Enrico VIII vs Caterina d’Aragona: il processo di “divorzio” che cambiò per sempre la storia dell’occidente

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Enrico VIII Vs Caterina d’Aragona, uno dei processi di divorzio più discussi e importanti della storia dell’occidente che, di fatto, ha cambiato la storia della religione cattolica e della religione protestante, e quindi, dell’intera Europa.

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Introduzione

Al giorno d’oggi è del tutto normale per noi vedere una coppia sposata che si separa: non a caso le statistiche dicono che circa il 45% percento dei matrimoni termina con un divorzio. Ma secoli fa tale istituto giuridico non esisteva e l’unico modo per dei coniugi di sciogliere la propria unione era richiedere l’annullamento alla Chiesa.

E fidatevi non era affatto semplice.

Ne sa qualcosa Enrico VIII, re d’Inghilterra dal 1509 al 1547, che fece di tutto per “divorziare” dalla sua prima moglie. Con l’articolo di oggi cercheremo di ripercorrere la storia dell’annullamento matrimoniale che cambiò per sempre il corso della storia occidentale. Bene ora allacciatevi le cinture e partiamo insieme per questa avventura nel Passato.

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Enrico VIII Vs Caterina d’Aragona: storia di un divorzio

Il 25 gennaio 1533, a Londra, Enrico VIII, convolò a seconde nozze con Anne Boleyn (italianizzata in Anna Bolena), nobildonna membro della corte reale e sua favorita. La cerimonia fu svolta in estrema segretezza, poiché il sovrano inglese era ancora legalmente sposato con la sua prima moglie, Caterina d’Aragona. Soltanto quattro mesi più tardi, il 23 maggio, il matrimonio tra Enrico e Caterina venne annullato dall’arcivescovo di Canterbury (città nel sudest dell’Inghilterra), Thomas Cranmer, che cinque giorni dopo legittimò l’unione del re con la Bolena.

Ciò che questo comportò fu una delle più grandi divisioni della storia del Cristianesimo: ovvero il cosiddetto “scisma anglicano“, che diede per l’appunto origine alla religione anglicana. La Chiesa inglese si separò definitivamente da quella romana e passò sotto il diretto ed esclusivo controllo del monarca. Ma come si arrivò a tutto questo? Prima di rispondere bisogna fare un bel passo all’indietro di qualche decennio.

Storia di Londra

Londra, 14 novembre 1501.

La sedicenne Caterina d’Aragona, figlia dei celeberrimi “re cattolici” di Spagna, Ferdinando ed Isabella, si sposò con il quindicenne principe d’Inghilterra Arturo Tudor, figlio del re Enrico VII e fratello maggiore del futuro Enrico VIII. Questa unione durò, però, solo qualche mese. Infatti la primavera successiva i due giovani coniugi si ammalarono di una strana e misteriosa malattia, passata alla storia con il nome di “sudore inglese“. Caterina, di costituzione più forte, riuscì a rimettersi velocemente, al contrario Arturo non sopravvisse, spegnendosi il 2 aprile 1502, a neanche sedici anni.

Alla morte del marito, Caterina si ritrovò vedova ed isolata in un paese straniero e lontano da casa. A questo punto Enrico VII per “rimediare” decise di far sposare la giovane principessa con il suo secondogenito, Enrico, che però aveva a malapena undici anni.

Per questo il sovrano richiese a papa Giulio II una dispensa speciale per permettere tale unione. Il pontefice accettò e così Caterina ed Enrico ricevettero il benestare per maritarsi. Ma ci fu un intoppo imprevisto: la corona spagnola non inviò la dote pattuita e così iniziò una crisi diplomatica fra i due regni.

Di conseguenza la povera fanciulla si ritrovò ad essere di fatto prigioniera del suocero. La situazione si sbloccò solo dopo qualche anno, alla morte di Enrico VII, nel 1509. Il giovane Enrico venne incoronato re ed un paio di mesi dopo sposò la ex cognata: lui aveva diciott’anni, lei ventitre. La cerimonia si tenne l’11 giugno del 1509, davanti a tutta la corte inglese.

Enrico VIII Vs Caterina d’Aragona, matrimonio valido o no?

Poco tempo prima, però, erano iniziate a correre delle voci sulla validità di questo matrimonio. Infatti, come detto, Caterina era già stata sposata e ciò minacciava la legittimità dell’unione con Enrico.

La giovane principessa aveva più volte sostenuto di non aver consumato con Arturo, perciò agli occhi della Chiesa il suo primo matrimonio era nullo.

Tali voci poi furono completamente messe a tacere dallo stesso Enrico, che, dopo la prima notte di nozze, si vantò con i propri amici di aver trovato la giovane consorte ancora “pura ed illibata”. Più avanti egli si sarebbe pentito di aver pronunciato queste parole.

Ma procediamo con ordine.

Enrico VIII Vs Caterina d’Aragona: le gravidanze di Caterina

Il matrimonio fra i due giovani reali iniziò alla grande. Difatti, dato che Enrico VIII e Caterina si conoscevano da una vita, essendo praticamente cresciuti assieme, l’intesa fra loro era perfetta e con il tempo era anche nato un forte sentimento d’amore. Inoltre, grazie alla sua grande cultura e preparazione, Caterina fu un fondamentale aiuto per il consorte nei suoi primi anni di governo.

Però l’obiettivo principale della novella regina, come ben saprete, era quello di dare un erede maschio al marito e di conseguenza un principe all’Inghilterra. Già pochi mesi dopo il connubio, Caterina aspettava il suo primo figlio. Purtroppo il neonato nacque morto.

L’anno successivo ella rimase nuovamente incinta. Per la gioia del re il bambino era un bel maschietto, che venne chiamato Enrico come il padre. Ma il “potenziale” Enrico IX morì a sole otto settimane.

Le paure di Caterina e la nascita di Bloody Mary

Nei due anni successivi Caterina ebbe altre due gravidanze: una interrottasi spontaneamente, l’altra portata a termine. Nacque un altro maschio, ma anche lui non sopravvisse che qualche mese. A quel punto la regina, oltre ad essere disperata per la sventurata sorte della sua prole, era anche sensibilmente preoccupata per la propria posizione a palazzo. Infatti temeva che Enrico, deluso dal fatto di non poter avere un erede, avrebbe potuto chiedere l’annullamento delle nozze.

Il 18 febbraio 1516 Caterina partorì finalmente un figlio sano, ma per il dispiacere del sovrano non era un maschio bensì una femmina, la futura Maria I la Sanguinaria (Bloody Mary). Nel tentativo di generare un principe, una sempre più scoraggiata regina, nei nove anni seguenti di matrimonio, riuscì a concepire una sola altra volta. “Sfortunatamente” nacque un’altra femmina, che tra l’altro morì poco dopo il parto.

Quindi niente erede maschio per Enrico. Tuttavia bisogna ammettere che inizialmente il Tudor fu un padre amorevole per la piccola Maria, che visse un’infanzia felice a palazzo. Un giorno però cambiò tutto improvvisamente.

4 marzo 1522: in amor vince chi fugge

In questa data, infatti, Anna Bolena fece il suo esordio a Greenwich (odierno borgo di Londra), dove risiedeva la corte inglese. La giovane Anna era sorella di Maria Bolena, moglie di un cortigiano del re, William Carey, e, in quel momento, l’amante di Enrico VIII.

Ben presto Anna sostituì la sorella nel cuore del sovrano. Però, a differenza di Maria, ella non si concesse ad Enrico. Sapeva benissimo che se l’avesse fatto, lei sarebbe stata solo una delle tante concubine del re. Ergo capì che per farlo cadere ai suoi piedi avrebbe dovuto farsi desiderare: fu una mossa a dir poco geniale.

La giovane cortigiana applicò alla perfezione il detto “in amor vince chi fugge”.

Infatti, dati i continui rifiuti da parte di Anna, Enrico si sentì sempre più attratto dall’unica donna che non avrebbe potuto “avere”. Così, col tempo, il semplice desiderio carnale mutò in vero e proprio amore.

Non dovete però credere che Enrico fosse attratto solo fisicamente dalla Bolena. Al contrario. Anna era molto intelligente, colta e sensibile e ciò incrementò, giorno dopo giorno, i sentimenti del monarca. Inoltre la stessa cortigiana, inizialmente mossa da mero interesse personale, finì per innamorarsi perdutamente di Enrico, visto che era un uomo di grande cultura e dall’animo molto romantico.

Enrico VIII Vs Caterina d’Aragona: il nobile animo dello “spietato” Enrico

Lo so, vi parrà strano pensare che Enrico VIII, un personaggio passato alla storia per la sua spietatezza e ferocia, potesse aver avuto un lato dolce e delicato. Ma fidatevi è così. Basta leggere questi brani, tratti da alcune delle numerose missive d’amore che egli inviò all’amata Anna:

“Mia Signora e Amica, ci mettiamo nelle vostre mani, io e il cuore, e vi supplichiamo e ci raccomandiamo ai vostri favori, perché l’assenza non diminuisca l’affetto che provate per noi […] Mi viene in mente un assunto della scienza astronomica, ovvero, che i giorni si allungano, più s’allunga la distanza del sole; epperò, tanto più rovente è il calore. Così è col nostro amore, che malgrado la lontananza conserva il suo calore, almeno da parte nostra.”

“Vorrei che il tempo si facesse breve, ma quello che dovrà passare prima di rivederci mi parrà molto lungo.”

Da tali parole traspaiono chiaramente l’ardore e la passione, che Enrico provava per la sua cortigiana e che fecero innamorare questa di lui. La stessa Caterina capì, praticamente da subito, che questa non sarebbe stata la solita scappatella del marito ed iniziò a preoccuparsi per il proprio matrimonio. Con il senno di poi, direi che ci aveva proprio azzeccato.

Le sei mogli di Enrico VIII d'Inghilterra

Enrico VIII Vs Caterina d’Aragona: i tentativi di annullamento del matrimonio e l’idea geniale

Infatti non passò molto tempo prima che Enrico cominciò a pensare di far annullare il connubio con la prima moglie, per sposarsi in seconde nozze con Anna. Visto che quest’ultima, sebbene ricambiasse i sentimenti del re, continuava ad ostinarsi a non diventarne l’amante, perché riteneva che il loro amore fosse troppo importante per essere “consumato” clandestinamente.

Il Tudor, così, iniziò a studiare il modo più semplice per “liberarsi” della povera consorte, anche perché ella era ormai entrata in menopausa e di conseguenza non poteva più garantirgli il suo tanto bramato erede maschio.

Essendo un profondo conoscitore di teologia, il monarca spulciò la Bibbia alla ricerca di una soluzione al suo “problema coniugale”. Ad un tratto gli parve di aver trovato la risposta che tanto agognava.

Difatti nel libro del “Levitico” dell’ “Antico Testamento” si trova un versetto, il 20:21, che recita:

“Se un uomo prende in sposa la moglie di suo fratello, agisce in maniera ripugnante. La coppia non avrà figli, poiché l’uomo ha disonorato suo fratello.”

Enrico VIII Vs Caterina d’Aragona: la soluzione per l’annullamento del matrimonio

Una volta lette queste parole, Enrico si persuase che questo fosse il motivo per cui lui e Caterina non avevano generato una prole. Dunque subito si rallegrò per aver trovato il pretesto giusto per rendere nullo il proprio matrimonio. Tralasciando il fatto che in realtà la regina avesse partorito ben cinque volte, come visto, e che la coppia reale avesse già un erede, sebbene femmina, nella Bibbia è presente un altro precetto, contenuto nel “Deuteronomio”, che avrebbe potuto smontare facilmente i piani del re:

“Quando i fratelli abiteranno insieme e uno di loro morirà senza lasciare figli, la moglie del defunto non si mariterà fuori, con un forestiero; il suo cognato verrà da lei e se la prenderà in moglie, compiendo così verso di lei il dovere del cognato.” (Dt, 25:5)

In effetti questa “legge biblica”, chiamata “levirato” (dal termine ebraico “levir”, cioè “cognato”), confutava totalmente le argomentazioni di Enrico. Ma giunto a questo punto il sovrano non aveva alcuna intenzione di tornare sui suoi passi e decise di continuare imperterrito la sua “battaglia”. Inviò così degli emissari a Roma da papa Clemente VII, per richiedere l’annullamento.

la palla passò al papa Clemente VII, il quale si trovò tra due fuochi

Il pontefice si ritrovò in un vero e proprio vespaio. Se da una parte non avrebbe voluto deludere Enrico VIII, campione della Chiesa insignito del titolo di “Defensor Fidei” (“Difensore della Fede”), dall’altra non voleva nemmeno mettersi contro Caterina d’Aragona, che, oltre ad essere la figlia dei già citati “re cattolici” di Spagna, era anche la zia del sacroromano imperatore Carlo V d’Asburgo.

Difatti Carlo, poco prima, aveva fatto pagare caro a Clemente (Appena succeduto a Giulio II) il suo ardire di mettersi contro di lui, ordinando ai suoi lanzichenecchi (mercenari germanici) di saccheggiare l’Urbe, nel 1527. Ergo il Santo Padre aveva tutte le ragioni per tentennare di fronte alla richiesta del sovrano inglese.

Nonostante l’esitare del papa, però, si arrivò comunque ad un’udienza giuridica per l’annullamento.

31 maggio del 1529 – Enrico VIII Vs Caterina d’Aragona – uno dei processi più celebri di sempre

Questo è uno dei processi più celebri di sempre, di cui sappiamo quasi ogni dettaglio grazie agli innumerevoli resoconti dei vari testimoni oculari, che sono giunti fino a noi.

La causa iniziò per la precisione il 31 maggio del 1529 nel convento di “Blackfriars, a Londra, nella sala dove solitamente si riuniva il Parlamento. Il tribunale era retto da due cardinali: un delegato papale e Thomas Molsey, primo ministro di Enrico VIII. Il 21 giugno entrambi i sovrani vennero convocati per riferire alla corte la loro versione dei fatti.

Quella mattina l’aula era gremita di persone. Difatti oggi siamo abituati a vedere un uomo ed una donna dibattere in tribunale sul destino del proprio matrimonio (pensate a quante storie simili si vedono anche in televisione, in programmi come “Forum”), ma all’epoca era qualcosa di impensabile, specialmente per un re ed una regina. Quindi era più che naturale che tale processo suscitasse molta curiosità nel popolo.

Nella sua arringa Enrico insistette sui suddetti versetti del Levitico” che, a detta sua, fornivano tutti i presupposti per far annullare il connubio. Ma per sua sorpresa tali argomentazioni non sortirono l’effetto sperato sulla corte. Poco dopo fu la stessa Caterina a dare il colpo di grazia alla tesi del marito.

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l’incredibile difesa di Caterina d’Aragona

Disposta a tutto pur di preservare la sua posizione e di garantire un futuro ed il trono a sua figlia, ella preparò il proprio discorso alla perfezione. Innanzitutto, contrariamente alla prassi che prevedeva che la sovrana parlasse rimanendo in piedi, si inginocchiò di fronte al re, cogliendolo alla sprovvista e costringendolo ad una reazione rabbiosa e irrazionale, che lo screditò agli occhi del pubblico e della giuria e che fece apparire lei come la vittima di tutta questa vicenda.

Successivamente la regina iniziò a snocciolare tutte le proprie argomentazioni ed una su tutte riuscì a cambiare per sempre le sorti del processo e di conseguenza della storia. Ovvero sostenne con veemenza che il matrimonio fra lei ed Arturo, fratello defunto di Enrico, non fosse stato consumato e quindi per questo motivo fosse nullo agli occhi della Chiesa. Ciò metteva completamente fuori gioco la tesi del monarca inglese.

Ve lo dicevo che Enrico si sarebbe pentito di essersi vantato della verginità di Caterina.

Il re, infatti, non poté ribattere in alcun modo all’affermazione della consorte, altrimenti avrebbe perso la faccia. In conseguenza a ciò la causa cominciò a volgere a favore della sovrana. Inoltre quest’ultima insistette che soltanto il papa avrebbe potuto decidere del suo destino. Il pontefice decise di accontentarla e spostò il processo a Roma.

il piano b di Enrico VIII: lo scisma dalla chiesa cattolica con l’aiuto di Martin Lutero

Il Tudor vide il proprio piano sfumare davanti ai suoi occhi. Ma non volle assolutamente arrendersi: la sconfitta era qualcosa che non riusciva a concepire. Dunque davanti al responso negativo dei giudici e del Santo Padre, Enrico decise di ricorrere alla soluzione più estrema: lo scisma dalla Chiesa cattolica. Convinse e/o costrinse tutti i vescovi d’Inghilterra a rinnegare l’autorità del papa e di riconoscere lui come unico capo della Chiesa d’Albione.

Questa sua manovra venne favorita dal clima di forte sfiducia nei confronti del Cattolicesimo, che da più di un decennio imperversava per tutto il Continente. Infatti nel 1517 Martin Lutero, con la pubblicazione delle sue “95 tesi”, diede inizio alla celebre “Riforma protestante” che spaccò l’Europa.

Il re inglese decise di approfittare della situazione per trarne vantaggio.

I capricci coniugali di Enrico VIII unica ragione dello scisma della Chiesa d’Inghilterra?

Ma sul serio l’Inghilterra è diventata protestante per i capricci coniugali del proprio sovrano?

Direi decisamente di no. In realtà i tempi erano già maturi per uno scisma, dato che ormai moltissimi inglesi, nobili e non, avevano preso distanze dall’opprimente e corrotta Chiesa romana. Enrico prese semplicemente la palla al balzo per potersi liberare definitivamente dall’egida pontificale ed acquisire il totale controllo sul mondo ecclesiastico in terra d’oltremanica.

Questa nuova facoltà non si limitava a dargli la possibilità di annullare a proprio piacimento il suo matrimonio con Caterina, ma anche a concedergli il massimo potere decisionale sul clero inglese e sulle sue ricchezze. Non a caso una delle prime mosse del Tudor fu quella di requisire, a chiese e conventi, oro, gioielli e terre che andarono direttamente a lui ed ai suoi fedelissimi. Tutto ciò rese Enrico VIII il monarca più ricco d’Europa.

La scandalosa vita amorosa della sorella di Enrico VIII, Maria Tudor

Enrico VIII Vs Caterina d’Aragona: la fine del processo

Come detto all’inizio dell’articolo, presto il sovrano poté dare il “benservito” alla moglie e sposare senza problemi Anna, che poco dopo, il 28 maggio 1533, fu incoronata regina consorte d’Inghilterra. Anche se bisogna dire che già da qualche tempo i due si comportavano come marito e moglie e questo destò molto scandalo nelle altre corti europee.

Inoltre sembra che un altro motivo per cui la loro unione si fosse dovuta celebrare in segreto fu che la Bolena probabilmente era incinta. Eh sì dopo tanti rifiuti, con l’annullamento in procinto d’arrivare, Anna finalmente si era concessa ad Enrico.

Dopo il “divorzio” Caterina fu allontanata dalla corte e dalla figlia e ritornò ad essere solamente la “principessa vedova di Galles, ovvero il titolo che aveva ottenuto alla morte di Arturo. Trapassò qualche anno dopo, il 7 gennaio 1536, a cinquantun’anni.

Quale fu invece la sorte della giovane Maria? Beh alla nascita della sorellastra, Elisabetta, perse il ruolo di principessa ereditaria e divenne semplicemente “Lady Mary”. Enrico VIII aveva difatti cambiato il proprio testamento a favore della neonata figlia di Anna Bolena.

Enrico VIII Vs Caterina d’Aragona

Successivamente fu Edoardo VI, nuovo re ed unico figlio maschio di Enrico (nato dal suo terzo matrimonio con la bellissima Jane Seymour), a modificare la legge di successione del padre e a nominare come propria erede, la sorellastra Maria. Ella divenne regina d’Inghilterra proprio dopo la prematura morte, a nemmeno sedici anni, del fratello.

Durante il suo governo, Maria cercò, senza riuscirci, di restaurare con la forza la fede cattolica in Inghilterra. Morì dopo soli cinque anni di regno, nel 1558, lasciando il trono, per ironia della sorte, ad Elisabetta, figlia di colei che, cinque lustri prima, aveva spodestato sua madre.

Le sei mogli di Enrico VIII - Sara Scrive

Conclusioni all’articolo su Enrico VIII e Caterina d’Aragona

Bene siamo giunti alla fine del nostro viaggio: spero non vi siate annoiati troppo nel conoscere i retroscena del “divorzio” più celebre della storia. Alla prossima!

Cesare Vicoli

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