“Non c’è cosa più grande delle piccole cose”
Con gli amici, e specialmente con le donne, ho sempre avuto diffidenza delle frasone o dei gesti plateali. Sarà l’esperienza o un po’ di sano pregiudizio, ma non ho mai ritenuto che le grandi relazioni o i grandi rapporti di amicizia necessitassero di grandi dimostrazioni.
Qualche giorno fa parlavo col mio cognatino, da poco 20enne, sull’amicizia e quello che mi è uscito fuori spontaneamente è parlare del “buon amico”. Quello che c’è sempre ma non sempre sempre. Quello che non millanta frasi motivazionali o grandi supposizioni teoriche. Quello che è presente anche nella sua assenza, ma non ti fa pesare la tua assenza.
Sembra facile, ma penso che essere un buon amico sia la cosa più difficile di tutte.
Racchiude rispetto, ascolto, ma anche forza e accettazione:
- rispetto per le tue idee
- ascolto dei tuoi problemi (“quanto basta”, un po’ come la quantità di acqua necessaria per fare il calcestruzzo)
- forza nel darti uno schiaffo se stai facendo o pensando azioni autolesioniste
- accettazione dei tuoi difetti e esaltazione (ma non troppo) dei tuoi pregi
A me non sembra affatto facile, e in questo, vorrei ringraziare le prime persone che mi ricordano proprio questa descrizione: Edoardo, Lorenzo, Alessandro, Mattia, Andrea, Gregorio, Marco e Joshua, qualcuno un po’ più longevo dell’altro.
Non voglio dileguarmi in frasi o descrizioni prolisse proprio in relazione alla semplicità di quanto appena detto, però qui di seguito ti inoltro una delle mie canzoni preferite.
A prestissimo!
“Il sole muore già,
e di noi questa notte avrà pietà
dei nostri giochi confusi nell’ipocrisia
il tempo ruba i contorni a una fotografia.
E il vento spazza via,
questa nostra irreversibile follia
chissà se il seme di un sentimento rivedrà
la luce del giorno che un altra vita ci darà.
Resta amico accanto a me,
resta e parlami di lei se ancora c’è
l’amore muore disciolto in lacrime ma noi
teniamoci forte e lasciamo il mondo ai vizi suoi.
Io e te lo stesso pensiero,
io e te il tuo e il mio respiro
sarà tornare ragazzi e crederci ancora un po’
sporcheremo i muri con un altro no.
E vai se vuoi andare avanti,
perchè sei figlio dei tempi
ma se frugando nella tua giacca scoprissi che
dietro il portafogli un cuore ancora c’è,
amico cerca me.
E ti ricorderai,
del morbillo e le cazzate tra di noi
la prima esperienza fallimentare chi era lei
amico era ieri le vele le hai spiegate ormai.
E tu ragazza pure tu,
che arrossivi se la mano andava giù
ritorna a pensare che sarai madre ma di chi,
di lui che è innocente che non si dica figlio di
Io e te lo stesso pensiero
. . . . . . . . . . . . . . . . .
Che fai, se stai lì da solo,
in due più azzurro è il tuo volo
amico è bello amico è tutto è l’eternità
è quello che non passa
mentre tutto va . . . .
amico amico amico
il più fico amico è chi resisterà,
chi resisterà, chi resisterà
chi di noi, chi di noi resisterà.”
Niccolò Di Paolo