Libertà di stampa: dove si colloca l’Italia?

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Oggi, 3 Maggio, è la giornata mondiale della Libertà di stampa. Approfondiamo insieme la situazione attuale in Italia e nel mondo.

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”

Ogni anno l’organizzazione non governativa e no-profit Reporter senza Frontiere (RSF) rilascia il World Press Freedom Index che dal 2002 valuta la libertà dei giornalisti in ben 180 stati.

L’RSF si occupa di promuovere e difendere la libertà di informazione e stampa nel mondo.

Approfondiamo insieme

3 maggio, giornata mondiale della libertà di stampa

Oggi, 3 Maggio, la Giornata mondiale della libertà di stampa.

“L’istantanea della situazione della libertà dei media” nel globo di RSF torna naturalmente al centro della discussione ed è così che, a partire dalle prime righe dell’articolo 21 della nostra Costituzione, tratteremo proprio l’attuale quadro della libertà dei media italiani.

Innanzitutto si deve sottolineare come il lungo processo di acquisizione di un diritto fondamentale come questo abbia indotto gli autori di documenti autorevoli come la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea a inserirla all’interno degli stessi documenti“.

Questo “senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera“, come afferma l’art.11 di quest’ultimo.

L’Italia, invece, vi pone dei confini proprio nel prosieguo dell’articolo 21 della Costituzione.

Questo limitando, per esempio, eventuali pubblicazioni “contrarie al buon costume”.

Comprendiamo quindi la grande possibilità di interpretazione a livello giuridico di espressioni così poco definite e la necessità di mantenere alta l’attenzione sulla corretta applicazione della norma.

Libertà di stampa: dove si colloca l’Italia?

All’interno di questo contesto, la stima 2020 sulla libertà di stampa nel mondo di RSF inserisce l’Italia al 41esimo posto su 180 paesi.

Dovremmo quindi preoccuparci?

Bisogna in primis sapere che l’indice preso in considerazione è solo in parte basato su dati effettivamente indiscutibili.

Questi dati sono, per esempio, abusi e atti di violenza contro giornalisti nel periodo considerato.

Spesso questo indice viene utilizzato per indignarsi di fronte a quello che sarebbe un altro aspetto negativo della nostra penisola.

Questo perché, secondo la credenza popolare, l’Italia sarebbe ancora indietro rispetto agli altri paesi sviluppati.

Invece parte del punteggio è, però, dato anche dai risultati di un questionario online di 87 domande rivolte a professionisti dei media.

Questi, attraverso il questionario, dicono la loro in merito a:

  • pluralismo dell’informazione
  • indipendenza dei media
  • atmosfera e auto-censura
  • quadro legislativo
  • trasparenza
  • e infrastrutture che supportano la produzione dei media nello stato dove lavorano.

È infatti una stima interessante, certo, ma sicuramente non un indice che può mostrarci con precisione insindacabile la situazione della libertà di stampa nel mondo.

Piuttosto rappresenta la percezione che i giornalisti e sociologi selezionati hanno della stessa.

Inoltre la posizione italiana nell’indice non dovrebbe spaventarci visto che, se considerata la nostra posizione in classifica dal 2016, notiamo un fatto molto positivo.

Infatti, dal pessimo 77esimo posto di quell’anno del 2016, abbiamo risalito gradualmente le posizioni fino raggiungere la 43esima posizione nel 2019 e la 41esima del ranking nel 2020.

perché la situazione non è così grave come si pensa

Nessun giornalista o altra figura legata ai media sarebbe poi morto per la sua attività nel 2020 in Italia.

La nostra penisola rientra inoltre nei paesi con una situazione generale considerata soddisfacente.

Un aspetto che però Reporter Senza Frontiere desidera evidenziare in merito alla condizione della libertà di Stampa in Italia è che “una ventina di giornalisti italiani vivono attualmente sotto la protezione permanente della polizia a causa di minacce o tentativi di omicidio imputabili alle reti mafiose”.

Sottolineano pure – e dovrebbe farci riflettere sulla percezione che si ha dell’Italia all’estero – che l’anno scorso “a Roma, operatori dell’informazione pubblica in servizio sono stati aggrediti verbalmente e fisicamente da attivisti di gruppi neofascisti, ma anche da sostenitori del Movimento Cinque Stelle (M5S), che fa parte del governo di coalizione.”

Episodi gravi perciò non mancano secondo RSF ed è certamente fondamentale restare sempre vigili sulle variazioni dei valori considerati in questo indice per comprendere il trend seguito dal nostro bel paese.

Allo stesso tempo è necessario rimanere ottimisti laddove notiamo che, nonostante i possibili margini di miglioramento, le tendenze restano positive.

Libertà di stampa: cos’è Freedom House

Un’altra organizzazione che si occupa di stilare rapporti analoghi, Freedom House, attribuisce all’Italia un punteggio di 90/100 per la libertà in generale.

Questo dato mostra un leggero miglioramento rispetto all’anno precedente.

Oltre a ciò, Freedom House attribuisce un 76/100 per la libertà sul web.

Ci collochiamo dunque tra i paesi più alti in entrambe le classifiche, mentre l’emergenza pandemica ha portato invece a ulteriori repressioni della libertà in molti paesi già in difficoltà o vicini a svolte autoritarie.

Diritti come quello della libertà di stampa rimangono, per quanto acquisiti e consolidati nel nostro stato, sempre però da ribadire e valorizzare.

Perché, come sottolinea il giornalista statunitense Edward Murrow, “la maggioranza di noi sente che non possiamo essere liberi senza giornali, ed è questo il motivo per cui vogliamo che i giornali siano liberi.”

Matteo Hallissey

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