Nella terapia Cognitivo-Comportamentale, durante le prime sedute il punto più importante da affrontare è la definizione chiara e condivisa tra paziente e terapeuta degli obiettivi.
“La relazione psicoterapeutica non deve essere un’educata conversazione o una chiacchiera da salotto, ma deve avere il carattere dell’immediatezza: lo psicoterapeuta non deve mai mentire, né cercare di compiacere o impressionare. Deve restare sé stesso, il che significa che deve aver lavorato con sé stesso”. Erich Fromm

Nell’articolo precedente ci siamo lasciati con la definizione della psicoterapia cognitivo-comportamentale (TCC), oggi parleremo di come funziona e per chi è adatta.
Terapia Cognitivo-Comportamentale: come si svolge il lavoro?
Nelle sedute di TCC (Terapia Cognitivo-Comportamentale) il primo punto da affrontare è la definizione chiara e condivisa tra paziente e terapeuta degli obiettivi.
Il paziente svolge un ruolo attivo nell’identificazione di pensieri, emozioni e comportamenti disfunzionali che entrano in gioco in situazioni di malessere, e viene stimolato a formulare pensieri alternativi a quelli ricorrenti per uscire da schemi fissi.
Il terapeuta adotterà strategie basate sulla scoperta guidata e sul dialogo socratico, ovvero farà domande progressivamente più approfondite con lo scopo di far emergere gli automatismi che tendono a rafforzare i sintomi che intaccano il benessere del paziente.

Terapia Cognitivo-Comportamentale: non tutto si svolge durante la seduta
Nell’ottica di un lavoro continuo su pensieri ed emozioni, la terapia prevede che vengano assegnati al paziente degli homework da svolgere al di fuori del setting terapeutico, nella sua quotidianità. Questo al fine di allenare le capacità acquisite in seduta.
Così, il paziente impara sia a gestire autonomamente i suoi sintomi, ma anche a conoscere il suo disturbo e a metterlo in relazione al contesto generale della sua vita. Gradualmente il paziente adotterà nuove strategie funzionali.
La TCC (Terapia cognitivo comportamentale) più di altri approcci lavora principalmente sul sintomo nel qui e ora, ma non solo. È importante indagare gli aspetti correlati al disagio psicologico, come lo stile di attaccamento, le esperienze precoci, ecc., tutto ciò che è funzionalmente legato al disturbo.
Per quali psicopatologie è prettamente consigliata?
Ad oggi la Terapia Cognitivo-Comportamentale è considerata uno degli approcci più efficaci per la risoluzione del disagio psicologico.
Nello specifico, l’APA (American Psychiatric Association) consiglia la TCC come trattamento di prima scelta per i disturbi:
- ossessivo-compulsivo
- attacchi di panico
- bulimia nervosa e alimentazione incontrollata
- abuso di sostanze
- disturbo post traumatico da stress.
Dottoressa Veronica Caroccia
Se ti interessa l’argomento TCC ti consiglio di leggere il mio articolo sui “Disturbi D’ansia trattati da un terapeuta cognitivo-comportamentale“