Il mito della caverna di Platone, scritto approssimativamente tra il 380 e il 370 a.C, narra di alcuni uomini legati in una caverna che, dando le spalle all’entrata, vedono solo ombre “del mondo esterno” proiettate dal fuoco sul muro di fronte.
Il mito è raccontato all’inizio del libro settimo de La Repubblica (in greco antico: Πολιτεία, Politéia) opera filosofica in forma di dialogo. Esso rappresenta, ora come allora, la difficoltà innata dell’uomo di allargare i propri orizzonti di pensiero
perchè Il mito della caverna di Platone parla a tutti noi
Allargare il proprio orizzonte di pensiero può essere difficile, ma rimanere ancorati solo al proprio cerchio di opinioni spesso impedisce la visuale di un panorama mozzafiato. Mettersi in discussione è difficile, abbandonare le proprie convinzioni in favore di altre argomentazioni anche.
Quanto spesso vi è capitato di parlare con un amico che proprio non voleva saperne di provare a seguire un vostro ragionamento, in quanto diverso dal suo punto di vista?
Può capitare che alcune persone rifiutino totalmente di ascoltare una campana diversa dalla propria. Chi per inerzia, chi per paura, chi perché non vuole abbandonare il conforto del proprio circoscritto orticello di idee.

Il mito della caverna di Platone
Il mito narra la storia di alcuni uomini che sono bloccati e legati in una caverna, dando le spalle all’entrata, e dietro di loro c’è un grande fuoco.
Gli uomini non si possono girare, e tutto ciò che vedono “del mondo esterno” non sono altro che le ombre di esso, proiettate dal fuoco sul muro di fronte a loro. Uno di questi uomini riesce a liberarsi, inizialmente viene abbagliato dalla luce del fuoco, ma poi si rende conto di tutto: capisce che fuori c’è “un mondo” e che loro ne vedevano soltanto una parte attraverso ombre distorte.
Platone però è certo che se quest’uomo provasse a convincere di tutto questo i compagni “ciechi”, nessuno gli crederebbe, e tutti lo considererebbero un bugiardo e un impostore.

Conclusioni
Con questa allegoria Platone vuole mostrare agli uomini che il vero saggio, il filosofo, è colui che riesce a guardare in faccia la verità, per quanto essa inizialmente possa fare male ed accecare.
Le ombre sul muro non sono altro che “opinioni”, e gli uomini imprigionati e scettici sono proprio coloro a cui alludevo all’inizio dell’articolo.
Professoressa Olga Serantoni
Se ti incuriosisce l’argomento Filosofia Greca ti suggerisco di leggere il mio articolo sulla celebre frase “kalòs kai agathòs“