Alcuni di noi hanno la tendenza al perfezionismo, ovvero la tendenza a esigere da sé stessi e dagli altri prestazioni che rispondono a standard molto elevati.
Talvolta irraggiungibili.

“Comincia a dipingere e il primo abbozzo sulla tela sembra superbo, ma se non ha ancora raggiunto la perfezione concepita con la fantasia, egli se la prende contro sé stesso. (…) comincia a ritoccare, ma i colori divengono sempre più opachi e più smorti.” (Karen Horney)
perfezionismo: leggi interne vs leggi esterne
Questi standard sono delle vere e proprie “leggi interne” che talvolta coincidono con quelle esterne, cioè dettate dalla società e dalla morale comune. Solitamente risulta più facile percepirle come imposte dagli altri ma diventa un compito ben più arduo riconoscere che in realtà siamo noi ad imporcele.
Quando si parla di individui perfezionisti l’immagine più comune è di coloro che rispettano un ordine meticoloso, che si mostrano puntigliosi e puntuali più del necessario, etc. Ma questi sono soltanto alcuni aspetti esteriori di una più insidiosa esigenza di raggiungere un alto grado di perfezione.
Talvolta questa tendenza non è così esplicita e si nasconde in maniera subdola, ad esempio quando intraprendiamo attività lavorative o all’interno di una relazione sentimentale.

Non confondere il perfezionismo dalla sana motivazione
Attenzione! È necessario distinguere una sana motivazione nel fare bene ciò che ci sta a cuore ed una “naturale volontà di eccellere” (Burns, 1993), da una spinta intransigente che ha come obiettivo la perfezione. Attenzione a interpretare quella vocina interna estremamente attenta a selezionare ogni errore e interpretarlo come fallimento.
Possiamo immaginare il dispendio di energie necessario per far sì che vengano soddisfatti tutti i criteri?
Dev’essere quindi molto faticoso intraprendere un compito se ogni volta questo assume l’aspetto di una severissima prova e anche là dove viene intrapreso non si è mai soddisfatti abbastanza. Dev’essere inoltre complesso poter lasciarsi andare nelle relazioni se è necessario mantenere sempre un alto livello di controllo e quello che ne consegue talvolta è una forte pretesa che anche gli altri si adeguino ai propri ideali di perfezione.

Ma qual è realmente la sfida più grande per un perfezionista?
Lasciare che le cose seguano il loro naturale flusso, riuscire a chiedere aiuto e soprattutto… prendere in considerazione la possibilità di essere degni dell’amore altrui nonostante l’imperfezione.
Dottoressa Martina Di Dio

Suggerimenti di lettura legati all’articolo sul perfezionismo
Se ti incuriosiscono questi articoli dove spiego i concetti psicologici ti consiglio di leggere “cosa si nasconde dietro la tendenza a procrastinare?“ oppure il mio articolo sui “lapsus e gli atti mancati per Freud“