“La felicità non va inseguita, ma è un fiore da cogliere ogni giorno, perché essa è sempre intorno a te. Basta accorgersene.”
Siamo soliti pensare che abbiamo bisogno di rivolgerci allo psicoterapeuta o allo psicologo soltanto di fronte a situazioni di disagio, patologia o malessere conclamato.
Fino ai primi anni del ventesimo secolo, il focus della ricerca psicologica si è concentrato sul” correggere” qualcosa di malfunzionante, ma grazie all’interesse nato per il benessere soggettivo è possibile porre l’attenzione sull’individuazione dei comportamenti che possono aiutarci a migliorare la qualità della nostra vita.
Ancora oggi, però, facciamo fatica a considerare l’idea che si possa potenziare, oltre al benessere fisico, anche quello mentale.
Ma se iniziassimo ad “usufruire” dello psicologo per migliorare il nostro benessere?
Fortunatamente esiste già una branca della psicologia che si è specializzata nella costruzione delle qualità positive: la psicologia positiva. Fondata dallo psicologo americano Martin E. P. Seligman, essa ha come fine quello di costruire un sistema finalizzato al benessere e alla felicità della persona.
Lo psicologo che si muove in quest’ottica, promuove la condizione di benessere attraverso il potenziamento delle risorse che la persona possiede già, elevando le sue capacità di agire negli eventi di vita, anche in una condizione di difficoltà non patologica.
La prospettiva positivista, inoltre, vede il benessere come il risultato del pensare positivo.
In questo senso, il nostro modo di reagire positivamente potrebbe essere la chiave fondamentale per vivere in armonia con noi stessi, con le persone che ci stanno intorno e con il nostro ambiente.
Come scriveva Albert Einstein: “Il mondo che abbiamo creato è il prodotto del nostro pensiero e dunque non può cambiare se prima non modifichiamo il nostro modo di pensare”.
E voi ci avete mai riflettuto?
Veronica Caroccia