Mandala come strumento terapeutico: Indicazioni pratiche su come realizzarlo

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La creazione di Mandala è una pratica creativa che aiuta il radicamento in quanto questi simboli rappresentano un tentativo di riconnettersi con il Sé e con l’universo, sanando i contrasti. 

Questi simboli antichi sono stati utilizzati per migliaia di anni come strumento terapeutico per promuovere il benessere mentale e spirituale. La creazione di un Mandala richiede concentrazione, attenzione e pazienza, elementi che possono aiutare a calmare la mente e a ridurre lo stress.

In questo articolo, esploreremo il significato dei Mandala e scopriremo come questa pratica creativa può essere utilizzata come strumento terapeutico per il benessere mentale.

Cosa significa Radicamento

Dal latino radicari, derivazione di radix -icis “radice”. Il Radicamento (o Grounding) viene inteso in ambito psicologico e spirituale come l’atto di riconquistare la consapevolezza delle proprie radiciripristinando uno stato di calma e tranquillità attraverso la connessione con Madre Natura.

Nella nostra vita frenetica siamo spesso scollegati dall’ambiente naturale e anche da noi stessi. Radicarsi è allora un atto di rigenerazione e di ritorno al Sè.

Esistono infinite tecniche di radicamento che possono risultare più o meno funzionali per ognuno di noi. Si riporta di seguito un esercizio semplice ma molto efficace per sperimentare il radicamento.

Esercizio di radicamento

In posizione eretta o seduta, meglio se con i piedi nudi a contatto il terreno, possiamo immaginare delle radici che dal centro della pianta dei piedi scendono in profondità, verso il centro della terra. 

Espirando, è possibile immaginare di donare le proprie tensioni e il proprio malessere alla terra che lo trasforma, restituendolo a noi purificato. Inspirando, immaginiamo allora di respirare energia pulita che raggiunge tutto il corpo. Questa energia ci sana, ci calma e ci riporta in uno stato di pace. 

Radicamento attraverso il Mandala 

Il Mandala è raffigurazione più importante del Sé, ma anche dell’Universo, della totalità di coscio e inconscio al cui centro appunto si situa il Sé. Creare un mandala con spontaneità, liberando quello che sentiamo in modo autentico, è un tentativo di integrare le parti di noi che sono in conflitto in un’unione riappacificante che ci ricollega al Tutto.

Storia del Mandala 

I mandala nascono dal buddhismo tibetano come strumento culturale, come yantra cioè “veicoli” spirituali che aiutano la meditazione al fine dell’illuminazione. Si sono diffusi velocemente anche nell’induismo e in altre pratiche religiose come immagini sacre.

Il termine Mandala in sanscrito significa “cerchio”, ma sono chiamate mandala non solo le figure circolari, ma anche le forme concentriche come quadrati, triangoli, spirali che però mantengano inalterate le caratteristiche principali ovvero un centro dal quale l’energia viene emanata in modo coerente. Si tratta di simboli di ordine e armonia che si possono disegnare, dipingere o rappresentare con qualsiasi materiale compreso il corpo. 

Il mandala in analisi

Carl G. Jung è il primo studioso occidentale dei mandala a sottolineare il loro potere in ambito psicoanalitico, sperimentando questa pratica per primo su se stesso. 

Jung inizia infatti a produrre quotidianamente dei mandala nel Libro Rosso intorno al 1917 e in seguito ricorda che questa pratica gli donava la sensazione di avere una sorta di fotografia giornaliera del proprio stato interiore, un’immagine vivida del suo Sé. 

Nella conferenza di Eranos del 1933, Jung mostra come nei suoi pazienti sulla via della guarigione e in determinati stadi della loro individuazione puntualmente emergono immagini simboliche caratteristiche, sia nei sogni che nelle produzioni immaginali in stato di veglia, e che queste possono assumere una conformazione mandalica.

In un certo senso, l’immagine che affiora spontaneamente potrebbe essere letta come un «sintomo al contrario», cioè il segno che la persona si trova sulla via giusta.

Jung ha spiegato come a fini terapeutici non sia importante che il mandala risulti “bello” esteticamente, è necessario invece che il simbolo rispecchi la nostra situazione attuale, deve essere sentito nel profondo. Se così non fosse il mandala si limiterebbe ad una fantasia sterile e non risulterebbe di alcun aiuto nel processo curativo. 

Inoltre secondo Jung, quando produciamo simboli veramente coerenti con ciò che sentiamo ed essi si esprimono liberamente, stiamo adempiendo la funzione più potente dell’umano che è creare un ponte di collegamento tra due mondi, quello animale e quello spirituale.

L’abbozzo di mandala che viene riportato di seguito è il primo di una serie di ventisette mandala di Jung, datato 2 agosto 1917.

Caratteristiche del mandala

Jung ha notato come i mandala molto spesso contengano una quaternità o un multiplo di quattro nella forma di croce, stella, quadrato, ottagono etc.

Inoltre spesso presentano una divisione in due metà, una chiara e l’altra scura, questo simboleggia l’ambivalenza sperimentata dall’individuo che nel mandala trova un’integrazione unificante.

Dal loro centro, l’energia vitale viene emanata in modo coerente e simmetrico, in questo modo i mandala si configurano come simboli di armonia e vengono codificati come metafore riappacificanti.

i Benefici

L’uso del mandala è benefico sotto diversi aspetti:

  • ci ricollega al nostro Sé;
  • aiuta a integrare aspetti conflittuali dell’esperienza;
  • riduce lo stress;
  • stimola la creatività e l’intuizione;
  • aiuta ad attraversare le emozioni senza farsi dominare da queste;
  • stimola la sincronizzazione cerebrale;
  • aiuta a fare chiarezza mentale;
  • porta in uno stato naturale di meditazione;
  • favorisce il sorgere di nuove idee e progetti.

Come realizzare un mandala

Non ci sono regole predefinite nella creazione di un mandala. Tuttavia è necessario mettersi in gioco e sentire profondamente ciò che si sta creando, a tal scopo può essere d’aiuto seguire questi passaggi:

  1. Trova un posto tranquillo dove puoi dedicarti al tuo lavoro senza che nessuno ti disturbi.
  2. Prima di iniziare sperimenta l’esercizio di radicamento descritto sopra, respirando profondamente per qualche minuto.
  3. Quando ti senti pronto, disegna su un foglio un cerchio con il compasso o a mano libera.
  4. Concentrati sulle tue sensazioni e decora il mandala cercando di restare fedele a queste.
  5. Dedicati al tuo mandala senza pensare troppo: ricorda che non deve essere perfetto, deve essere autentico. 
  6. Quando hai finito di disegnare, scegli se e come colorarlo. Non ci sono limiti, puoi usare i pastelli, normali o a cera, pennarelli, tempere, acquerelli, etc. Lasciati guidare nella scelta da ciò di cui senti aver bisogno per rispecchiarti nel tuo mandala. 
  7. Quando hai terminato, prenditi qualche momento per osservare il risultato finale. Rifletti sui colori che hai scelto, sulle forme che hai dato.
  8. Alla fine, puoi decidere di distruggere il tuo lavoro per praticare il non attaccamento. La distruzione in questo senso fa parte dell’atto creativo che ci ricorda di vivere il presente, di non restare ancorati a ciò che è stato e di rinnovarci continuamente. Oppure, se preferisci, puoi conservare il lavoro in una cartella o in un album, come se fosse una fotografia del tuo stato interiore attuale e anche per verificarne il cambiamento nel tempo. 

5 idee alternative per la creazione di Mandala 

  1. Puoi costruire il tuo mandala in spiaggia con oggetti che trovi in riva al mare come alghe, conchiglie, pietre, piume etc.
  2. Disegna il tuo mandala nella sabbia con un bastone.
  3. Pianta un mandala nel tuo giardino usando piante, fiori, erbe, piccoli cespugli. 
  4. Usa le foglie cadute per creare un simbolo nel tuo cortile.
  5. Utilizza i cristalli che più risuonano con te per creare un mandala dal forte impatto energetico. 

Dott.ssa Martina Cavicchini

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About Martina Cavicchini

Sono una Psicologa iscritta all’Albo A della regione Lombardia n 27141.
Sono iscritta alla scuola di specializzazione in Psicoterapia Sistemica e Relazionale ISCRA di Modena. Mi occupo di sostegno psicologico e laboratori di arti terapie.

Per info / consulenze: martinacavicchini@virgilio.it