‘’Votare? Ma perché dovrei andare a votare? Il mio voto è ininfluente e poi i politici italiani pensano solo alle poltrone. È ingenuә chi ancora pensa che con il voto la situazione dell’Italia possa cambiare. Io non voterò. Tra l’altro, nessun partito italiano rispecchia i miei ideali: non votare sarà un gran segno di protesta’’.

E’ molto probabile che anche nella tua testa, almeno una volta nella vita, sia balenata l’idea di non voler votare, e magari proprio per uno dei motivi sopra menzionati. Ebbene, se è successo, ti chiedo di accantonare i pregiudizi, aprire la mente e poi leggere l’articolo; proverò a farti cambiare idea, fornendoti almeno 10 buoni motivi per non rinunciare al tuo diritto di voto.

Prima di leggere l’articolo
SE NEL CORSO DELLA LETTURA DI QUESTO ARTICOLO GLI ANNUNCI DI GOOGLE VI PROPONESSERO DI VOTARE PER UN PARTITO O PER UN ALTRO SAPPIATE CHE NÈ IO NÈ NESSUN’ALTRA PERSONA ALL’INTERNO DELLA REDAZIONE DI GNOTHI VOGLIAMO SPINGERVI A VOTARE UN PARTITO SPECIFICO.
GLI ANNUNCI CHE GOOGLE VI PROPONE SONO DEL TUTTO PERSONALIZZATI IN BASE AI VOSTRI GUSTI O IN BASE ALLE VOSTRE RECENTI RICERCHE E NOI NON NE SIAMO IN ALCUN MODO RESPONSABILI. TUTTO CIÒ CHE POTETE TROVARE NELL’ARTICOLO SOTTO LA NOSTRA RESPONSABILITÀ SONO SUGGERIMENTI DI LETTURA DEL TUTTO NEUTRALI COME QUELLO CHE POTETE VEDERE QUI SOTTO

1. andare a votare è un diritto
In Italia, votare è un vero e proprio diritto, previsto e tutelato all’art. 48 della Costituzione.
”Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età (…)”
Attribuendo a tutti i cittadini maggiorenni, uomini e donne, il diritto a partecipare alle elezioni, l’art. ha sancito il suffragio universale, principio fondamentale della moderna democrazia costituzionale.
Viviamo questo diritto come se fosse indiscutibile, quasi assodato, ma attenzione: non diamolo mai per scontato. Ci sono cittadinә nel mondo a cui non viene data nessuna voce in capitolo sulle modalità in cui il loro Paese viene gestito. A loro, purtroppo, non rimane che essere ‘’vittime’’ di decisioni altrui. Nel nostro ordinamento, invece, l’opportunità di esprimere la propria opinione viene riconosciuta come un diritto; come poterla sprecare?

2. il tuo ”non-voto” non vale come protesta
Protestare contro ciò che non ti sta bene è un tuo diritto: puoi liberamente manifestare il tuo pensiero con la parola, lo scritto o ogni altro mezzo di diffusione. Tuttavia, se pensi che l’astensionismo sia una forma manifesta e vibrata di protesta che ti permetta di ‘’opporti alla politica’’ o ‘’mandare in tilt il sistema’’, ti sbagli. A differenza, ad esempio, dei referendum abrogativi, per le elezioni politiche, la circostanza che un gruppo di cittadinә decida di non votare non arreca danno a nessuno se non agli elettori stessi. Anche se la percentuale di votanti dovesse essere molto bassa, le elezioni saranno comunque valide e il risultato sarà determinato da chi il proprio diritto di voto lo ha legittimamente esercitato.

3. non andare a votare comporta il non potersi poi lamentare
L’astensionismo, ovviamente, è consentito: nessuno ti costringe a votare. Non avere fiducia verso il Parlamento, il sistema giudiziario e i partiti politici è lecito e, talvolta, comprensibile. I politici sono spesso additati come ‘’tutti uguali’’ e la politica è spesso definita barbaramente come ‘’uno schifo’’. Ma ti sei mai chiesto cosa tu possa fare per cercare di migliorare o, per lo meno, modificare questa situazione? Lo so, gli strumenti a nostra disposizione non sono molti, ma uno di questi è senza dubbio il diritto di voto. Se non ti attivi e non assumi le tue responsabilità da cittadinә, poi come puoi lamentarti di un sistema che tu stesso, con la tua inerzia, hai contribuito a costruire, o meglio, non costruire?
E’ come quando si lavora in team: se si rimane perennemente in silenzio e non si muove un muscolo per dare il proprio contributo, come ci si può poi lamentare del risultato finale e degli esiti che quel risultato porterà in futuro?

4. andare a votare è una forma di libertà democratica
Il termine democrazia deriva dal greco dēmokratía, composto da démos, ossia ‘’popolo’’ e krátos, ossia ‘’potere’’; letteralmente, quindi, ‘’il popolo al potere’’. Infatti, la democrazia è una forma di governo basata sulla partecipazione, in cui il potere è esercitato dal popolo stesso per mezzo di rappresentati liberamente elettә.
Dunque, in base alla definizione stessa di democrazia, essa merita il nostro sostegno? Assolutamente sì, ed uno degli elementi d’azione concreti che ci permettono di schieraci fermamente a suo favore è sicuramente il voto.

5. andare a VOTARE POTREBBE NON CAMBIARE LE COSE, MA NON VOTARE LE CAMBIERà?
Se hai mai pensato di non voler votare perché ”tanto le cose non cambieranno mai”, ti sei mai chiestә cosa sarebbe accaduto al mondo intero se tuttә avessero sempre ragionato così?

6. ANCHE SE NON SAI PER CHI VOTARE, SAPRAI DI CERTO PER CHI PROPRIO NON VORRESTI VOTARE
Chi decide di esercitare il suo diritto di voto non per forza ha una visione romantica dell’andare a votare. Ben può capitare che non si abbia alcuna infatuazione politica, non si abbiano, cioè, preferenze politiche. Anzi, dirò di più: spesso non si vota perché nessun partito rispecchia a pieno i nostri ideali e le nostre opinioni. Ma in questi casi, qual è il pericolo? Il rischio è che l’astensionismo potrebbe favorire chi proprio non vorremmo mai vedere alla guida del nostro Paese. Il ‘’non-voto’’ potrebbe andare proprio a favore del partito in cui non si avrebbe mai riposto la propria fiducia.
Sia chiaro: andare a votare non significa che il partito o candidatә da noi prescelto vinca le elezioni, ma non andare a votare significa sicuramente creare maggiori opportunità di non vederlә trionfare.

7. L’ASTENSIONISMO, FORSE, NASCONDE UNA FORMA DI EGOISMO
Sai perché molti non vanno a votare? Perché quando si vota bisogna mettere al primo posto l’interesse generale del Paese e mettere da parte quello individuale. Decidere di presentarsi alle urne implica fare una scelta e scegliere, a sua volta, implica il doversi distaccare dal nostro confortevole cantuccio di egoismo ed entrare nel tormentato mondo dell’altruismo, passare dal ‘’dovete’’ al ‘’dobbiamo’’.

Votare sottintende un’altra azione, forse la più spinosa di tutte, ossia prendere posizione. Seppur complessa, la capacità di prendere delle posizioni è vitale ed esprime a sua volta la capacità di partecipare all’immenso dialogo della vita. Spesso i problemi nascono e diventano macigni proprio perché non si fa sentire la propria voce sociale e la propria presenza nel mondo.

8. e se questo diritto ci venisse negato?
E se il diritto di voto ci venisse negato? Sono certa che saremmo tutti più devoti ad esso.
Il mancato riconoscimento di quel che noi oggi possiamo definire ‘’diritto di voto’’ non è un ricordo così lontano. Esso, fino a poco tempo fa, era limitato per censo, per cultura o in base al sesso.

In Italia, il suffragio universale maschile vero e proprio è stato introdotto solo nel 1918, con una legge che ha allargato il diritto di voto a tutti i cittadini maschi di età superiore ai 21 anni, nonché ai cittadini di età superiore ai diciotto anni che avessero prestato il servizio militare durante la prima guerra mondiale. Ma attenzione, questo vale per i cittadini di sesso maschile; le donne dovranno aspettare addirittura il 1946 per vedersi riconoscere questo diritto.

9. FAR PARTE DI UNA SOCIETA’ SIGNIFICA ASSUMERSI DELLE RESPONSABILITA’
Andare a votare fa parte di quell’insieme di comportamenti che attengono al rispetto delle regole di vita in una comunità. Per far parte di una società è essenziale dare ascolto al senso di responsabilità ed il disimpegno elettorale è certamente un atteggiamento contrario al ruolo sociale e civile che spetta ad ogni cittadinә.

10. andare a VOTARE SIGNIFICA ONORARE IL RICORDO DI CHI SI E’ BATTUTO PER QUESTO DIRITTO
Il riconoscimento e l’ampliamento di certi diritti, negli ordinamenti costituzionali delle moderne democrazie, sono anche frutto di una tormentata storia e di una lotta che vanta radici risalenti nel tempo.
Ci sono stati gruppi sociali che hanno lottato contro l’autoritarismo di certi sovrani, permettendo oggi di definirci ‘’cittadini’’ e non più ‘’sudditi’’.

In un mondo, quello attuale, in cui spesso assistiamo all’inadempienza di doveri inderogabili, diventa fondamentale appellarsi all’etica personale e credere ancora che la nostra voce possa avere un grande e prezioso valore.

Se ti è piaciuto l’articolo, ti suggerisco di leggere altri miei articoli: parlo di attualità e legge.