L’immaginazione può allontanarci da noi stessi ma può anche ricondurci verso il nostro bambino interiore, alla sua creatività e alla sua capacità di trovare soluzioni originali.
L’immaginazione permea tutte le funzioni psichiche: è la capacità che ci permette di desiderare, sperare, temere, fare progetti o partecipare alla gioia di un nostro amico. Essa può essere feconda o infeconda, può avvicinarci o allontanarci da noi stessi.
Questa complessa attività mentale si sviluppa quando siamo bambini, permettendoci di “simbolizzare” e di accedere al gioco, spazio di apprendimento e sperimentazione. La capacità immaginativa ha uguale dignità del pensiero razionale ma è sottile il confine tra ciò che risulta arricchire o impoverire il nostro mondo interno.
L’immaginazione infatti può prendere direzioni nocive, quando il suo operato è a favore della nostra parte più “nevrotica”: la realtà viene distorta prefigurandoci scenari disastrosi, oppure la arricchiamo smaniosamente senza vivere il momento presente.
Allo stesso tempo però la nostra capacità di “sognare ad occhi aperti” ha un potere creativo e progettuale che amplia il nostro orizzonte esperienziale mostrandoci qualcosa di inedito, portandoci verso soluzioni addirittura più adeguate al momento di vita attuale.
Secondo Jung fantasticare permette all’inconscio di esprimere tutte le potenzialità latenti di un individuo: idee che in stato germinale prendono forma attraverso immagini, simboli e pensieri andrebbero ascoltate con attenzione.
In questo periodo l’intensità dell’esperienza legata agli stimoli esterni (decisamente ridotti) diminuisce e l’azione lascia maggiore spazio all’attività psichica: sta a noi accogliere quello che il nostro mondo interno ci presenta, ma anche scegliere cosa farne.
E in quanto a voi… dove vi porta l’immaginazione?
Dottoressa Martina Di Dio