Kefir e Kombucha, veri e propri “Elisir di salute”, sono bevande fermentate effervescenti e dissetanti che contengono un grandissimo numero di probiotici, microorganisimi che hanno un ruolo benefico per il nostro organismo.

Ho tanta tanta sete…ma come faccio ad evitare le bevande zuccherine?
Vi capita mai di aver voglia di una bevanda gassata che sia dissetante e rinfrescante come la birra ma che abbia un sapore nuovo, diverso, che non contenga alcool e che non si la solita schifezza tipo cocacola?
A me, soprattutto ora che è iniziato il caldo, sì!
Mi sono appassionata di Kefir e Kombucha, bevande fermentate, ancora troppo poco conosciute, che oltre ad essere effervescenti e dissetanti sono dei veri e propri “Elisir di Salute” perché contengono un gran numero di probiotici, microorganisimi (soprattutto batteri) vivi e attivi, che hanno un ruolo benefico per il nostro organismo, come succede nello yogurt.

Come si comportano i probiotici e perchè sono importanti?
Questi batteri si insediano nel nostro intestino andando a far parte del microbiota (anche detto flora) intestinale instaurando con noi un rapporto simbiotico e svolgendo varie funzioni che ci provocano dei benfici.
In primis i probiotici aiutano a regolarizzare il transito intestinale. In secondo luogo, questi microorganismi collaborano all’assorbimento di alcune sostanze nutritive, alla produzione di vitamine e biosintesi di aminoacidi e agiscono a supporto del sistema immunitario.
Pensate che circa 1-2 kg del nostro peso corporeo è dato dalle circa 100.000 miliardi di cellule microbiche contenute nel corpo,un numero elevatissimo, molto superiore al numero di cellule che formano l’organismo ( circa 10.000 miliardi di cellule). Per ogni cellula umana vi sono 10 cellule microbiche e la maggior parte risiede nell’intestino!
Questi numeri servono solo a capire l’importanza che bisogna dare al microbiota, recentemente considerato un vero e proprio “organo aggiuntivo” di cui prendiamo poca cura.
Quando l’equilibrio del microbiota intestinale si altera a causa di un’alimentazione sbagliata o di un trattamento farmacologico, si parla di disbiosi, una crescita eccessiva di batteri “cattivi”. Questa può provocare l’irritazione dell’intestino e di conseguenza fastidi addominali, gonfiori, meteorismo e cattiva digestione. È proprio in questi casi che si consiglia l’assunzione di probiotici e la forma più immediata e probabilmente efficace di prenderli è comprare delle bustine in farmacia… ma perché non provare intanto con queste meravigliose bevande?!
Sarà molto più simile a fare un aperitivo che a prendere una medicina.

Ma passiamo adesso ai dettagli pratici.
Cosa sono Kefir e Kombucha?
La Kombucha è una bevanda fermentata a base di tè nero zuccherato.
La Kombucha è facile e divertente da fare in casa mediante l’utilizzo della madre detta SCOBY (Symbiotic Culture Of Bacteria and Yeasts), ovvero una colonia di lieviti e batteri che vivono in simbiosi in una struttura visibile.
Questa struttura la formano loro stessi (anche se ad essere sincera non è propriamente appetibile alla vista). L’aspetto però non deve dissuarderci dal preparare la bevanda che sarà la svolta dell’estate!

La ricetta della Kombucha: fase 1
Per preparare la kombucha innanzitutto bisogna procurarsi lo SCOBY da qualcuno in zona (chiedete a me o informatevi sui vari gruppi social) e comprare del tè nero. Tutto il resto è molto facile:
- Lasciare in infusione il tè nero in un grosso recipiente con l’acqua bollente. Io quando voglio produrre vari litri di bevanda uso una pentola perché la teiera è troppo piccola.
- Aggiungere lo zucchero quando l’acqua è ancora calda in modo che si sciolga bene (io vado a caso sulla quantità ma su internet troverete ricette dettagliatissime)

La ricetta della Kombucha: fase 2
Fatto? 🙂
La seconda fase della preparazione della kombucha prevede l’utilizzo dello SCOBY.
- Aspettare che il tè zuccherato si sia raffreddato e versarlo in un barattolo/contenitore a vostro piacimento con lo SCOBY. Se ne è avanzato dalla fermentazione precedente, circa il 10-20% di kombucha maturo. Fare attenzione che l’acqua sia appena tiepida se non fredda altrimenti si rischia di uccidere tutti i microorganismi dello SCOBY
- Chiudere il barattolo coprendone la bocca con un tovagliolo (fissato con un elastico cosicché non scivoli via) per tenere lontano polvere ed eventuali mosche e moscerini e permettere alla kombucha di fermentare in maniera corretta.
- Lasciare fermentare a temperatura ambiente per 7-15 giorni. La temperatura ideale è intorno ai 25°C ma la kombucha si adatta anche a temperature diverse, bisogna solo considerare che quando la temperatura è più alta, la fermentazione avrà tempi più brevi. Il range di giorni di fermentazione è molto ampio perché dipende dal proprio gusto personale.
Ultima fase della ricetta della Kombucha
Fatto? 🙂
Passati i giorni della prima fermentazione, bisogna dar inizio alla seconda:
- travasare il tè nero fermentato in una bottiglia con la chiusura ermetica;
- aggiungerci 1 cucchiaino di zucchero e spostare in frigorifero;
- aggiungere (arbitrariamente) altri sapori, io suggerisco menta, zenzero, anice stellato, hibiscus essiccato o qualsiasi frutta preferiate…e chi più ne ha, più ne metta!
Dopo qualche giorno sarà pronta la nostra bevanda, dissetante, gassata e colorata!
Passiamo ora all’altra bevanda dell’estate: il Kefir!

Che cos’è il Kefir?
Il Kefir d’acqua o Tibicos è l’ altra bevanda fermentata di cui vi parlo.
La “madre” del kefir ha un aspetto diverso da quello della Kombucha, sono granuli bianchi che sembrano piccoli cristalli traslucidi, fabbricati dai micoorganismi. Questi batteri e lieviti si nutrono degli zuccheri contenuti nel liquido di coltura convertendoli in acido lattico, acido acetico, etanolo e anidride carbonica.

Il risultato è una bevanda acidula, dolcina ed effervescente, con delle note fruttate che dipendono da ciò che ci mettiamo durante la fermentazione e lievissimamente alcolica (meno dell’1% di grado alcolico).
Una bevanda davvero unica che vale proprio la pena di imparare a fare a casa!

La ricetta del kefir: prima parte!
Anche qui il primo passo è procurarsi un po’ di grani di kefir.
Sono sempre di più le persone che si fanno il kefir d’acqua a casa. Visto che i grani aumentano rapidamente, soprattutto quando fa caldo, chiedeteglieli e ve li daranno volentieri. Altrimenti, contattatemi pure.

- Riempire un recipiente capiente tipo un barattolone con l’ acqua (io ci metto quella del rubinetto ma ci sono varie filosofie) e un po’ di zucchero. Potete provare sia quello bianco che quello di canna e vedere quale vi piace di più (mescolarlo bene!)
- Aggiungere il succo di circa mezzo limone ogni litro d’acqua. Il limone apporta vitamine e acidità che serve a mantenere un pH basso per proteggere la coltura da muffe.
- Volendo, aggiungere frutta disidratata, come dell’uvetta, una prugna secca o un dattero. Non è necessario ma può aiutare a mantenere i grani di kefir in buona salute, apportando vitamine e minerali oltre a dare un sapore migliore alla bevanda.

La ricetta del Kefir: seconda parte
Fatto? 🙂 Allora siete pronti per la seconda fase.
- Aggiungere i grani di kefir nel recipiente, chiuderlo e aspettare 24-48 ore. Come per la Kombucha, il processo di fermentazione dipende anche dalla temperatura dell’ambiente quindi i tempi cambiano in base alla stagione: in inverno saranno più lunghi, in estate è possibile che sia pronto anche in meno di un giorno. Vi consiglio di assaggiarlo ogni tanto per capire quando ha raggiunto un buon grado di acidità.
- Trasferire il liquido (senza i granuli che devono restare nel primo recipiente, quindi si può usare un colino) in una bottiglia con tappo ermetico e consumarlo nel corso dei giorni successivi. I lieviti ancora presenti nel liquido continueranno a consumare gli zuccheri residui: la bevanda diventerà meno dolce e ben più frizzante. Se ne avete in abbondanza mettete le bottiglie in frigorifero dove il kefir si conserverà per diverse settimane, diventando però sempre più acido.

Kefir e kombucha: precauzione importante per entrambi i fermentati
Dal momento in cui durante le fermentazioni viene accumulata una notevole pressione dentro la bottiglia, ricordatevi di non riempirla fino all’orlo e di aprirla nell’acquaio! Spesso, non appena si solleva la chiusura ermetica, la bevanda sgorga fuori esplosivamente.
Esiste la possibilità che la bottiglia addirittura scoppi se lasciata troppo tempo ma è raro e non è un motivo valido per non provarci.

Spero di avervi fatto venire la voglia di almeno assaggiare questi prodotti che, se proprio non avete nessuna intenzione di provare a fare in casa, son certa che in qualche mercatino/negozietto le possiate trovare e provare per soddisfare la curiosità!
Dott.ssa Nora de Bonfioli Cavalcabo’, biologa nutrizionista
Suggerimenti di lettura in merito all’articolo su Kefir e Kombucha
Se ti è piaciuto il mio articolo su kefir e Kombucha ti suggerisco di leggere il mio articolo sulla Dieta Mima Digiuno!
Se invece ti sei interessata o interessato alla salute in generale, ti suggerisco di leggere il mio articolo sulle 10 raccomandazioni dell’Airc in tema di salute.