La nostalgia dell’analogico: perché ci manca il linguaggio dei vecchi tempi? Perchè rivogliamo il tubo catodico e la pellicola?

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Ricordi quando la TV era solo una scatola grande con un tubo catodico al suo interno e i colori erano nitidi e vivaci? O quando ascoltare una canzone significava mettere un disco in vinile su un giradischi? Quei vecchi tempi erano caratterizzati dal linguaggio analogico, un tipo di comunicazione che ora sta diventando sempre più raro.

In questo articolo esploreremo la differenza tra il linguaggio analogico e quello digitale e perché, nonostante i progressi della tecnologia, sentiamo la nostalgia del linguaggio dei vecchi tempi. Scopriremo i pro e i contro di entrambi i tipi di linguaggio e capiremo come la transizione dall’analogico al digitale sta cambiando il modo in cui comunichiamo.

Linguaggio Analogico e linguaggio digitale: due modi di esprimere la realtà

Il linguaggio analogico si basa sulle analogie, ovvero sulla somiglianza tra oggetti e situazioni anche molto distanti tra loro. Ad esempio, l’espressione “è come un gatto che si strofina contro la gamba” utilizza un’analogia per descrivere un comportamento affettuoso. Potremmo definirlo anche linguaggio evocativo, che evoca alla mente qualcosa, che utilizza immagini, metafore e similitudini per comprendere e sentire le emozioni e le sensazioni dietro la comunicazione nostra e dell’altro.

L’obiettivo è quello di creare un’immagine viva nella mente del destinatario, piuttosto che trasmettere un significato preciso e concreto. Un esempio di linguaggio evocativo potrebbe essere una poesia che utilizza metafore per descrivere l’amore, come “il mio amore è una rosa che fiorisce in primavera” invece di semplicemente dire “ti amo”.

Al contrario, il linguaggio digitale si basa su una terminologia precisa e codificata, dove le parole hanno un significato distinto e univoco. Ad esempio, la descrizione “l’oggetto ha una forma cilindrica” utilizza termini precisi per descrivere una forma geometrica.

Il linguaggio digitale nelle relazioni umane si basa su una comunicazione diretta e precisa, dove il significato delle parole è chiaro e non lascia spazio all’interpretazione personale. Ciò può essere utile in situazioni formali o professionali, dove è importante comunicare informazioni esatte e senza ambiguità. Ma nella vita di tutti i giorni, questo potrebbe limitare lo scambio naturale tra le persone.

Se confrontiamo i moderni strumenti tecnologici con quelli di 20/30 anni fa possiamo comprendere meglio il punto.

Analogico e digitale negli strumenti tecnologici

Il linguaggio digitale utilizzato nei sistemi informatici, per esempio, utilizza un codice binario composto da numeri e lettere per codificare l’informazione, consentendo una trasmissione precisa e priva di ambiguità.

Il linguaggio analogico, invece, utilizza segnali continuamente variabili per trasmettere l’informazione, come nel caso della radio FM o dei vecchi televisori a tubo catodico. In questi sistemi, l’informazione viene trasmessa attraverso un segnale analogico, come una corrente elettrica o un’onda radio, che varia continuamente in base all’informazione che si vuole trasmettere.

In una radio FM, ad esempio, l’informazione audio viene trasmessa attraverso una variazione della frequenza del segnale radio. La voce o la musica vengono convertiti in un segnale elettrico che viene modulato in modo da variare la frequenza del segnale radio inviato. Al ricevitore, il segnale viene demodulato per estrarre l’informazione originale. Anche nei vecchi televisori a tubo catodico, l’immagine veniva trasmessa attraverso un segnale analogico, in questo caso un segnale elettrico che variava continuamente in base alla luminosità e al colore dell’immagine. Questo segnale veniva poi utilizzato per illuminare i diversi punti del tubo catodico, creando l’immagine sullo schermo.

In sintesi, il linguaggio analogico permette una maggiore flessibilità nella trasmissione dei dati e una maggiore soggettività nell’interpretazione dei segnali ricevuti.

Analogico vs Digitale: il parallelismo tra la TV e il linguaggio

Ricordate quando da bambini guardavate la TV a tubo catodico e vi sembravano i colori così “veri”? O quando ascoltavate la radio FM e la musica suonava così calda e viva? Bene, questa sensazione di realismo è dovuta alla natura analogica di questi mezzi di comunicazione.

La TV analogica utilizza segnali continuamente variabili per trasmettere l’immagine, mentre la TV digitale utilizza un codice binario composto da numeri e lettere. Questo fa sì che i colori della TV analogica sembrino più “veri” a causa della natura continua e non quantizzata dei segnali.

Questo parallelo si può estendere anche al linguaggio. Il linguaggio analogico è quello che connette per analogie, dove le parole hanno significati molteplici, soggettivi ed indeterminati, continui e non delimitati. Questo tipo di linguaggio usa un metodo evocativo e di somiglianza per esprimere la realtà, non intende spiegare ma esprimere.

Il linguaggio digitale è il linguaggio per eccellenza delle tecnica, della scienza e della legge, in quanto i significati espressi debbono essere necessariamente universalmente comprensibili ed inequivocabili.

Perché allora ci manca tanto la TV analogica e il linguaggio analogico? Forse perché ci permette di vivere l’esperienza di guardare la tv o di ascoltare la radio in modo più vivido e caldo, più simile alla realtà, che non è mai oggettiva ma soggettiva.

Come una vecchia fotografia…

Come la fotografia a pellicola, che ha una qualità unica nel catturare la luce e i colori, il linguaggio analogico ha una qualità unica nel catturare la sfumatura e la profondità delle emozioni e delle esperienze.

Le fotografie a pellicola avevano una qualità unica nel catturare la verità e la profondità delle emozioni delle persone fotografate. La pellicola, in quanto medium analogico, catturava non solo l’immagine fisica ma anche l’atmosfera e la verità emotiva del momento.

Linguaggio digitale e analogico nella psicoterapia: approcci a confronto

Anche in psicoterapia si sente parlare di “linguaggio digitale” e “linguaggio analogico”.

Ma come cambia il concetto di psicoterapia a seconda del linguaggio utilizzato dal terapeuta?

In psicoterapia il linguaggio digitale si riferisce all’utilizzo di un linguaggio preciso e universale, come quello della logica, della scienza e della tecnologia. Gli approcci terapeutici che utilizzano principalmente il linguaggio digitale, come il cognitivismo e la psicanalisi, si concentrano sulla spiegazione e sulla comprensione dei problemi attraverso l’analisi del linguaggio e della logica.

D’altra parte, il linguaggio analogico si riferisce ad un linguaggio più soggettivo e flessibile, come quello dell’arte e dell’espressione personale. Gli approcci che utilizzano principalmente il linguaggio analogico, come la psicoterapia della Gestalt, si concentrano sull’espressione e sull’elaborazione dei problemi attraverso l’esperienza. La terapia della Gestalt utilizza tecniche come la meditazione, la visualizzazione e la drammatizzazione per aiutare i pazienti a elaborare le proprie emozioni e a comprendere meglio se stessi.

Non facciamone però una questione di meglio o peggio: è importante notare che il linguaggio digitale e quello analogico non sono sempre nettamente distinti sia nella vita quotidiana come nella psicoterapia. Spesso si muovono su un continuum e possono influenzarsi a vicenda. Il linguaggio digitale può aiutare a comprendere meglio il linguaggio analogico, mentre quest’ultimo può aiutare a esprimere meglio i propri pensieri e sentimenti.

Conclusioni all’articolo sul linguaggio analogico

Nel mondo reale, digitale e analogico si muovono spesso su un continuum e non sono mai completamente separati l’uno dall’altro.

Ma nelle relazioni umane, il linguaggio analogico ci offre la possibilità di comunicare in modo più soggettivo e flessibile. Con le analogie, con il linguaggio evocativo, possiamo esprimere ciò che ci evoca, ci ricorda o ci somiglia, senza prendere il diritto di affermare ciò che è. Questo permette all’altra persona di fare lo stesso e di interpretare il nostro messaggio in modo personale.

Gli anni dell’informazione prima del digitale ci sembrano più veri proprio per questo motivo. Eravamo liberi di interpretare i segnali in modo soggettivo, proprio come facciamo nella vita di tutti i giorni.

Dottor Niccolò Di Paolo

Suggerimenti di lettura in merito all’articolo sul linguaggio analogico e quello digitale

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