Il “disagio della modernità” secondo Charles Taylor: comprendere la società moderna attraverso gli occhi dei primi anni ’90

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Il disagio della modernità secondo Charles Taylor, filosofo e accademico canadese esperto di filosofia politica e alla filosofia delle scienze sociali, è causato da 3 grandi fonti: l’individualismo, il disincantamento del mondo e il disinteresse generale per la cosa pubblica.

Nel suo libro “il disagio della modernità” affronta questi tre grandi disagi vedendo in un nuovo equilibrio la chiave di volta risolutrice.

Approfondiamolo insieme.

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Taylor definisce il disagio della modernità l’insieme di quei tratti che l’uomo sperimenta come perdita o declino nonostante la nostra civiltà si sviluppi.

Secondo l’autore questo genere di disagio nasce nel XVIII secolo coinvolgendo di fatto l’epoca moderna e contemporanea e non se n’è mai andato del tutto. È cambiando forse il contesto, ma non sono cambiate le dinamiche.

I tre disagi della modernità

Taylor pur sostenendo che esista una grande varietà di temi su cui poter riflettere, sceglie di dedicare la trattazione su tre di essi.

Si tratta di temi ben conosciuti che paradossalmente, parlandone in continuazione, celano e creano smarrimento rendendo la persona incapace di capire cosa sia meglio fare:

  1. Individualismo
  2. Disincanto del mondo che si lega alle preoccupazioni per il primato della ragione strumentale e tecnologica
  3. Disinteresse per l’autogoverno e la cosa pubblica (partecipazione politica)
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L’Individualismo e la libertà

Sebbene in molti lo considerino una conquista si tratta di un tema piuttosto controverso.

L’individualismo, e la libertà connessa, costituisce un diritto generalmente difeso anche dai sistemi giuridici. In linea di principio nessun individuo vorrebbe ritornare indietro sostenendo, per alcuni, che si tratti di un processo non ancora concluso.

La conquista della libertà ha radici antiche. L’essere umano se l’è conquistata con l’emancipazione dai vecchi orizzonti morali che vincolavano gli uomini e le donne ad un ordine più ampio. Uomini e donne confinati in una posizione, nella maggior parte delle volte, imposta e non scelta.

La libertà moderna nacque dal discredito dei sistemi gerarchici che in passato regolavano la società umana e le davano senso. In generale gli assetti economici, la vita familiare e le gerarchie vengono intesi in età moderna come limiti a questa libertà.

Tuttavia, il distanziamento da questi sistemi gerarchici, ha creato una situazione paradossale:

  • da un lato essi limitavano la libertà dell’uomo;
  • dall’altro essi davano un senso al mondo ed alle attività della vita sociale.

Questo processo di discredito è stato chiamato il disincantamento del mondo, il quale ha avuto conseguenze significative sulla vita dell’uomo e sul significato della condizione umana in particolare. La persona, con questo disincanto, ha perso il senso di uno scopo superiore, di qualcosa per cui valesse la pena vivere e morire.

Questa perdita di senso è legata ad un restringimento: gli uomini e le donne perdendo la visione più ampia si concentrano sulle loro proprie vite individuali ripiegandosi in se stessi.

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Ecco perchè la libertà individualistica è diventata un disagio della modernità

  • Aleperis de Toqueville, considerato uno degli storici e studiosi più importanti del pensiero liberale, liberalconservatore e del liberalismo progressista, parlava della perdita di passione;
  • Nietzsche sosteneva che gli uomini fossero arrivati al nadir, ovvero al punto di arrivo di questo declino aspirando solo ad un miserabile benessere. (Nicolás Gómez Dávila: “La libertà a cui aspira l’uomo moderno non è quella dell’uomo libero, ma quella dello schiavo nel giorno di festa)

Il lato oscuro e negativo dell’individualismo è che induce la persona all’incentrarsi sull’io appiattendo e impoverendo di significato la propria vita, perdendo di vista il bene comune e l’interesse per gli altri e per la società.

Secondo Taylor la visione positiva di questo individualismo è stata ribaltata in quanto la sua politica ha tradito il significato di vita autentica. Questo confondendo la scelta di vita come potenziale di vita autentica con le preferenze individuali e personali, portando a ritenere che una scelta valga l’altra, che la mera differenza sia la base dell’uguale valore.

Il contesto dialogico che manca nell’individualismo moderno

L’individualismo, sotto questo pundo di vista, ignora che la realizzazione di sé, il perseguimento di una vita autentica e la costruzione dell’identità avvengano sempre in un contesto dialogico di scambio-incontro-confronto con l’altro.

Il contesto dialogico avviene e si realizza all’interno di pratiche di condivisione non di individualizzazione e centramento su di sé.

Il lato oscuro dell’individualismo è proprio il ripiegarsi sull’io che appiattisce e restringe le vite delle persone impoverendone il significato e allontanandole dall’interesse verso gli altri e verso la società.

Ed ecco il disagio: si ha la sensazione che la vita sia appiattita e ristretta e che ciò sia connesso ad un deplorevole assorbimento dell’individuo su sè stesso.

Questa deriva dell’individualismo è recentemente visibile nella ME Generation (o Baby Boomers, ovvero le persone nate tra il ’46 e il ’64) e nel dominio del Narcisismo nella società post-moderna.

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Il disincantamento del mondo: secondo disagio della modernità

Il disincantamento del mondo, secondo Taylor, è connesso al primato della ragione strumentale.

Questa è quel tipo di razionalità a cui ci rifacciamo quando calcoliamo l’applicazione più economica dei mezzi a disposizione per raggiungere un determinato fine.

L’atteggiamento che massima l’efficienza e indica il miglior rapporto costi-benefici come primo fattore

La logica che vede come obiettivo la massimizzazione del rapporto costi-benefici riveste un ruolo strumentale e materiale sulla persona. Nata proprio per il fine di massimizzare la produzione in campo industriale/economico stimola di fatto il venir meno dei vecchi ordinamenti e la perdita dell “vecchia” struttura sociale.

Il metro unico diventa quello della ragione strumentale, allargando enormemente l’ambito di questo tipo di razionalità a tutta la realtà sociale scardinando i vecchi assetti fondati sull’ordine delle cose o sulla volontà di Dio.

E anche per questo “disagio” l’autore ci mette di fronte ad un’ambivalenza:

  • da un lato questo metro è stato liberatorio nella storia contemporanea aprendo possibilità prima impensabili;
  • dall’altro porta con sé un timore che le cose vengano trattate sempre in termini di efficienza a tal punto da guidare le nostre vite all’esigenza della “ragione strumentale” anche fuori dal contesto economico/lavorativo
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La costante ricerca di soluzioni tecnologiche come cofattore della ragione strumentale

Un altro fattore che influisce su questo disagio è la conseguenza della ricerca di soluzioni tecnologiche a qualsiasi problema umano.

Un esempio facilmente comprensibile è la costante ricerca di soluzioni mediche attraverso macchinari o farmaci escludendo a priori il non esaminare con cura e umanità la vita del paziente nella sua interezza (dove magari un comportamento o una credenza disfunzionale sono all’origine del malessere o del male anche quando esso è osservabile empiricamente come puramente “fisico”)

Di questo argomento ne parla, tra i tanti, Patricia Benner, infermiera, teorica e autrice americana, nel suo libro “Formazione Infermieristica” dove rivede completamente il modello educativo degli infermieri implicando una dimensione “scientifica” e non solo “etica“ dell’assistenza ed una integrazione costante tra standardizzazione e personalizzazione.

L’eccessiva idolatrazione della tecnologia che mette in secondo piano la persona

Questo alla lunga porta sempre di più in secondo piano la persona, contribuiendo ad ad appiattire le vite umane. Secondo Taylor questo porta una perdita di risonanza, profondità e ricchezza del nostro ambiente umano.

  • Albert Borgman, filosofo tedesco specializzato in filosofia della tecnologia, parla di paradigma dell’aggeggio secondo il quale tutta la positività ed i benefici del progresso e dell’evoluzione umana sono attribuiti alla tecnologia, nuova musa del millennio, confidando nei suoi poteri, in apparenza illimitati, per trovare la soluzione a ogni problema.
  • Hanna Arendt, politologa, filosofa e storica tedesca naturalizzata statunitense, ha sottolineato invece il carattere effimero ed impersonale degli oggetti d’uso moderni (diversamente dal passato, in cui, ad esempio, il riscaldamento non era generato da una caldaia, ma per produrlo serviva la legna e tutti si davano da fare per questo)

Questi meccanismi impersonali sono fortemente presenti nella società.

  • Max Weber, altro sociologo, filosofo, economista e storico tedesco, li chiamava gabbia di ferro (o gabbia di acciaio) perché sono forze che dominano le persone (stato e merci) e che rendono impotente l’uomo davanti alle loro possibilità.

Ma perchè avvenga un cambiamento, secondo queste regole sociali, dovranno essere necessariamente coinvolte le istituzioni e la politica. E questo conduce al terzo livello, quello politico, diretta conseguenza dei primi due punti.

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Il terzo disagio della modernità, conseguenza dei primi due: il disinteresse per la cosa pubblica

Taylor introduce il terzo livello argomentando le conseguenze dell’individualismo e del primato della ragione strumentale.

La prima conseguenza è che le istituzioni e le strutture della società industrial-tecnologica limitano pesantemente le nostre scelte. Queste costringono ad attribuire troppa rilevanza alla ragione strumentale provocando come conseguenza una grave perdita di libertà negli individui e nel gruppo.

Taylor cita Torqueville il quale individua una tra le perdite di libertà più pregnanti per l’uomo: una società di individui ripiegati su se stessi e uniformata alla massa.

Secondo Torwueville la perdita di condivisione porta gli esseri umani a restare “chiusi nei loro cuori”, nella quale solo pochi vorranno partecipare alle attività di autogoverno. La maggioranza preferirà, piuttosto, godersi le soddisfazioni della vita privata, facendone la prerogativa principale.

La seconda conseguenza, secondo Taylor, si può comprendere recuperando quello che Torqueville chiamava Dispotismo morbido.

Un mondo globalizzato - Noi Siamo Futuro

Il Dispotismo morbido di Alexis de Tocqueville

Il Dispotismo morbido è quella forma di governo, diverso dalla tirannia del terrore, caratterizzato da una parvenza di democrazia. In questa democrazia appaente ogni cosa è controllata dal potere paternalistico e sul quale le persone hanno scarso controllo poiché solo pochissimi partecipano attivamente alla vita politica.

Secondo Tocqueville l’unica difesa per combatterlo è una vigorosa cultura politica che dia molto valore alla partecipazione alla struttura di governo e alle associazioni volontarie.

Infatti, il dispotismo rappresenta un circolo vizioso perché con l’atomismo individuale, le associazioni si dissolvono e lasciano il cittadino solo contro lo stato burocratico demotivandolo e facendogli ripetere il processo continuamente. Questo fino a fargli perdere il controllo politico sul proprio destino.

Ciò che si trova a venire minacciata è proprio la libertà politica e la dignità in quanto cittadini.

Un nuovo stadio della modernità – LEF

il disagio della modernità come conseguenza dei macro-vizi causati da Individualismo, tecnologia e gestione burocratica

Il disagio della modernità è quindi conseguenza di tre micro-disagi:

  1. perdita di senso, con il venir meno degli orizzonti morali, come conseguenza dell’indivualismo e della fobica ricerca della libertà individuale;
  2. eclisse dei fini di fronte al dilagare della ragione strumentale;
  3. la perdita di libertà come conseguenza causata dalla perdita di forza sulla politica dell’individuo/cittadino.

La modernità ha i suoi lodatori e i suoi detrattori. Hanno entrambi ragione ed entrambi torto.

Secondo Taylor va trovato l’equilibrio per risolvere una questione, esprimibile cercando di rispondere a queste domande:

  • come pilotare questi sviluppi verso le loro più promettenti potenzialità?
  • come evitare di scivolare nelle forme degradate?

Per scoprirlo bisogna aspettare il prossimo articolo

Dottor Niccolò Di Paolo

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