“Ci sono cose che nessuno ti dirà…
Ci sono cose che nessuno ti darà…
Sei nato e morto qua
Nato e morto qua
Nato nel paese delle mezza verità”
In media, cifre alla mano, si dicono quattro frottole al giorno, cinque gli uomini e tre le donne.
Ma perché la bugia è vista come una cosa negativa?
Pensiamo a Pinocchio, la favola per eccellenza dell’infanzia di ognuno di noi (tra l’altro la mia preferita in assoluto). La bugia viene “criticata” dallo scrittore Carlo Lorenzini attraverso la metafora di un burattino che vede crescere il proprio naso per ogni bugia. Alla fine, il burattino imparerà l’importanza della sincerità e così, ricompensato dalla Fata Turchina, potrà essere un bambino vero di carne ed ossa.
Non voglio assolutamente boicottare la favola di Pinocchio che, ripeto, io adoro. Piuttosto però, voglio riflettere con te sulla menzogna e sulla reale connessione di essa con un processo adattivo necessario per sopravvivere in questa società.
Tutti mentono! Costantemente! E se i bambini sono i primi a mentire, significa che la cosa è alquanto istintiva. A muoverla, difatti, è la paura della punizione o del giudizio negativo da parte di un adulto. Ma il bambino, dal punto di vista egoistico, che vantaggio reale può avere nell’essere sincero?
Gli adulti vogliono i bambini sinceri, così come lo stato vuole che una popolazione sincera.
Lo stato vuole che il cittadino medio dichiari onestamente i redditi per poi pagarne le tasse, che denunci un reato se si è osservatori dello stesso, che testimoni sinceramente davanti ad un giudice.
Ma nella prospettiva inversa? gli adulti sono sempre sinceri? Lo stato è sempre sincero?(#WikiLeaks può rispondere a questa domanda per me).
Sembra quasi che la sincerità sia imposta a chi deve seguire le regole, mentre la menzogna sia utilizzabile da chi deve educare, manipolare e controllare.
In questi giorni mi sono ritrovato spesso a discutere sulla menzogna, e ho trovato un sacco di resistenze concettuali alle stessa: la gente non vuole ammettere che mente e non vuole accettare che la menzogna sia per moltissimi casi la soluzione che prevede il minor numero di danni.
Siamo stati plagiati dalla favola di Pinocchio che ci impedisce di accettarla razionalmente, ma in fondo siamo degli assidui mentitori e ce ne freghiamo altamente della morale.
Forse Pinocchio ci è stato spiegato male. Forse quella favola grandiosa voleva dare un messaggio ben diverso: NON MENTIRE A TE STESSO!
Personalmente, io ho sempre detto un sacco di menzogne e ne vado stra fiero.
Mi ricordo una maestra di nome Livia che mi derideva davanti agli altri bambini perché non avevo completato un compito a casa, e mentre io piangevo a squarciagola pregandole di non dirlo a mia madre, lei in tutta tranquillità prendeva il mio diario per scrivere una nota negativa con conseguente punizione della mamma e del babbo.
Ora, vi assicuro che non imparai proprio un bel niente da quella lezione dal punto di vista scolastico: non ho studiato per i successivi 15 anni.
Però imparai a cavarmela: da allora, inconsapevolmente, cercavo ogni escamotage, ogni strategia, ogni possibilità di aggirare l’ostacolo, che allora era la punizione della maestra e dei miei genitori, e che poi è diventato il rapporto con gli altri.
Da quel giorno, una serie infinita di bugie mi hanno evitato punizioni, sgridate, problematiche col mondo dei sinceri adulti, sviluppando un arte della menzogna che ha ingannato chiunque.
Il problema, è che ad un certo punto, ha ingannato anche me stesso. Sì perché quando menti una parte di te deve credere in quello che dici per far sì che chi ti ascolta non dubiti. Più bugie racconti, più realtà fittizie e inventate devono sembrare reali, e così si crea automaticamente una rete di bugie molto, forse troppo, plausibili.
Ad un certo punto, le bugie erano diventate la mia realtà, e ammetto di aver odiato la bugia per molto tempo, ritenendola causa della mia insoddisfazione e della mia mancata presa di responsabilità in molte aree della mia vita.
E perché si è creato tutto questo? perché il mondo non ti accetta come sei ma ti impone di essere sincero. Ti vuole trasparente ma poi ti giudica per questo. Quella maestra non accettava che non avessi fatto i compiti. La vera essenza di me, per lei, era meritevole di una punizione, ma nessuno dei “sinceri adulti” che mi avesse spiegato perché era importante che io facessi quei compiti.
Ad oggi scelgo una vita sincera, con amicizie e rapporti sinceri con la mia famiglia, con la mia compagna e con chi mi vuole bene, ma sono sincero perché voglio esserlo e non perché mi viene imposto.
Sono libero di esserlo perché sono in grado di mentire senza essere scoperto, e nella totale libertà di azione, scelgo.
Anche se ormai alla soglia dei 27 anni le responsabilità mi hanno reso per molti aspetti un adulto, continuo a tifare per i bambini e per i bugiardi, e sai perché? perché SE QUALCUNO TI MENTE IL PROBLEMA SEI TU, NON LUI!
Sei tu che stai attuando dei comportamenti che non permettono alla persona di sentirsi accettata così com’è. Se una persona ti mente, e se lo sai riconoscere è solo perché anche tu sei un bugiardo, è perché non si fida di te e pensa che tu possa giudicarlo o punirlo se fosse totalmente libero di esprimersi.
La bugia è vitale, l’importante è non prendere in giro se stessi.
Vuoi sapere come mentire senza essere scoperto? Impara dal tuo Amato Stato Italiano:
“dì le mezze verità”
Quando racconti al tuo partner dove sei stato ieri sera, e in realtà sei stato a cena con l’amante, racconta di essere stato a cena con un tuo amico e parla dei cibi che hai realmente mangiato. Il riferimento alle cose realmente accadute coprirà l’incongruenza corporea che altrimenti manifesteresti nel creare una bugia in toto, esattamente come fanno illusionisti e mentalisti.
Non ti ho convinto? Poco male… sicuramente per la prima volta hai letto qualcosa di diverso dal solito. Magari sono tutte cazzate le mie. Magari no 😉
Buona domenica!
Niccolò Di Paolo
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