Alexander Kelly.

Con la sua opera pioneristica The Psychology of Personal Constructs” (1955) introduce le linee guida della psicologia dei costrutti personali che costituisce una teoria psicologica completa.

Questa viene spesso definita come una teoria della personalità in quanto capace di guardare all’individuo nella sua globalità.

In particolare lo fa prescindendo dalla separazione mente-corpo e dalla distinzione tra esperienza emotiva, cognitiva e comportamentale.

Ma cosa sono i costrutti personali?

I costrutti personali costituiscono dimensioni di significato, rappresentazioni del mondo di natura dicotomica che danno un senso alla realtà e la rendono prevedibile e controllabile.

In quest’ottica i costrutti sono astrazioni, ossia proprietà attribuite agli eventi per dotarli di significato.

Nella matrice costruttivista ciò che conta nell’interazione tra individuo e ambiente circostante è come il soggetto percepisce la realtà.

La percezione è importante perché si ritiene che non esista alcuna realtà esterna certa all’infuori dell’interazione creativa di senso tra l’individuo e il mondo.

La psicoterapia costruttivista

Per capire cos’è il costruttivismo in psicoterapia può essere utile chiedersi cos’è la psicoterapia vista attraverso la lente costruttivista.

In quest’ottica la psicoterapia è definibile come una variegata serie di scambi e negoziazioni di significati personali.

Il fine terapeutico è quello di articolare, elaborare e rivedere le costruzioni che i pazienti mettono in atto per organizzare le proprie esperienze e comportamenti.

La psicoterapia costruttivista considera estremamente importante ogni tipo di differenza personale, ma allo stesso tempo porta l’individuo ad accettare la responsabilità del tipo di realtà che crea attraverso le sue stesse scelte.

Come già detto, il punto focale è che non esiste un mondo reale preesistente e indipendente dall’osservatore.

Esistono tuttavia diverse “versioni del mondo” che dipendono dai punti di vista osservativi.

Ogni percezione, pensiero o giudizio non è un rispecchiamento della realtà, ma è un’operazione costruttiva di chi osserva.

Attraverso la psicoterapia costruttivista si rielabora il modo in cui il soggetto costruisce la sua esperienza del mondo filtrando la realtà attraverso i suoi sistemi di credenze.

In terapia il primo passo è sempre analizzare la mappa mentale, ricercando in essa gli aspetti che limitano la libertà della persona.

Costruttivismo: la metafora di Kelly

La cornice all’interno della quale si articola il processo terapeutico costruttivista è definibile mediante una metafora proposta da Kelly (1955) dell’uomo come scienziato.

Il lavoro terapeutico è concettualizzato come un processo di ricerca:

il paziente e il terapeuta svolgono ruoli distinti e complementari come se fossero ricercatore e supervisore di una ricerca.

La metafora definisce le competenze specifiche di ciascuno dei membri della relazione.

Il paziente è l’esperto rispetto all’oggetto di ricerca (il suo sistema di conoscenza, le sue emozioni, i suoi pensieri, ecc..).

Questo poiché il paziente è l’unico ad avere la possibilità di un contatto diretto con esso.

Il terapeuta è l’esperto rispetto al metodo ed ha il compito di suggerire gli strumenti per portare a termine l’intero processo.

La conoscenza non è una prerogativa del terapeuta che deve essere comunicata al paziente, ma al contrario è un processo attivo che parte dalla volontà della persona di attuare un cambiamento.

Una volta stabiliti con il paziente gli obiettivi di tale cambiamento, il terapeuta programma delle linee generali di strategia d’intervento.

Insieme al paziente si definisce quali aspetti strutturali e funzionali del suo sistema conoscitivo necessitino di una ristrutturazione.

Il cambiamento nella psicoterapia costruttivista

Questo tipo di cambiamento prevede una presa di coscienza autonoma da parte della persona degli schemi automatici e disfunzionali da lui utilizzati.

Gli schemi automatici influenzano direttamente la costruzione dell’esperienza, ma anche di entrare in contatto con le proprie emozioni rivivendole nel qui ed ora del setting.

In ottica costruttivista i sintomi e i disturbi sono considerati dei costrutti personali.

Questi sono influenzati da esperienze tracciate dalle caratteristiche della persona e dal suo personale modo di interpretare gli eventi e il mondo.

Difatti, non ci si focalizza su sintomi o sui disturbi di per sé, bensì sulla persona e sul suo modo di dar senso alla propria sofferenza.

Lo scopo è di aiutare la persona a rimettersi in movimento, promuovere la ricostruzione e il cambiamento, senza persuaderla ad interpretare gli eventi in un modo preconfezionato.

Ogni persona può essere compresa, ogni azione ed esperienza può essere letta e capita.

Dott.ssa Veronica Caroccia

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