“Mamma non ci riesco!”: come stimolare nel bambino tenacia e fiducia in se stesso

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Mamma non ci riesco” penso sia una delle frasi più ricorrenti del bambino, specialmente dai 4/5 anni in su.

Ma come stimolare una personale fiducia nel bambino?

Come incoraggiare il bambino ad avere tenacia e provare a riuscirci da solo…?

Pensiamo un attimo alle volte che ci è stata rivolta questa frase. “Mamma (oppure papà, o maestra)… non ci riesco” è una dichiarazione di non voler provare ad attuare un ulteriore tentativo da solə.

Prende le sembianze di una supplica nell’essere aiutatə a eseguire un compito, qualsiasi esso sia, semplice o complesso.

“Mamma … non ci riesco”: semplice/complesso non ha niente a che vedere con facile/difficile

La semplicità e la complessità sono ben diverse dalla facilità e dalla difficoltà nell’eseguire un’attività.

Le prime due fanno riferimento a una valutazione di un dato oggettivo e misurabile, al numero di passaggi da affrontare per eseguire un compito in un certo intervallo di tempo. Le seconde due, invece, riguardano una stima soggettiva della possibilità di portarlo a termine in autonomia.

Pensiamo a quante volte, in risposta a quella richiesta di attenzione che ci è stata rivolta (“non riesco”), abbiamo detto o fatto qualcosa che comunicasse “lascia fare” o “non importa fai qualcos’altro“.

A volte può capitare che significati come questo si trasmettano eseguendo noi adulti il compito al posto loro, oppure concedendogli semplicemente di cambiare oggetto di attenzione senza porre alcuna resistenza.

Capita di farlo quando riteniamo che bambinə e ragazzə non abbiano quelle abilità necessarie per l’esecuzione del compito o dell’attività richiesta, non abbiano quel “talento”.

Auspicare che i propri figlə abbiano insito naturalmente un talento è prassi tanto diffusa nella nostra società. Ce lo racconta anche la famiglia Madrigal del cartone animato Disney Encanto che vive una forte delusione per la piccola Mirabel che non riceve in dono alcun talento.

Tuttavia, il mito del talento presenta anche una seconda faccia della medaglia: se da un lato rende più facile una strada, dall’altro alza il rischio di sedersi sugli allori ed essere passivi nell’apprendimento di altre abilità.

“Mamma … non ci riesco”: quando la mamma, il papà, o la/il maestrə cambiano strategia

Adesso, invece, pensiamo anche alle volte in cui siamo stati sorpresi da un urlo di gioia simile a questo:

“Mammaaaa (oppure papààà, o maestraaaa) ce l’ho fattaaa!!”.

Cosa è successo è facile immaginarlo: dopo tanti sforzi, svariati sacrifici, grande impegno e perseveranza nell’allenarsi a raggiungere un obiettivo, il nostro bambinə/ragazzə lo ha realizzato in piena autonomia.

A questo punto è bene interrogarsi quanto realmente auspichiamo che i nostri bambinə/ragazzə siano dotati di talento e quanto, invece, desideriamo che essi sviluppino nella propria vita la perseveranza, lo spirito di non arrendersi, la grinta, la tenacia, per raggiungere quello che vogliono realizzare.

Avere talento vs sviluppare tenacia

Inoltre, non è un caso che si affiancano due verbi molto distinti accanto a queste due parole-chiave: avere talento VS sviluppare la tenacia.

Ebbene sì, il primo è insito, potrebbe esserci o non esserci, già lo sappiamo al primo tentativo, ma non per questo dovremmo arrendersi se è una cosa che desideriamo realizzare.

La tenacia, invece, si sviluppa, si allena, e dà anche tanta più soddisfazione.

Proprio perché è una caratteristica non statica, ma in continua evoluzione, se ancora non siamo un esempio di perseveranza per i nostri piccoli, possiamo diventarlo insieme a loro.

Dott.ssa Psicologa Olga Bevanati

Suggerimenti di lettura in merito all’articolo appena letto

Se vi interessano articoli come questo vi suggerisco di dare un’occhiata alla mia rubrica Psicologia dello Sviluppo o alla rubrica Psicologia in Adolescenza della Dott.ssa Psicologa Martina Bacciotti.

Se invece vi interessa proprio il concetto di talento e perseveranza, vi suggerisco l’articolo del Dott. Niccolò Di Paolo, Che cos’è il talento? È una questione di genetica o di ambiente?

Se vuoi contattarmi, mi trovi qui: https://www.rainbowlabfirenze.it/inequilibrio/

About Olga Bevanati

Iscritta all’Albo della Regione Toscana (n.9593).
Laureata in Psicologia del Ciclo di Vita e dei Contesti e formata in Neuropsicologia dell’età evolutiva, mi occupo principalmente dello sviluppo del bambino inserito nei suoi contesti di educativi.
Instancabilmente dedita alla formazione e ai processi di apprendimento, riceve bambini e genitori a Firenze presso InEquilibrio, centro psico-educativo della cooperativa sociale RainbowLab.
Per i curiosi: https://www.rainbowlabfirenze.it/inequilibrio/