Giornalismo locale: un presidio di informazione e democrazia per la cittadinanza

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Il giornalismo locale, in un contesto di cittadinanza attiva, costituisce una preziosa sinergia per il presidio di informazione e la promozione della democrazia nel territorio. Le testate giornalistiche locali rivestono un ruolo fondamentale nella vita delle comunità, offrendo una copertura informativa dettagliata e vicina alla realtà delle persone e dei luoghi in cui operano.

Grazie a questo approccio, il giornalismo di provincia si configura come un autentico presidio di democrazia, consentendo ai cittadini di essere costantemente informati e partecipi delle vicende politiche, economiche e sociali che li riguardano direttamente.

L’informazione nei paesi e nelle città

Il giornalismo locale è un presidio di cittadinanza. Garantisce un’ecologia dell’informazione grazie alla coesistenza di più testate e permette ai cittadini di rimanere informati e seguire le vicende politiche, economiche o culturali. Il ruolo del giornalismo locale è di vitale importanza per evitare l’isolamento.

Gli articoli possono considerarsi un archivio storico per interi territori e possono risultare utili per le inchieste.  Molti paesi in Italia non hanno una copertura informativa e i quotidiani nazionali non coprono tutte le provincie. Il giornalista presente nel territorio conosce le dinamiche locali. Segue da vicino la politica, legge i documenti pubblicati dal comune, va ai consigli comunali o porta avanti inchieste sulla criminalità.

Fixer e Stringer nel giornalismo locale

Quando un media più grande pensa di occuparsi di un caso locale si affida ai fixer o a uno stringer. Il fixer è chi aiuta a stabilire contatti e aiuta i giornalisti a entrare in contatto con gli ambienti locali. Sono figure professionali che possono determinare la buona riuscita di un servizio, grazie al grado di permeabilità e conoscenza che hanno di una tematica o della rete di relazioni che hanno. Possono avere un ruolo da mediatore o da traduttore per i loro colleghi stranieri. Sono dei contatti chiave per realizzare reportage o documentari. Il termine fixer ha anche un connotato:

‘peggiorativo e generato da una retorica coloniale che contribuisce ad aumentare le asimmetrie fra giornalisti locali ed esteri’. (Ana P. Santos)

I fixer sono considerati anche gli invisibili del giornalismo, nonostante il loro ruolo sia indispensabile vivono situazioni di rischio e le assicurazioni sulla vita e sugli infortuni spesso sono a loro carico.

Lo stringer, nel linguaggio giornalistico indica la persona che, senza essere un regolare corrispondente, è incaricata di fornire a un giornale o a un’agenzia di informazioni, notizie su una determinata zona. Sia i fixer che gli stringer hanno una profonda conoscenza dei paesi in cui si muovono. Possono essere dei giornalisti locali ma anche persone esperte del territorio che lavorano come informatori speciali. 

Il loro ruolo per raccontare le realtà locali italiane è fondamentale, anche per la stampa straniera. Una pluralità di testate locali garantiscono un presidio di democrazia. I giornali locali svolgono ancora oggi una parte importante nel rapporto con i poteri presenti nel territorio. Le inchieste sulla politica locale, sulle mafie o sulle inchieste ambientali hanno trovato spazio nella stampa nazionale grazie ai reportage delle redazioni di provincia.

Il Data Journalism

Il Data Journalism è un giornalismo di precisione. Analizza i database e le informazioni che possono emergere interrogando i dati mettendoli in correlazione con eventi o fenomeni sociali. Philip Meyer, il giornalista che lo ha ideato, ha unito la narrazione giornalistica con la matematica, le scienze sociali, la statistica e la rappresentazione grafica. 

Il data journalism potrebbe indagare perché certi eventi si concentrano in una determinata area geografica o di forte vulnerabilità o rischio. Semplifica le difficoltà legate alla complessità di un argomento e se unito al visual journalism, può aiutare a raccontare una campagna elettorale in modo innovativo. In Colombia la testata Cuestione Publica ha ideato una App usando la narrativa di Games of Thrones. Spiegare il complesso fenomeno dei partiti politici e delle storiche famiglie che accentrano il potere da anni, mantenendo il controllo del territorio. Un prodotto culturale mainstream e il folklore locale ha permesso di dare una maggiore comprensione attraverso l’uso dei dati e del visual journalism.

Solution Journalism e Aree Interne

Il Solution Journalism è il giornalismo delle soluzioni ed è conosciuto anche come Constructive Journalism è un nuovo approccio alla professione giornalistica tradizionale. Si pone all’interno dei territori in maniera iperlocale, dando attenzione alle necessità alle minoranze e alle categorie sottorapresentate. Pone attenzione alle soluzioni piuttosto che ai problemi. Raccoglie storie che la stampa nazionale esclude, perché legate a contesti territoriali molto piccoli. L’interazione con la comunità è fondamentale e ha il potere di cambiare le policy e aver un impatto sul benessere dei territori. 

Le aree interne in Italia corrispondono al 30% del territorio dove vivono 13 milioni di abitanti e i servizi essenziali non sono garantiti. Chi vive in questi territori ha bisogno di maggiori informazioni e una maggiore copertura giornalistica e andare incontrato a fasce di popolazione sottorappresentate. La narrazione delle aree interne non è realistica e vi è una lettura ideologica dei paesi. La mancanza di ricerca sui territori è causata da un ritardo accademico. Sono luoghi di facili speculazioni ambientali, criminali e il turismo crea disagi per i paesani.

I paesi sono luoghi di disuguaglianze profonde

L’assenza di testate locali e l’informazione a pagamento determina dei deserti di notizie in molte regioni italiane e gli abitanti non riescono a reperire le informazioni utili sui servizi di prima necessità.

“Il nostro scopo era far capire che c’era un altro modo di fare assistenza medica nelle zone svantaggiate, per rimediare l’assenza di strutture sanitarie nelle aree meno sviluppate del paese, un gruppo di giovani medici ha deciso di portare i servizi essenziali nei villaggi dove ce n’è più bisogno” Alexandru Covaciu

Il welfare sociale nei paesi, lo portano avanti le donne. In Italia esiste un grave problema di misoginia e una forte cultura patriarcale. La mancanza di asili, ludoteche, mezzi di trasporto pubblici costringe le donne a lasciare il lavoro. Le amministrazioni sono formate da maschi che declassano il lavoro di cura e di accudimento come problemi personali e le progettazioni territoriali evidenziano i pregiudizi di chi li scrive.

Raccontare la mafia locale

Le inchieste portate avanti dai giornalisti locali sono il traino per inchieste nazionali destinate a lasciare il segno. Le mafie locali spesso determinano in maniera negativa le sorti di interi territori e di intere generazioni. Solo le inchieste condotte sul campo per anni da caparbi e ostinati giornalisti hanno potuto raccontare in presa diretta le intimidazioni e la violenza strutturale che vivono i paesani. Diego Gandolfo e Alessandro di Nunzio con Fondi rubati all’agricoltura hanno vinto il premio Roberto Morrione nel 2015 con il loro reportage sulla mafia rurale dei pascoli in Sicilia.

Giacomo di Girolamo, giornalista siciliano che si occupa di criminalità organizzata e corruzione è autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro. Ha pubblicato diversi libri legati alla latitanza dell’ultimo boss mafioso siciliano, e questo è stato possibile grazie alla permanenza sul territorio e per aver condotto per più di dieci anni una rubrica giornaliera radiofonica indirizzata proprio a Matteo Messina Denaro: Dove sei Matteo? Tra le pubblicazioni di Giacomo di Girolamo ricordiamo: L’invisibile, Cosa Grigia, Dormono sulla collina, Contro l’antimafia, tutti editi da Il Saggiatore.

Il giornalismo d’inchiesta e sul territorio

A Modena si svolge il più importante festival del giornalismo d’inchiesta: il DIG, offre panel, formazione ed eventi dedicati per incontrare giornalisti e autori che stanno portando avanti inchieste sull’Italia sommersa. In Sardegna Indip è una testata locale, innovativa e di inchiesta che vi consigliamo di seguire. Nel mainstream il gruppo editoriale più grande in Italia che approfondisce l’informazione in 31 città italiane è Citynews. Una realtà emergente dalla Basilicata è Le nostre notizie, un portale di informazione destinato a fare strada perché formato da under 25 e già ben posizionato nel territorio e in Irpinia la rubrica di Maria Fioretti su orticalab sulle aree interne è un presidio diretto di informazione.

Giornalisti in pericolo: storie di intimidazioni

Informare è una missione e molti giornalisti ogni anno muoiono. Rimangono vittime di intimidazioni, violenze e coercizioni fisiche, da parte di chi si sente minacciato dal loro lavoro. La libertà di espressione è la pietra angolare di una società democratica e pluralistica, e la protezione dei giornalisti viene riconosciuta anche dal Consiglio d’Europa e dei suoi Stati membri. Il Consiglio d’Europa ha adottato documenti chiave destinati ad aiutare gli Stati membri a garantire che i giornalisti possano svolgere il loro ruolo di guardiani delle democrazie, adottando misure immediate per prevenire la violenza e qualsiasi pressione contro i giornalisti. Nei paesi privi di forti tradizioni democratiche, lo Stato è spesso la principale fonte di pressione e la diffusione delle informazioni viene distorta e le fonti delegittimate. Anche in Stati considerati democrazie alcuni giornalisti subiscono pressioni e attacchi alla loro credibilità, attraverso atteggiamenti discriminatori, offensivi e attraverso la censura.

Quando un giornale locale chiude

Quando un giornale locale chiude si crea un deserto di informazioni. La crisi dell’editoria tradizionale si riflette soprattutto nelle piccole testate di provincia. I giornalisti più anziani vanno in pensione e molti di loro hanno avuto dei trattamenti economici ben diversi da chi sta entrando oggi nel mondo del giornalismo. E’ un settore del mondo dell’informazione in cui si investe poco. Il percorso per diventare giornalista locale non è sempre accessibile a tutti, sia perché il percorso può essere molto lungo e i contratti precari. Il rischio di chiudere per molte testate di provincia è alto. Quattro centesimi a riga. Morire di giornalismo di Lucio Luca, per Zolfo editore è un romanzo che vi consigliamo di leggere. Una storia di precariato, ambientata in Calabria che racconta la storia di Alessandro Bozzo, un cronista morto suicida. Una storia spaventosa di un suicidio in redazione.

Sguardi incrociati: giornalismo e antropologia

L’archivio delle testate locali è una fonte inesauribile di documenti utili, perché eventi successi anni prima possono tornare di grande rilevanza e completare l’informazione con nuovi dettagli.

Nel secondo dopoguerra le indagini d’inchiesta politica e sociale condotte da Danilo Dolci, da Carlo Levi e dall’antropologo Ernesto de Martino raccontano di un paese reale dove si raccontano le zone d’Italia rimaste indietro: places left behind.

Corrado Alvaro, scrittore calabrese, nel suo Itinerario italiano del 1933, definisce la provincia “la riserva delle energie del paese”, insiste nel sondare l’anima dei luoghi e sottolinea “il culto delle cose vere, dei sentimenti veri e connaturati”. La percezione dei propri luoghi e la conoscenza tacita

“ingigantiva il paesaggio, dava una conoscenza più stretta e insieme più misteriosa con le cose: dove erano accaduti incidenti di viaggio, dove era caduto un fulmine, dove una mandria era stata sorpresa dalla bufera […] era pieno quel breve spazio di straordinarie avventure”. (Corrado Alvaro)

Giovanni Comisso in La Favorita visita “ambienti e località di provincia, per la gran parte, solitari, silenziosi e ammantati, talora da una vaga patina nostalgica”. Un altro testo che vi consigliamo di leggere è Cose d’Italia, di Nino Savarese pubblicato nel 1940. 

Anna Rizzo, antropologa

SUGGERIMENTI DI LETTURA IN MERITO ALL’ARTICOLO ”Giornalismo locale: l’informazione di provincia”.

Se ti è piaciuto questo articolo in cui ti suggerisco la lettura di alcuni libri, ti consiglio di leggere altri articoli che ho scritto per la rubrica Antropologia, ad esempio quello su trasferirsi in un paese: cosa sapere prima di prendere questa scelta o quello sui paesi abbandonati: perché siamo attratti dai borghi fantasma e 10 libri sull’antropologia e l’archeologia che dovresti leggere prima di partire per una missione di ricerca.

Attraverso la mia rubrica Antropologia condivido i miei approfondimenti sui metodi di ricerca, sulle sfide etiche e sulle emozioni che accompagnano il lavoro sul campo, invitandovi a scoprire le peculiarità della cultura nell’entroterra e cercando di spronarvi a riflettere sui processi di cambiamento che le società stanno vivendo in questo periodo storico.