Enneatipo 3: la vanità in un mondo vanitoso

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Nell’Enneagramma, secondo Ichazo, la passione dominante dell’Enneatipo 3 è l’inganno (o autoinganno) mentre per Naranjo è la vanità.

Con il carattere E3 (Enneatipo 3) chiudiamo il triangolo centrale dell’Enneagramma la cui sequenza ci permette di spiegare la teoria esistenziale sottostante.

Questa teoria considera l’inautenticità dell’essere come causa della patologia e in generale del malessere che ci portiamo dentro.

Naranjo infatti nel suo saggio “Carattere e nevrosi” ci invita a leggere il triangolo partendo dal carattere Enneatipo 9.

L’E9 rappresenta come l’accidia e il distacco dal nostro sentire non permettono di muoverci nel mondo a partire da una base sicura.

Rimanendo sordi al nostro sentire il mondo sarà difficilmente comprensibile, portandoci ad un sentimento di paura che è ben rappresentato dall’ Enneatipo 6.

Certo che la paura è tanta!

Ma in questo mondo dovremo pur sopravvivere, no?!

Ed è qui che l’individuo per superare questo dilemma comincia ad indossare una maschera e ad agire sulla base di un falso sé perdendo di vista la sua essenza.

Il tutto alimentando lo stato di addormentamento iniziale: questa è la condizione di partenza per comprendere il carattere E3.

Enneatipo 3: autoinganno o vanità?

La passione dominante dell’Enneatipo 3 secondo Ichazo è l’inganno (o autoinganno) mentre per Naranjo è la vanità.

Secondo l’Ennegramma si parla di vanità in termini di identificazione con la propria immagine.

Di conseguenza l’individuo che ha sviluppato questo carattere confonde l’immagine di sé che vende (e che gli altri comprano) e ciò che realmente è.

L’inganno che mette in atto è un processo sottile e complesso. Egli riesce facilmente a cogliere ciò che il contesto richiede e con estrema naturalezza si adatta come un camaleonte.

L’Enneatipo 3: il gioco di specchi conseguenza di un amore ricevuto troppo condizionato

Questo gioco di specchi funziona davvero perché l’individuo stesso ci si perde dentro, ritenendo proprie le emozioni e i comportamenti che sostengono la sua immagine.

Per comprendere il dolore che si nasconde dietro questo meccanismo è necessario capire cos’è che l’ha innescato.

Nella storia del “vanitoso” troviamo un bambino che non è stato visto e riconosciuto nella sua autentica essenza dai genitori.

O meglio, un bambino che veniva amato solo a determinate condizioni (variano di famiglia in famiglia) che solitamente sono “fai il bravo, non dare problemi”.

Il bambino gradualmente impara che per ricevere attenzioni deve adeguarsi a determinati criteri e che l’amore ricevuto è direttamente proporzionale al successo conseguito e al “fare”…

…pur di ricevere amore deve sacrificare qualcosa di molto importante:

la propria essenza, la propria libertà.

La passione dell’E3: l’orientamento mercantilistico

Il bisogno di essere visto diventa la “passione” che lo muove nel mondo e qui è necessario fare una precisazione importante che Naranjo spiega nel libro “Carattere e Nevrosi”.

La preoccupazione per la propria immagine non si limita al proprio aspetto esteriore ma diventa un’incarnazione dei valori sostenuti dalla cultura in cui è immerso, andando a sostituire come guida ai propri criteri interni quelli esterni.

Non a caso quando Naranjo descrive l’E3 parla di “orientamento mercantilistico”.

Questo carattere incarna la nostra società capitalistica dove per funzionare bene è necessario vendere un’immagine non solo di bellezza ma di benessere in termini generali, dove solo alcune possono essere mostrate, dove ciò che viene premiata è l’efficienza, la velocità, la produttività.

Vi è quindi generalmente un orientamento al successo, all’autonomia e una raffinata capacità relazionale e di seduzione nei contesti sociali, che mira ad un virtuale applauso del suo pubblico.

Cosa si nasconde dietro l’immagine dell’Enneatipo 3?

Dietro le quinte però si nasconde uno stato di costante vigilanza e irrequietezza.

Questi è causato dal bisogno di controllare e negare le proprie emozioni e un’angoscia esistenziale alimentata dall’idea pazza:

se non mi mostrassi sempre così bello e/o bravo e mostrassi ciò che sono realmente le persone non mi amerebbero”.

Il suo superficiale ottimismo americano “impossible is nothing” cela in realtà una mancanza di fiducia negli altri e nel processo naturale e spontaneo della vita.

L’Enneatipo 3 ci da diversi spunti di riflessione personali e sociali dal momento che incarna l’individuo schiavo di una società patriarcale in cui tutti noi siamo immersi e che rischiamo di subire (chi più chi meno).

Riflessioni importanti sull’Enneagramma

Nonostante io abbia già espresso nei precedenti articoli la mia posizione rispetto all’utilizzo dell’Ennegramma ci tengo a precisare nuovamente che questo non è uno strumento nato con l’obiettivo di catalogare le persone.

L’Enneagramma è un’antica teoria a cui fare riferimento in un cammino esperienziale di crescita personale che Naranjo ha strutturato e altri allievi dopo di lui hanno portano avanti nel programma SAT (Seekers After Truth).

Ormai sono convinta che intraprendere un percorso di evoluzione personale sia alla base di una reale rivoluzione con risonanze sociali ben più ampie.

Solo dopo possiamo cominciare a parlare di politica e di rivoluzioni consapevoli.

L’auto inganno che questo specifico carattere porta avanti per molto tempo (a volte per tutta la vita) è una gabbia particolarmente difficile da riconoscere perché la società in cui viviamo quotidianamente la rafforza e per liberarsi e sacrificare la propria immagine ci vuole molto coraggio.

Il costo che il vanitoso deve essere pronto a correre è quello di esporsi con il rischio di non andare sempre bene e non piacere a tutti. Spezzare quindi l’incantesimo vuol dire farsi toccare dagli eventi, permettersi di sentire la solitudine e la sofferenza.

Solo allora potrà entrare realmente in contatto con se stesso e con il mondo e scegliere sulla base dei propri bisogni e criteri interni.

Dottoressa Martina Di Dio, Psicologa

Se ti ha incuriosito l’Enneagramma ti suggerisco di farti un tuffo su gnōthi e leggerti gli articoli che ho scritto sull’Enneatipo 1, sull’Enneatipo 2, sull’Enneatipo 3, sull’Enneatipo 4, sull’Enneatipo 5, sull’Enneatipo 6, sull’Enneatipo 7, sull’Enneatipo 8 e sull’Enneatipo 9.

Se sei proprio alle prime esperienze in questo campo allora puoi leggerti due articoli del del Dottor Niccolò Di Paolo

I nove caratteri (e le nove personalità) dell’Enneagramma secondo Naranjo studiati attraverso il cinema

e

Cosa forma e cosa fa cambiare il nostro carattere? Tra comportamenti adattivi e meccanismi di difesa

scritti per Il Superuovo

About Martina Di Dio

Sono una psicologa clinica, psicoterapeuta in formazione presso il centro Gestalt Viva CGV secondo il metodo di Claudio Naranjo.
L’intenzione che sta dietro ai miei articoli e al lavoro nel mio studio privato è quella di stimolare l’individuo verso una riflessione e una messa in discussione di idee su di sé e sul mondo che nel tempo ha ingerito come “verità assolute” e che cominciano a stridere oltre che a provocare sofferenza.
Muoversi nel mondo a partire dal contatto con il corpo e le emozioni ci permette di vivere autenticamente e con una maggiore senso di coerenza interna. Riconoscere ciò che ci fa soffrire e vedere in che modo alimentiamo i nostri automatismi “nevrotici” ci da la possibilità di scegliere e di appropriarci pienamente del nostro potenziale esistenziale.

Dove ricevo: Viale Spartaco Lavagnini 30 (Firenze)
Contatti: didio.martina@yahoo.com