La disabilità dal punto di vista neurologico (e non solo)

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Per l’O.N.U. (2006), i portatori di disabilità sono “coloro che hanno menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali di lunga durata che possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione alla società

“Esaminando i disturbi noi otteniamo conoscenze su anatomia e fisiologia e biologia. Esaminando le persone con i disturbi, noi otteniamo conoscenze sulla vita” Oliver Sacks

La disabilità nel gergo comune

Quante volte ognuno di noi ha usato termini relativi alla disabilità: handicappato, demente, mongolo, cretino, ecc.

Ma quanti di noi ne conoscono il significato?

In questo articolo voglio spiegarvi la differenza tra handicap e disabilità, tra disabilità psichica e disabilità neuromotoria.

Inoltre voglio illustrarvi quanti tipi di disabilità e handicap si possano trovare dentro queste macro-aree.

La differenza tra handicap e disabilità

Le definizioni classiche di handicap e disabilità sono fuorvianti a livello tecnico, in quanto troppo generiche o confuse.

Ad esempio, Treccani definisce l’Handicap come fatto o situazione che mette una persona in condizione d’inferiorità, che rende difficile a una persona il normale inserimento nella vita sociale in alcune o tutte le sue manifestazioni.

Inoltre accorpa handicap a disabilità e li utilizza come sinonimi.

In realtà, disabilità e handicap non sono affatto sinonimi: dal punto di vista medico e sanitario c’è una grossa differenza fra i due.

La Disabilità

È una mancanza permanente e oggettiva oppure una perdita di risorse necessarie all’adattamento, caratteristiche della specie, del genere o dell’età del soggetto.

La disabilità può essere congenita, quindi una deprivazione che si verifica dalla nascita.

Oppure può essere acquisita, ovvero dovuta a eventi che si verificano durante la vita, come ad esempio un trauma fisico.

Possiamo anche dividere la disabilità in base all’area che essa colpisce:

  • Relazionale (es: autismo)
  • Cognitiva (es: ritardo mentale)
  • Neuromotoria (es: paralisi cerebrale infantile)
  • Fisica (es: paraplegia)
  • e Mista.

L’Handicap

È una conseguenza psicologica e sociale della disabilità, conseguenza dell’impatto che ha questa nella personalità dell’individuo e nell’ambiente nel quale si trova immerso.

Il lavoro di riabilitazione dello psicologo

Una volta chiarite questi concetti e queste differenze, è importante sottolineare che il lavoro con persone affette da disabilità è molto vario.

Il raggio d’azione, infatti, è molto vasto ed ogni persona differisce dall’altra non solo per il tipo di disabilità, ma anche per l’unicità individuale.

Lavorare a contatto con la disabilità nell’ambito degli Interventi Assistiti con l’Animale (Pet Therapy, Ippoterapia, Riabilitazione Equestre) mette in contatto noi stessi con la bellezza e la gioia che deriva dallo stare a contatto con queste persone che possono risultare diverse dai canoni sociali.

Anche se alcuni sono menomati (aggettivo che significa “privato in maniera più o meno grave dell’integrità fisica o dell’efficienza, danneggiato dal punto di vista fisico, psichico o morale”), è possibile creare un legame di fortissima empatia.

È però necessario trovare la chiave di comunicazione e comprensione corretta.

I punti di forza nella disabilità

Lo scopo del lavoro dello psicologo, nel mio caso prevalentemente attraverso la Riabilitazione Equestre, è far si che ci sia l’acquisizione della maggiore autonomia possibile.

Per autonomia s’intende la “possibilità di progettare la propria esistenza per entrare in relazione con gli altri e sempre con gli altri partecipare attivamente alla costruzione della società” (Porqueddu).

Questo è necessario sia da un punto di vista motorio sia da un punto di vista cognitivo.

Come? Focalizzandosi sugli aspetti sani del soggetto, potenziandoli e valorizzandoli.

Questo per aiutare il soggetto ad appoggiarsi a questi per costruire le proprie relazioni e affrontare le prestazioni.

Una volta che i punti di forza saranno potenziati il soggetto potrà utilizzarli come base sicura e appoggiarvisi per affrontare le “mancanze” che la sua disabilità lo ha costretto ad avere.

L’importanza della semplicità nella comunicazione

Noi abbiamo un sistema comunicativo quantitativamente complesso, che alcune persone affette da alcuni tipi di disabilità possono non riuscire a raggiungere.

Possiamo però renderci scevri da costruzioni psicosociali che di solito utilizziamo per comunicare.

Alcune persone non riescono ad avere un livello comunicativo complesso solo perché non sono dotati delle strutture anatomofisiologiche necessarie o sono privati della loro completa funzionalità.

Dobbiamo quindi adeguarci al loro livello comunicativo e nel farlo dobbiamo imparare (e vi assicuro che è molto soddisfacente) comunicare con la prossemica, o linguaggio non verbale, con la mimica facciale e con il tono della voce.

Conclusioni

Vorrei concludere sottolineando che nonostante i passi avanti che abbiamo fatto come società nel sostenere le persone affette dai vari tipi di disabili c’è da fare ancora molto.

Questo partendo, in primis, dal sostegno economico statale che spesso a queste famiglie non basta considerando le molteplici attività, riabilitazioni e terapie che queste persone necessitano.

Inoltre dobbiamo arrivare ad una vera integrazione sociale, che implica il fatto che qualsiasi tipo di disabilità possa non essere un ostacolo relativo per una vita soddisfacente.

Dottoressa Martina Conti

Se ti piace l’argomento ti suggerisco di leggere i mio articolo su “La Riabilitazione Equestre: la riabilitazione psico-fisica che usa il cavallo come mezzo terapeutico