Il viaggio in Italia. Come il Grand Tour ha disegnato il turismo

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Il Grand Tour era “il grande giro”, un viaggio intrapreso dall’aristocrazia europea a partire dal XVIII secolo.

Durante il Grand Tour, i giovani aristocratici europei si avventuravano attraverso l’Europa, principalmente in Italia, per arricchire le proprie conoscenze culturali e acquisire una prospettiva più ampia del mondo.

In questo articolo scoprirai come il Grand Tour abbia plasmato la mente e l’immaginazione di intere generazioni di aristocratici, aprendo le porte a nuove idee, influenzando l’arte e l’architettura e lasciando un’impronta indelebile nella storia culturale europea.

La scoperta sentimentale dell’Italia nasce dall’ispirazione Romantica di vivere il pàthos dell’antico e dei fasti della classicità. Tra Sette e Ottocento i viaggiatori e le viaggiatrici si spinsero alla scoperta dell’Italia alla ricerca di paesaggi antiquari e di solitudini arcaiche. Una ricerca sentimentale di verifica del passato, effettuata attraverso l’esperienza del viaggio e delle tradizioni. Il paesaggio letterario codificato dai viaggiatori romantici ci aiuta a spiegare come oggi la narrazione del territorio italiano risenta di questa esperienza.

Cosa è il Grand Tour

Il Grand Tour era “il grande giro”, un viaggio intrapreso dall’aristocrazia europea a partire dal XVIII secolo. Il termine Grand Tour ha fatto la propria comparsa nel 1670 con la rinomata guida di Richard Lassels, An Italian Voyage. L’espressione Grand Tour designa per estensione la visita di vari paesi europei e ha come obiettivo finale le mirabilia urbane e antiquarie d’Italia. Tracciare un identikit del viaggiatore non è semplice: il viaggiatore cosmopolita è un viaggiatore sentimentale, sentimental traveller. Il turismo moderno ha avuto origine proprio dal Grand Tour.

Nessuno è in grado di comprendere Cesare e Livio come colui che ha compiuto il Grand Tour completo della Francia e dell’Italia” (Richard Lassels)

La ricostruzione dell’arte itineraria rientra nella nuova idea di viaggio di formazione, di istruzione e di diletto in cui sono impegnati per due secoli le nuove leve della leadership economica, politica e culturale del mondo europeo.

Il viaggio pedagogico

A partire dal 1700 secolo l’Italia diventa mèta di viaggiatori che provengono dalla Francia, dalla Germania e dalla Grand Bretagna. Il viaggio in Italia assume un valore educativo, secondo una tradizione culturale che ne faceva un rito di passaggio da affrontare in gioventù, o almeno una volta nella vita. Il Grand Tour completava la formazione culturale. Si era in cerca di terre bagnate dal mito e lontane da realtà omologanti. Ne abbiamo testimonianza attraverso le fonti letterarie, dei diari di viaggio e dalle guide turistiche. Alla formazione di tale coscienza hanno apportato un contributo i viaggiatori stranieri attraverso la loro esperienza. I resoconti di viaggio di Stendhal e di Lord Byron hanno contribuito al richiamo per questa terra.

Il Grand Tour è il viaggio di formazione che giovani aristocratici e facoltosi gentiluomini e gentildonne intraprendono per conoscere l’Italia. Gli si riconosce lo statuto di una vera e propria moda e si attribuiscono al viaggio poteri taumaturgici per coloro che sono affetti dalla tetra malinconia. Il viaggio si fa addirittura metafora e occasione per un processo di rigenerazione. I Grandtourist sono alla ricerca del beau monde e alcuni di loro saranno i maggiori innovatori del romanzo britannico.

Viaggi e sesso nel Grand Tour

L’arte itineraria si svolge nell’ambito di una nuova idea di viaggio. Per due secoli le nuove leve della leadership economica, politica e culturale europea, saranno impegnate nel viaggio di formazione e di diletto. Se vi interessa conoscere la vita sessuale durante il Grand Tour vi consigliamo questo libro: Climi bollenti. Viaggi e sesso nei giorni del Grand Tour:

“i risvolti sessuali delle quattro funzioni primarie del Tour: rito di passaggio, confronto con diversi costumi sociali, collezione di manufatti, e sfoggio di potere economico del viaggiatore e del suo paese” (Ian Littlewood)

La scoperta dell’Italia antiquaria

Il viaggiatore europeo è in cerca di un’Italia antiquaria, artistica e antropologica. Parallelamente si afferma il genere del vedutismo, un genere pittorico nato nel Settecento che ha un interesse topografico, espresso in disegni, dipinti e incisioni. Pone l’attenzione sui paesaggi e sulle riprese delle città dal vero. Tale produzione esprime la ricerca di itinerari culturali che portano alla riscoperta di civiltà sepolte, alla rivalutazione di stili, alla valorizzazione di antiche città consegnate all’oblio. Tutto ciò contribuirà alla formazione di una ideologia collettiva di viaggio estetizzante. Questa nuova consapevolezza del territorio si è espressa nella sapienza topografica, nella riproduzione del paesaggio miniaturizzato, antiquario e silvestre. Sin dal XVII secolo il paesaggio delle Alpi e degli Appennini costituisce un topos per descrivere il sublime.

La pittura topografica

E’ merito della pittura topografica del Vernet e di Van Bloemen per averne diffuso la moda nel contesto europeo attraverso la rete dei collezionisti.

“Il viaggiatore del Seicento è mosso infatti da curiosità e tramite il viaggio intende raggiungere una compiuta esperienza. Il termine curiosità abbraccia un vero e proprio universo sensibile nel quale rientrano la raccolta e la catalogazione di opere artistiche e di rarità naturali atte a soddisfare desideri e manìe del virtuoso e del collezionista; lo studio di usi e di costumi di popoli; l’analisi delle loro forme di governo e delle magistrature; l’esplorazione sistematica di interi ordini culturali” (Attilio Brilli)

Il viaggiatore dell’età romantica, rivela doti e conoscenze poliedriche che vanno dalla mineralogia alla botanica, alle scienze agrarie. Tale sapere pragmatico costituisce un tramite di collegamento con la realtà quotidiana del viaggio e della raffigurazione paesaggistica. 

Viaggiatrici nel Grand Tour

Nel Settecento si assiste al sorgere di un altro importante fenomeno, vale a dire la presenza delle donne, appassionate viaggiatrici refrattarie ai luoghi comuni. Sono le viaggiatrici le prime ad accantonare gli stereotipi e i luoghi comuni nel descrivere gli italiani. Estella Canziani intellettuale e viaggiatrice, scrive nel 1913 “Through the apennines and the lands of the Abruzzi” un documento etnografico che ripercorre itinerari attraverso i paesi, i borghi e incontri con gli abitanti.

Gli itinerari 

In Italia si viaggia da sempre. In età medievale i pellegrini che attraversano la penisola disegnano i primi itinerari attraverso le stazioni di posta. Una delle tappe più interessanti sulla via Franchigena è quella di Poggio Bonizio, oggi Poggibonsi (SI), in Toscana. Qui trovavano ospitalità e ricoveri sicuri, locande e cambio cavalli. Il pellegrino non è interessato al paese reale, ma a monumenti, basiliche e reliquie cristiane.

Il pellegrino osserva il mondo sub specie aeternitatis, sotto l’aspetto dell’eternità. A differenza del viandante del Settecento che visita l’Italia in età moderna dedicando attenzione all’espressione topografica. Sollecitato dal desiderio di conoscenza e scoperta, dall’amore dell’arte e della storia. Si affida a itinerari consuetudinari. Scegliendo Firenze, Roma, Napoli, Venezia e in estate Lucca o Siena. Si privilegia un lungo soggiorno e durante le trasferte si compilano le per prime guide turistiche. 

Le guide turistiche

Itinerary di Fynes Moryson esploratore e scrittore inglese, fornisce una preziosa testimonianza dei costumi europei di fine XVII secolo. Itinerary è da considerarsi una delle prime guide di viaggio e interrompe una tradizione scrittoria legata al vademecum del pellegrino, meglio conosciuto come libro indulgentiarum. Memorie individuali, diari, lettere e cronache delle giornate di viaggio si traducevano in manuali per chi affrontava il Grand Tour in Italia.

Itinerary da avvio a un nuovo genere di letteratura, che narra una nuova modalità laica di viaggiare. Le guide hanno un carattere enciclopedico secondo un’impostazione illuministica. Come ci ricorda Attilio Brilli, storico della letteratura di viaggio: 

“Con lo sviluppo dell’impresa turistica, lo strumento immancabile del nuovo viaggiatore, il manuale che lo accompagna ovunque nella scoperta di nuovi paesi, o che a essa lo predispone, diventa la guida di un intero ambito territoriale, di una realtà nazionale e poi della singola città”. (Attilio Brilli)

il turista moderno

La letteratura di viaggio è una guida immaginaria, di città, di monumenti e di paesaggi. Gli inglesi la definiscono Travel Literature e i tedeschi Reiseliteratur. La vivacità intellettuale dei turistes à la moderne, tra il XVI e il XVII secolo si condensa una mole cospicua di letteratura di viaggio capace di interconnettere l’esperienza del viaggio con il percorso interiore. Robert Devereux, Conte di Essex, compila un vademecum per viaggiatori delle vere e proprie istruzioni: profitable instructions, istruzioni utili,per coloro che si accingono a partire per l’Italia.

Il XVII secolo ha una concezione essenzialmente didattica del viaggio in Italia che sedurrà il viaggiatore romantico, proteso a rigenerare la propria dolente riflessività sentimentale. L’avventura culturale dei viaggiatori arricchisce il nostro modo di percepire il mondo. I travel book e i Manuel du voyager o i Tagebuch cominciano ad essere editi a ritmo serrato e vengono distribuiti nelle librerie di tutta Europa. Il racconto del presente e del passato viene filtrato attraverso lo sguardo di canoni estetici che non fanno parte della nostra cultura. Il Grand Tour diventa uno strumento di conoscenza e di incontri tra intellettuali, aristocratici, nobili, diplomatici, studenti e artisti.

Goethe in Italia

Gli itinerari con il tempo si spingono ben oltre Roma, fino a Paestum e più a sud verso la Sicilia. Uno dei testi più importanti è Italienische Reise di Johann Wolfgang von Goethe, Viaggio in Italia che scriverà solo dopo trent’anni dalla permanenza in Italia. Questa sua opera sancisce la fine del Grand Tour in Italia, aprendo la strada verso nuovi itinerari. Goethe viaggerà in incognito, con il nome di Filippo Miller per non essere riconosciuto come l’autore de I dolori del giovane Werther e per evitare di partecipare alla vita sociale e alla mondanità, dato che era molto famoso.

“La meta del mio desiderio più profondo, che empiva di tormento tutto il mio animo, era l’Italia, le cui immagini e simboli ho sempre sognato invano, finché finalmente presi l’audace decisione di andarne a conoscere la concreta realtà.” (Goethe)

Nel centro di Roma è possibile visitare la casa museo di Goethe, dove soggiornò ospite del suo amico pittore Tischbein. E’ suo il monumentale Ritratto di Goethe nella campagna romana, conservato alle Städtische Gallerie di Francoforte del 1787 che lo ritrae in uno scorcio sull’Appia Antica. Goethe era un attento osservatore del paesaggio.

“Mi ero già accorto che Tischbein mi osservava sovente con attenzione, e ora si scopre che vuol dipingere il mio ritratto. Il bozzetto è pronto, la tela già montata. Vi figurerò a grandezza naturale in veste di viaggiatore, avvolto in un mantello bianco, seduto all’aperto su un obelisco rovesciato, nell’atto di contemplare i ruderi della Campagna romana in lontananza. Ne verrà un bel quadro, solo che sarà troppo grande per le nostre case nordiche; io non potrò che tornare a rimpiattarmi là dentro, ma non ci sarà posto per il ritratto” (Goethe)

Molti turisti tedeschi, ancora oggi ripercorrono l’Italia sulle tracce degli itinerari del Grand Tour di Goethe.

Libri e film sul viaggio in Italia

La moda del viaggio in Italia proseguirà ben oltre il XVII e il XVIII secolo. Libri e produzioni cinematografiche si ispireranno al viaggio di formazione in Italia e in Europa. Alcuni tra i testi ispirati al Grand Tour sono “Gli innocenti all’estero” di Mark Twain, “Tales of a Traveller“, di Irving Washing. “Guide and Pocket Companion Through Italy” di William Boyd, “Handbookfor travelers in Northen Italy” di Frances Palsgraves, Stendhal Passeggiate romane” e “Roma, Napoli, Firenze”, “La certosa di Parma“. La scrittrice Mary Shelley scriverà Frankenstein durante il Grand Tour, dando il via alla letteratura fantastica e orrorifica del sublime.

Camera con vista è un film ispirato al viaggio in Italia, tratto dall’omonimo libro di Edward Morgan Forster. National Lampoon’s European Vacation di Amy Heckerling, possiede tutte le caratteristiche di un Grand Tour moderno, con diverse soste nelle città europee. Un mese al lago di John Irvin è una storia d’amore e di luoghi dell’anima ambientata nel lago di Como.

Il contributo degli studi antropologici

Come il racconto del Grand Tour impatta sull’immaginario turistico italiano? L’immagine dell’Italia elaborata dai viaggiatori del Grand Tour ha ancora oggi un impatto sulla percezione turistica dell’Italia. L’antropologo Franco La Cecla, nell’introduzione al volume Storia delle vacanze dell’etnologo svedese Orvar Löfgren, ci ricorda che:

“L’Italia in qualche modo è stata salvata dal turismo. Buona parte della scoperta dei nostri monumenti e paesaggi e dell’interesse per preservarli è legata alla grande tradizione di viaggiatori esteri, e anche all’immagine che gli “stranieri” hanno costruito dei beni culturali” (Franco La Cecla).

In L’altro e l’altrove: antropologia, geografia e turismo:

“La formazione di un’immagine turistica è il risultato di un processo storico di accumulazione di rappresentazioni territoriali. L’archivio iconografico legato alla promozione turistica affonda nella storia di un determinato territorio. Al contempo, tuttavia, l’immagine turistica di un luogo rappresenta una negoziazione costante di influenze e spinte provenienti da diverse direzioni: dal mondo dei mass media, dal dibattito culturale, dalle mode espresse da una società, dagli operatori del settore ricreativo. L’immagine turistica di un territorio si configura dunque come il risultato di una serie di processi di mediazione e di selezione della complessità territoriale in elementi facilmente riconoscibili, identificabili ed evocativi” (Aime, Papotti)

Costruire il patrimonio culturale” della professoressa Anna Iuso è un testo di antropologia per approfondire il valore del patrimonio materiale e immateriale della cultura.

Anna Rizzo, antropologa

SUGGERIMENTI DI LETTURA IN MERITO ALL’ARTICOLO ”Il viaggio in Italia. Come il Grand Tour ha disegnato il turismo”

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Attraverso la mia rubrica Antropologia condivido i miei approfondimenti sui metodi di ricerca, sulle sfide etiche e sulle emozioni che accompagnano il lavoro sul campo, invitandovi a scoprire le peculiarità della cultura nell’entroterra e cercando di spronarvi a riflettere sui processi di cambiamento che le società stanno vivendo in questo periodo storico.