Demotivati, senza valori, con lo sguardo sempre rivolto verso uno schermo. Pare che i ragazzi d’oggi prendano parte ad una generazione a sè stante, con linguaggi ed atteggiamenti indecifrabili e lontani dai codici tradizionali. In questo mondo globalizzato la realtà fluida permea in ogni vissuto, trascinando verso l’abisso soprattutto chi non ha gli strumenti per decifrarne le difficoltà celate.

Modernità liquida
Che il mondo sia cambiato non è un argomento nuovo per nessuno. Con la realizzazione del sogno di una realtà sempre più globalizzata, le relazioni, di qualsivoglia genere si intende, sono state rese maggiormente immediate e, al contempo, estese.
Per meglio definire la post modernità si può fare riferimento al termine società liquida, introdotto da Z. Bauman ne Liquid Modernity a inizio secolo: una società fluida, che coinvolge tutti, e sempre più progressivamente. Parafrasando la nomenclatura scelta dal sociologo appena citato, si potrebbe immaginare la realtà come una spiaggia a cui prendono parte tutti i cittadini: tutti, prima o dopo, avranno necessità o volontà di tuffarsi nel mare; solo chi sa nuotare, però, riuscirà a stare a galla. Ebbene, metaforicamente parlando, chi avrà gli strumenti -dal latino instruere, colui che viene preparato, istruito– potrà tenere testa alla marea incalzante, mentre i più verranno invasi da un sentimento di perdizione.

Volendo riportare il significato etimologico alla realtà, ciò che più risulta evidente è la centralità, dunque, della preparazione alla vita, sempre più simile ad una marea stravolgente. Essere educati. Preparati alle difficoltà, a decifrarne i linguaggi e le criticità. Insomma: sapere stare a galla, adottando resilienza.

I RAGAZZI D’OGGI: una corsa contro il tempo
Nonostante gli strumenti educativi ad oggi in possesso dalle istituzioni, pare che a questa liquidità moderna non tutti riescano a tenere testa. Anzi, ad oggi sembra che il sentimento di perdizione prevalga per la maggior parte di coloro che sono privi degli strumenti utili per godere della infinita realtà odierna. Un mare dalle immense potenzialità, ma con altrettante insidie.
Questa fluidità del tempo, infatti, rende il quotidiano sempre più veloce, inafferrabile, rendendo coloro che vi prendono parte insicuri ed impauriti a causa della mancanza di guida e di riferimenti valoriali ed etici. I media, da parte loro, ne sono la matrice esemplificativa. Essi tendono ad aumentare le comunicazioni, rendendole immediate, ed al contempo ad isolare chi ne fa uso; creano trend in modo continuativo, impossibilitandone l’imitazione. In questa corsa contro il tempo, sono sempre più connessi all’uomo, e l’uomo ad essi, perchè tramutati da strumenti a bisogni, e da soluzioni a necessità.

i ragazzi di oggi: la I-GEN
Le nuove generazioni, facenti parte della iGeneration, si trovano immersi in questo marasma, in questo oceano sconfinato. In un quarto di secolo le relazioni non solo si sono digitalizzate, facendosi più immediate e sconfinate, ma si sono tramutate in un modo del tutto nuovo per la storia dell’uomo. All’interno delle mura domestiche, infatti, è stato ribaltato il concetto di pater familias, di donna, di madre e di famiglia.
La mamma casalinga è diventata una donna affermata e riconosciuta nell’ambito sociale e lavorativo, il padre ha incarnato le vesti di mammo; la famiglia -specie a partire dalla legge n.74 del 1970– è stata sradicata dal concetto di indissolubilità.
Il denominatore comune? La condivisione di un sentimento egoistico di autoaffermazione.

L’effetto? Il lasciarsi andare nella marea
Il ricorso sempre più diffuso a pratiche di abbandono di minori e la richiesta di divorzi sempre più notevole ne sono un chiaro esempio, e ancora di più lo è la tendenza a delegare l’educazione ai media: la semplificazione dei fatti è un fenomeno che, ad oggi, interessa qualsiasi dominio quotidiano.
Nonostante queste esemplificazioni proposte sembrino distanti tra di loro, nella realtà dei fatti sono tutte pratiche di abbandono dei figli.
Questa pratica non è nuova per l’uomo: le ruote degli esposti risalgono al 1198. Nonostante esse furono la soluzione per abbandoni espliciti, quelli di oggi, maggiormente taciti, sono più subdoli e difficili da rilevare. Abbandoni emotivi, affettivi, genitoriali: i bambini d’oggi si ritrovano a dover supplire in maniera autonoma a carenze ad essi dovute, in quanto loro diritto.

I DIRITTI DIMENTICATI DEI RAGAZZI DI OGGI
È ad inizio del Novecento che è stato sancito il dovere degli Stati di prendersi cura dei soggetti minori, curandone e tutelandone la crescita. La Carta del Fanciullo del 1924, insieme ad altri Trattati, pare ad oggi essere un ricordo lontano.
Al contrario, oggi i bambini sono costretti a vivere in mezzo a fantasmi: esistenze che rincorrono valori fittizi; assenze di riferimenti, di istruzione, di qualcuno che li accompagni, che pratichi l’e-ducere. Senza ciò, rifacendomi alla metafora della spiaggia prima proposta, il soggetto abbandonato a sè viene trascinato dalla marea, dal mondo odierno così liquido ed imprevedibile.

L’EMERGENZA EDUCATIVA MODERNA
L’esigenza di trattare un tale argomento si evince dalla situazione stessa. Diventa urgente e di primaria importanza rendersi consapevoli dei rischi di questo atteggiamento semplicistico adottato dai più grandi in primis verso sè stessi, e a maggior ragione in riferimento alle fasce d’età più piccole. Nel fare ciò bisogna tenere a mente che si è cittadini, e non individui a sè, nonostante la volontà ormai diffusa di affermazione del proprio io. Essere cittadini è un merito lottato negli anni che è denso di diritti e di doveri, soprattutto verso le fasce di popolazione maggiormente vulnerabili. E chi più dei minori?

i ragazzi di oggi: una generazione dimenticata?
È vero: non ci sono più i ragazzi di una volta. I parchi sono svuotati, i centri di aggregazione spogli. Vengono adottati slang e modalità espressive del tutto nuove. Scende in modo impressionante la percentuale di partecipanti ad attività sportive; cresce, al contempo, l’utilizzo di smartphone, la frequenza sui social e il loro utilizzo inappropriato, oltre che non sorvegliato.
I ragazzi d’oggi sono cambiati ed è un fatto non nuovo che il tempo tramuti le cose. Ciò che rimane invariabile dev’essere la spinta a essere Uomini, non esistenze di passaggio, con valori e morale. Cittadini con responsabilità verso la il micro -la società-, il macro -il mondo intero- e verso tutte le sottocategorie ad oggi dimenticate. I bambini non possono e non devono essere lasciati indietro in questo processo di responsabilizzazione comune e presa di coscienza.
Bisogna essere boe in questa marea, divenendo appigli per chi non riesce a stare a galla e ad avere voce in questa confusione generale.

conclusione all’articolo sull’emergenza educativa dei ragazzi di oggi
Cari genitori, cari adulti: nonostante la foga del presente, abbiate cura di fermarvi tra la folla e di prendere atto delle immense fragilità dei più piccoli. Abbiate cura del vostro mestiere di educatori: e-ducere sta nell’accompagnare, nel trarre la bellezza dalle singolarità, dando al contempo strumenti alle stesse. E non c’è compito più bello ed al contempo più impegnativo di ciò: in voi è racchiuso il presente, certo, ma anche il futuro.
Dott.ssa Elisa Bellucci, pedagogista specializzata in ambito giuridico
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