Lo Zen è tutto, è uno “stato di perfetta consapevolezza” o come dice la parola stessa (dal sanscrito Dhyana) è “una visione” percepita nel momento presente (“qui e ora”)
“Un giorno un’immensa folla di persone si radunò per ascoltare gli insegnamenti di Shakyamuni, il Buddha. Egli non disse una parola, tenne semplicemente in mano un fiore […]. Avvenne così la prima trasmissione di un insegnamento senza parole”.

Lo Zen non ha bisogno di parole: lo zen è tutto
È difficile per noi occidentali accettare, se non anche solo immaginare, che qualcuno possa riuscire a insegnarci qualcosa senza proferire neanche una parola.
Eppure esistono filosofie in Oriente che fanno uso di questa pratica.
È pur vero però che se vogliamo parlare di filosofie orientali, allora non possiamo parlare di zen, poiché risulterebbe un errore definire quest’ultimo una filosofia, come risulterebbe altrettanto errato chiamarla religione.
Esso è uno “stato di perfetta consapevolezza” o come dice la parola stessa (dal sanscrito Dhyana) è “una visione” percepita nel momento presente (“qui e ora”), ossia l’unico attimo in cui possiamo ri-trovarci.

Lo zen è tutto, e sicuramente non è solo del Buddismo o del Taoismo
Perciò non è del tutto giusto inferire che lo zen sia necessariamente legato in tutte le sue sfaccettature al buddismo o al taoismo, a causa della dimensione religiosa propria delle filosofie appena citate;.
Lo zen non struttura delle regole, non ha dei e non prevede una legge da studiare e seguire, se non la recitazione di alcune brevi frasi (sutra) per indurre a uno stato mentale che favorisca la ricerca dell’Illuminazione, la Verità Assoluta.
Inoltre a differenza di molte altre religioni che definiscono i loro dogmi, questo non arriva mai a spiegare nel dettaglio cosa sia questa Verità. Questo perché lo stato di perfetta consapevolezza non dipende dalle parole né dalle lettere, bensì dall’esperienza, che si rivela essere del tutto personale.

Cosa non è
Lo zen insegna che l’essenziale non sta nello studiare la Via del Buddha, ma nel viverla attualizzandola nella realtà di tutti i giorni.
Nell’insegnamento appena citato non possiamo comunque non scorgere una forte connessione con gli insegnamenti buddisti (tibetani e orientali); i due “stati d’essere” (buddista e zen) sono e rimangono sempre fortemente intrecciati.
Ne è un esempio pratico la posizione dello Zazen, ma per sapere cos’è lo Zazen aspetteremo insieme il mio prossimo articolo!
Dottoressa Giulia Anastasio

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