#iorestoacasa, ma in compagnia di me stesso!

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#iorestoacasa è (stato), nel bene e nel male, un lunghissimo momento di solitudine e riflessione. Ma cosa pensavamo allora?

Quali sono state le cose che ci sono state tolte e quelle che potevamo prendere da un momento così difficile per le persone?

Cartellino “Io resto a casa” da mettere alla porta: link PDF scaricabile

6 aprile 2020: #iorestoacasa

È durante momenti di solitudine come questo che possiamo imparare a fare compagnia a noi stessi con maggiore amorevolezza e presenza.

Ma cosa succede quando sono costretto improvvisamente a fermarmi senza vie di fuga? Cosa succede quando mi viene imposto un isolamento prolungato?

È possibile che in questi momenti di privazione e di incertezza lentamente ci ritroviamo senza alcuni punti di riferimento e cominciamo a vacillare, incontrando paura, ansia, frustrazione. Può emergere una sensazione di vuoto che solitamente nel quotidiano evitiamo “riempiendola” di cose da fare.

Quando dalle finestre urliamo (o urlavamo) “Ce la faremo!” la domanda è “Come posso farcela? Per quanto tempo ancora?

Per il 25 Aprile mettete sui balconi la bandiera tricolore" - Prima Lecco

#iorestoacasa come possibilità di ascolto e riflessione

È possibile vedere questo momento avverso anche come una possibilità di guardarci dentro e lasciarci stupire da quello che troveremo: preoccupazioni, angosce ma anche tutte le risorse che non sapevamo o non ricordavamo di avere. Questo periodo può diventare terreno fertile per coltivare un nuovo atteggiamento verso la sofferenza e prenderci per mano auto sostenendoci.

Siamo spesso convinti che il presente abbia un’importanza trascurabile di fronte alle prospettive di un futuro migliore, ma adesso che siamo costretti a dover rimandare tutti i nostri progetti e impegni ci rimane il QUI ed ORA.

Ce la faremo… bastare | La Retorica

Recuperare il contatto con la propria intimità

#iorestoacasa diventa così uno slogan che ci invita ad una maggiore intimità con noi stessi in questo momento presente che, sebbene drammatico, è comunque unico e irripetibile.

E voi… cosa avete scoperto prendendovi per mano?

Dott. Martina Di Dio, Psicologa

About Martina Di Dio

Sono una psicologa clinica, psicoterapeuta in formazione presso il centro Gestalt Viva CGV secondo il metodo di Claudio Naranjo.
L’intenzione che sta dietro ai miei articoli e al lavoro nel mio studio privato è quella di stimolare l’individuo verso una riflessione e una messa in discussione di idee su di sé e sul mondo che nel tempo ha ingerito come “verità assolute” e che cominciano a stridere oltre che a provocare sofferenza.
Muoversi nel mondo a partire dal contatto con il corpo e le emozioni ci permette di vivere autenticamente e con una maggiore senso di coerenza interna. Riconoscere ciò che ci fa soffrire e vedere in che modo alimentiamo i nostri automatismi “nevrotici” ci da la possibilità di scegliere e di appropriarci pienamente del nostro potenziale esistenziale.

Dove ricevo: Viale Spartaco Lavagnini 30 (Firenze)
Contatti: didio.martina@yahoo.com