La ricerca sociologica è un tipo di ricerca che non può prescindere dall’analisi empirica di fenomeni.
Per farlo sono necessari strumenti e tecniche appositamente pensati.
La ricerca sociologica: studio della società e della cultura
Se la teoria è un momento costitutivo dello studio scientifico della cultura, quest’ultimo non può svilupparsi che a partire dall’osservazione empirica.
Con il termine ricerca empirica (dal greco εμπειρια, ovvero esperienza), s’intende un tipo di ricerca che basa le conclusioni sull’osservazione diretta o indiretta dei fatti. Lo studio di questo metodo di ricerca parte sempre da un fenomeno e si sviluppa con una analisi successiva ai fatti. Nel caso della cultura, questi fenomeni sono i diversi ambiti della produzione simbolica.
Pur non essendo diversi da quelli usati dalla ricerca sociologica, i metodi di rilevazione utilizzati dalla sociologia della cultura presentano alcune caratteristiche precise, connesse alla natura dell’oggetto studiato che ha a che fare con i significati che orientano l’agire sociale.
L’incontro tra orizzonti culturali diversi
L’osservatore è una forma attiva di costruzione della realtà stessa, in quanto nei confronti della complessità che quest’ultima presenta, l’osservatore deve procedere attraverso una selezione di quegli aspetti che egli considera significativi.
La sociologia della cultura è interessata a porre in evidenza i significati e le risorse culturali utilizzate nella vita sociale, il tipo di interpretazione che le è proprio si configura quale incontro tra orizzonti culturali diversi: quello dell’osservatore e quello degli attori sociali oggetto del suo studio. Rilevanti diventano le interpretazioni che danno gli attori sociali sulla loro realtà sociale, che possono coincidere o no con le interpretazioni fatte dall’osservatore.
Ricerca sociologica: analisi quantitativa
Quando si parla di ricerca quantitativa il termine “quantitativo” rinvia al fatto che i fenomeni sociali sono tali perché riguardano comportamenti messi in atto con una frequenza statistica relativamente alta. La dimensione quantitativa (misurabile attraverso la statistica) è sempre rilevante.
Affinché si possa parlare di fenomeno sociale però è necessario che il comportamento studiato non sia soltanto riferibile a una scelta puramente individuale ma a un modello che è venuto imponendosi agli individui.
Il metodo quantitativo di rilevazione, oltre a quanto appena detto, può anche essere applicato ai contenuti degli scambi comunicativi.
Attraverso questo metodo è possibile valutare la quantità di un particolare tipo di comportamento all’interno di un campione in riferimento a determinate caratteristiche (età, sesso, professione ecc).
Non solo, è possibile anche porre in evidenza, per esempio, quante volte una parola viene impiegata in una conversazione o quante volte ricorre il riferimento a un determinato criterio di valutazione. Questo si applica sia a registrazioni che a testi scritti, come per esempio in documenti burocratici.
ricerca sociologica: analisi qualitativa
Il termine qualitativo, invece, è connesso all’esigenza di comprendere i significati effettivamente vissuti e i contenuti comunicati.
Si tratta di interpretare e valutare un comportamento in base alla intenzionalità degli attori sociali e alle influenze a cui essi sono sottoposti. Il tutto individuando le particolari procedure che, in relazione a valori, modelli o regole, contribuiscono alla costruzione di una determinata realtà sociale.
I due tipi di analisi sono complementari e non mutualmente escludentisi. Vediamo adesso alcuni oggetti di studio sociologico.
Ricerca sociologica: cosa può essere indagato
Le rappresentazioni sociali
La funzione svolta dalle rappresentazioni sociali è stata indicata da Moscovici, distinguendo 2 modalità:
- Le rappresentazioni convenzionalizzano gli oggetti, le persone e gli eventi. Questo fornendo loro una definizione precisa e assegnandoli a una categoria.
- Le rappresentazioni hanno una funzione prescrittiva. Questo in quanto esse si impongono agli individui con grande forza, prima ancora che essi comincino a riflettere, stabilendo tradizioni che fissano quello che gli individui devono pensare.
Le ricerche sulle rappresentazioni sociali si sviluppano attraverso esperimenti nei quali piccoli gruppi di persone vengono posti di fronte a domande. Il fine è quello di mettere in evidenza le procedure attraverso le quali gli individui definiscono la loro posizione nei confronti degli altri.
Le “Storie di vita”
Le storie di vita sono dei resoconti che gli attori sociali danno del loro percorso biografico, in riferimento alle circostanze storicosociali che lo hanno caratterizzato.
Le ricerche sociologiche sulle storie di vita vengono per lo più condotte su un campione di persone attraverso interviste o relazioni scritte dove si parla delle proprie esperienze di vita. I testi vengono sottoposti a un analisi di contenuto secondo una griglia interpretativa.
Schwartz e Jacobs indicano 2 modalità di interpretazione delle storie di vita:
- nomometico (trarre le esperienze comuni e frequenti di un gruppo di persone)
- e idrografico (si interessa alla vita dei singoli individui).
Le analisi di contenuto
La ricerca più nota basata su un’indagine di tipo documentale è quella pubblicata da William Thomas su “il contadino polacco in Europa e in America”. Questo scritto rappresenta uno dei primi esempi di analisi del contenuto.

I dati di tale ricerca erano costituiti da un gran numero di lettere scambiate tra gli emigrati polacchi negli USA e i loro parenti rimasti in polonia. Analizzando il contenuto delle lettere si è potuto suddividere le lettere secondo varie tipologie. Il materiale raccolto consentiva di porre in evidenza determinati schemi codificati di comunicazione.
L’analisi di contenuto è utile anche per stabilire una comparazione tra concezioni culturali diverse nel corso del tempo. Inoltre, essa serve a cogliere le variazioni che determinate tematiche possono subire a seconda del mezzo tecnico di comunicazione utilizzato.
Le analisi della conversazione
La conversazione può essere definita come un’attività sociale i cui partecipanti a turno producono dei rumori, e si sviluppa secondo regole socialmente organizzate. Goffman ha mostrato come nello scambio comunicativo il destinatario della conversazione è colui cui si rivolge specificamente il parlante e che ha il diritto di replica.
Attraverso lo scambio linguistico vengono continuamente trasmessi significati. Questi significati sono in parte il risultato di codificazioni socialmente determinate ma possono anche dare luogo a innovazioni. Innovazioni che possono provenire dalle parole ma anche dai contenuti stessi.
Da un lato la conversazione appare come un potente mezzo di socializzazione e di trasmissione dei modelli culturali e delle regole. Dall’altro, essa è anche il luogo dove si producono nuovi significati e regole.
I vari livelli di analisi della conversazione
Su quanto appena detto è possibili individuare alcuni livelli di analisi:
- il sistema della presa di turno (regole che determinano chi prenderà la parola e quando);
- le forme dell’organizzazione ricorsiva (determinano come ascoltare e come produrre enunciati attuali);
- le strutture dell’organizzazione complessiva (suddivisione in sezioni del discorso), le strutture interne dell’enunciato;
- la struttura inter-conversazionale (regola il collegamento tra intere conversazioni).
Su questi si procede attraverso una griglia di rilevazione individuando categorie, ritmi e tipi di interazione ecc.
Ricerca Sociologica: Tecniche reattive e non reattive:
Che differenza c’è tra tecniche reattive e tecniche non reattive?
Le tecniche reattive prevedono l’osservazione partecipante. L’osservazione partecipante è un tipo di osservazione che prevede l’intervento attivo dell’osservatore nella dinamica delle relazioni oggetto di studio. È un tipo di studio sociologico che si applica attraverso la produzione di stimoli, la creazione di situazioni e la partecipazione alla vita del gruppo che stiamo osservando. La prima e più conosciuta applicazione di queste tecniche è l’etnografia.
Le forme non reattive, invece, comprendono tutte quelle rilevazioni che cercano di limitare al massimo la loro influenza sui fenomeni studiati. L’osservatore, quindi, non partecipa alle interazioni tra gli individui oggetto del suo studio ma si limita a registrare i loro comportamenti o le loro risposte alle domande dell’intervista. Il tutto ponendo in relazione i risultati ottenuti con i dati oggettivi riguardo alle caratteristiche del campione sotto osservazione. Al termine dell’osservazione viene analizzato il contenuto dei documenti prodotti, delle caratteristiche dell’ ambiente e di tutti i dati che risultano rilevanti all’oggetto della ricerca.
I metodi sono tra di loro complementari e non mutualmente escludentisi.
Validità e funzioni della ricerca sociologica
La validità dei risultati della ricerca sociale non può essere valutata alla stessa maniera di quella delle scienze fisiconaturale. Questo per due motivi principali.
Il primo è che le unità di analisi nel campo delle scienze fisiche sono largamente irrilevanti, mentre le unità di analisi prese in considerazione dalle scienze sociali variano l’una dall’altra, a seconda del tempo e dello spazio. L’unità di analisi è l’entità che inquadra ciò che viene esaminato in uno studio, o è l’entità studiata nel suo insieme. Nella ricerca in scienze sociali, a livello macro, l’unità di analisi più comunemente citata, considerata una società, è lo stato
Il secondo considera tutte le difficoltà circa la capacità di generalizzazione dei risultati ottenuti. Nelle scienze sociali il grado di accordo della comunità scientifica nel definire i concetti relativi alle variabili considerate è molto basso. La funzione della ricerca sociale si configura come un intervento nella realtà studiata volto a promuovere negli attori sociali un aumento della loro consapevolezza critica e della loro capacità di gestire le contraddizioni presenti nelle situazioni sociali.
Ricerca sociologica: Cultura e mutamento sociale
I problemi che la sociologia deve oggi affrontare oggi hanno a che fare sicuramente con un momento storico caratterizzato da profondi mutamenti sociali e culturali. Difatti, per comprendere questi mutamenti, è necessario un approfondimento delle categorie concettuali che consentono di interpretare i processi in corso.
Aspetti teorici del mutamento culturale e dimensione della creatività
All’origine del mutamento culturale stanno le caratteristiche di fondo della mediazione simbolica.
I mutamenti concreti nel sistema dei significati culturali sono connessi da due fattori.
Il primo è composto dalle condizioni materiali esterne dell’agire possano mutare sia a causa di fenomeni naturali (o ambientali come la pandemia da covid-19) sia a causa degli effetti dell’agire stesso su tali condizioni (nuove tecnologie ecc).
Il secondo è l’insieme e la cumulazione culturale dell’esperienza collettiva e la riflessione su di essa. Queste consentono di apprendere dall’esperienza attraverso il riconoscimento degli errori e la loro correzione. Esse sono di per sè un fattore di trasformazione.
I cambiamenti delle forme culturali nascono quindi non solo dall’esigenza di adattamento delle mediazioni simboliche a nuove condizioni esterne ma possono anche essere il risultato di una creatività. questa creatività, emergendo all’interno della cultura, produce effetti di cambiamento.
Analisi dei processi di trasformazione
L’analisi dei processi di trasformazione delle forme culturali deve tener conto delle pluralità delle possibilità che forme culturali diverse (anche contrapposte tra loro) siano compresenti in uno stesso contesto sociale.
Ma il concetto prima anticipato di creatività deve essere inteso in modo relativo. Gli studi recenti sulla creatività sembrano svilupparsi lungo due linee direttive:
1) vengono analizzate le modalità cognitive di funzionamento della mente e si tende a cogliere la creatività come capacità di risolvere i problemi.
2) si sottolineano le condizioni sociali e relazionali che favoriscono la creatività. Nella teoria sociologia attuale si tende a considerare la creatività come una componente importante del rapporto tra azione e cultura.
Caratteristiche del mutamento culturale nelle società contemporanee:
Il tentativo di interpretare la complessità dei processi di mutamento culturale deve tener conto di 2 aspetti fondamentali:
1) le profonde trasformazioni intervenute nel nostro rapporto con gli ordini simbolici;
2) il problema posto dalla coesistenza di due tendenze presenti nella nostra società, quella verso la formazione di una cultura globale e quella verso l’accentuazione dei particolarismi culturali.
Autoriflessività della cultura e relativismo:
La sociologia della cultura ha avuto un ruolo importante nella trasformazione del modo di considerare la cultura. Questa è stata l’effetto della complessa esperienza cognitiva che ha avviato tale processo e una delle cause determinanti dello sviluppo di quest’ultimo.
Il nostro rapporto con la cultura risulta trasformato rispetto alle epoche del passato, ponendo nuovi problemi sulle funzioni sociali della cultura stessa. Il paradosso è quello di una cultura che riflettendo su stessa pone in discussione la sua stessa validità.
L’aumento della percezione del carattere relativo di ogni forma culturale sembra incidere proprio sulla possibilità di mantenere sulla pratica tale assolutizzazione.
Questo aspetto, connesso al mutamento delle condizioni materiali e delle strutture sociali, ha contribuito a determinare i numerosi problemi emersi nella nostra epoca. Questi problemi sono derivanti dalle crisi delle identità individuali e collettive, dal conflitto tra valori diversi e dalla messa in discussione delle basi della solidarietà sociale.
Cultura globale e multiculturalismo:
La vita economica e politica di ciascuna società nazionale appare sempre più dipendente da dinamiche che si sviluppano a livello planetario.
Tale processo è stato interpretato nei termini di una crescente tendenza alla globalizzazione nonché al diffondersi di una cultura globale. Le cause di questo sembrano essere due:
- la crescente penetrazione nei mercati nazionali delle imprese multinazionali;
- l’influenza sempre più diffusa dei mezzi di comunicazione di massa;
Questi hanno favorito l’anticipazione di una serie di effetti che hanno trasformato le aspettative e gli stili di vita di popolazione sempre più vaste e, per questo, sono venuti incrinando tradizioni culturali secolari.
Il problema del concetto di “cultura globale”
Il carattere problematico del concetto di cultura globale è stato messo in risalto dall’accentuarsi, nelle società contemporanee, di fenomeni di particolarismo culturale connessi a due fattori in particolare:
- le rivendicazioni di tipo nazionalistico
- la difesa delle identità di minoranze etnico-razziali
Di fatto, l’espansione del modello occidentale di società avrebbe universalizzato anche il principio dell’eguaglianza e l’idea del diritto di ciascuno. È in questo contesto che negli ultimi anni, soprattutto negli USA, si è sviluppato il dibattito sul multiculturalismo.
Il dibatto verte prevalentemente sul principio che in ogni società coesistano gruppi culturali diversi, rispetto ai quali nessuna forma culturale è legittimata a costituirsi come cultura dominante. Questo si può fare stabilendo regole per la convivenza di tali gruppi su una base di assoluta parità e di reciproco riconoscimento.
La questione multiculturalismo secondo Weber e Marx
Dal punto di vista della sociologia della cultura la questione del multiculturalismo può essere vista come il risultato della cresciuta consapevolezza dell’importanza della cultura. Il problema del multiculturalismo oltre agli USA interessa anche numerose società europee e asiatiche che devono oggi affrontare i complessi aspetti della convivenza tra componenti etniche o religiose diverse.
Per Weber, nell’analisi della realtà sociale, è importante comprendere quali sono i significati che muovono l’azione sociale. Gli esseri umani sono esseri culturali, impregnati di significati che attribuiscono al loro agire, e la scienza sociale deve comprendere l’agire sociale.
Per Marx: la struttura della società è l’insieme delle relazioni economiche che governano i rapporti tra gli individui, tutto il resto è sovrastruttura (conoscenza, religione, credenze, ecc).
Weber critica l’idea di Marx della distinzione tra struttura e sovrastruttura. Una parte di tutto questo lo declina dentro una delle più grandi ricerche che egli elabora “L’etica protestante e lo stile del capitalismo” dove mette in evidenza come cultura ed economia si influenzano a vicenda.

Secondo Weber, il capitalismo moderno è un prodotto nuovo della storia dell’umanità: forma di produzione delle risorse che si avvale di un capitale fisso investito nella produzione di beni, in cui il lavoro è organizzato in maniera razionale e ha un fine unico: produrre capitale economico (profitto).
Il capitalismo moderno
Il capitalismo moderno emerge in un’Europa influenzata dalla morale canonica, la quale predicava che la ricerca sistematica del guadagno fosse dannosa.
Al contrario, il capitalismo moderno predicava il crescere del capitale come un imperativo morale:
“il buon uomo è quello che produce capitale”.
I primi capitalisti moderni vedevano nella concezione del lavoro inteso come vocazione, ovvero non soltanto ciò che uno fa ma anche ciò che uno è chiamato a fare.
La morale cristiana teneva in considerazione la tradizione come sapere immutabile trasmesso di generazione in generazione ad alta valenza normativa (Es: scritture, comandamenti). Al contrario, il capitalismo ha l’idea dell’innovazione come la capacità di produrre prodotti nuovi e sperimentare.
Dott. Niccolò Di Paolo
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