#iorestoacasa è (stato), nel bene e nel male, un lunghissimo momento di solitudine e riflessione. Ma cosa pensavamo allora?
Quali sono state le cose che ci sono state tolte e quelle che potevamo prendere da un momento così difficile per le persone?

6 aprile 2020: #iorestoacasa
È durante momenti di solitudine come questo che possiamo imparare a fare compagnia a noi stessi con maggiore amorevolezza e presenza.
Ma cosa succede quando sono costretto improvvisamente a fermarmi senza vie di fuga? Cosa succede quando mi viene imposto un isolamento prolungato?
È possibile che in questi momenti di privazione e di incertezza lentamente ci ritroviamo senza alcuni punti di riferimento e cominciamo a vacillare, incontrando paura, ansia, frustrazione. Può emergere una sensazione di vuoto che solitamente nel quotidiano evitiamo “riempiendola” di cose da fare.
Quando dalle finestre urliamo (o urlavamo) “Ce la faremo!” la domanda è “Come posso farcela? Per quanto tempo ancora?”

#iorestoacasa come possibilità di ascolto e riflessione
È possibile vedere questo momento avverso anche come una possibilità di guardarci dentro e lasciarci stupire da quello che troveremo: preoccupazioni, angosce ma anche tutte le risorse che non sapevamo o non ricordavamo di avere. Questo periodo può diventare terreno fertile per coltivare un nuovo atteggiamento verso la sofferenza e prenderci per mano auto sostenendoci.
Siamo spesso convinti che il presente abbia un’importanza trascurabile di fronte alle prospettive di un futuro migliore, ma adesso che siamo costretti a dover rimandare tutti i nostri progetti e impegni ci rimane il QUI ed ORA.

Recuperare il contatto con la propria intimità
#iorestoacasa diventa così uno slogan che ci invita ad una maggiore intimità con noi stessi in questo momento presente che, sebbene drammatico, è comunque unico e irripetibile.
E voi… cosa avete scoperto prendendovi per mano?
Dott. Martina Di Dio, Psicologa