“Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinti che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock star. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene”
La Paura è indubbiamente la regina delle emozioni. La più potente in assoluto perché impedisce alle altre di manifestarsi.
La Paura animale è figlia di un pericolo prossimo, ma la Paura umana è tutta un’altra storia. Paura di che? e che ne so. Spesso la sua potenza nasce proprio dalla mancanza di un oggetto. Come dice sempre la mia terapeuta, la prima cosa da fare con la Paura è oggettivarla, darle un nome e capire “di cosa” si ha effettivamente Paura.
Conosciamo tutti le macro-emozioni? Piacere, Dolore, Paura, Rabbia e Disgusto (in teoria andrebbe aggiunto anche il Disprezzo e la Sorpresa, ma in questo contesto non sono inerenti al messaggio che voglio passare)
La Paura, tra queste, ha il compito che una delle altre non si manifesti:
- Ho Paura a mangiare la senape perché so che proverò Disgusto una volta che entrerà in contatto con le mie papille gustative.
- Ho Paura ad aprirmi a persone nuove poiché potrebbero farmi del male e quindi potrei provare Dolore.
- Ho Paura a lasciarmi andare con questa persona e iniziare un rapporto con lui/lei perché il Piacere mi porterebbe a fare delle scelte che non voglio fare (come ad esempio “chiudere col partner attuale” o “chiudere con le speranze che un vecchio partner torni da me”) e quindi provare Dolore e quindi di nuovo Paura delle conseguenze di un’azione che non dipende solo da me.
- Ho Paura ad assecondare questa sensazione di Rabbia poiché potrei fare del male ad altre persone oppure a me stesso
Insomma, la Paura anticipa un’emozione e te la evita. Ma come mai ha tutto questo potere?
Diamo un’occhiata alla nostra società.
Banalmente, “cosa si fa (o si faceva) ad un bambino quando compie un’azione che non deve fare?” Sculaccioni! Perché? Perché così il bambino associa Dolore e la Paura di provare quel Dolore (FISICO!) non glielo farà fare più.
Oppure, “cosa ti succede se vieni beccato a rubare?” Vai in prigione, isolamento, mancanza di libertà, situazione di disagio e quindi Dolore, cosicché una volta scontata la pena avrai Paura di riprovare quel Dolore e quelle altre sensazioni negative, e quindi non lo farai più.
Non serve che continui, penso che il concetto sia abbastanza ovvio. Tuttavia, in questi esempi scontati vi è il vero fulcro del problema:
- Innanzi tutto dove sta scritto che il Dolore sia una cosa negativa? Perché tutti gli animali sono dotati di questo meccanismo se poi non è funzionale alla vita? Il Dolore è presente in tutti gli esseri viventi, se fosse così negativo dubito che sarebbe sopravvissuto a millenni di evoluzione, non trovi?
- Secondo di poi il Dolore ti insegna non ti punisce! Il Dolore è necessario affinché il cucciolo, di uomo, di cane, di gorilla o di ornitorinco, impari cosa NON si deve fare se si vuole sopravvivere. Il Dolore fisico, invece, ti segnala quale parte del corpo ha subito un danno e quindi se necessita di cure (non di schiaffi!).
Il Dolore è quindi UN SISTEMA DI DIFESA FONDAMENTALE che rappresenta un segnale d’allarme e, come puoi dedurre dagli argomenti appena trattati, va spesso a braccetto con la Paura.
Ora che sono ben distinte e definite, “sei sicuro di averle chiare in mente ogniqualvolta ti ritrovi a contatto con una di queste o viceversa sei ancorato ad un significato di emozioni convenzionalmente accettato ma allo stesso tempo errato?”
Quello che ho osservato in questi anni è che siamo totalmente SCONNESSI con le nostre sensazioni corporee. Abbiamo ancorato significati alle emozioni del tutto artificiali o artificiosi escludendo una qualsiasi interpretazione alternativa (vedi es. del Dolore – Punizione)
Non solo, ma dietro a queste due macro generalizzazioni emotive, non sappiamo più scindere se queste sono nostre o sono, altresì, indotte:
- Abbiamo Paura che altri si alterino e mostrino la loro Rabbia che potrebbe farci del male e quindi ci facciamo MANIPOLARE
- Abbiamo Paura che altri provino Dolore e quindi ci facciamo MANIPOLARE.
- Abbiamo Paura di essere artefici del Dolore altrui e quindi ci facciamo MANIPOLARE.
Viceversa,
- Diamo la responsabilità ad altri delle proprie emozioni e quindi li MANIPOLIAMO come difesa minacciandoli di “FARCI SENTIRE IN COLPA”
- Minacciamo di Arrabbiarci per non far sì che una persona agisca liberamente contro la nostra volontà, e quindi, la MANIPOLIAMO.
- Abbiamo paura di provare determinate emozioni figlie degli ancoraggi (ARTIFICIALI) che gli abbiamo attaccato e quindi CI MANIPOLIAMO per non pensare di noi stessi cose “negative”.
Tutto ciò che facciamo non è altro che suscitare emozioni altrui sulla base di costruzioni sociali per poter agire in libertà e controllare il mondo intorno a noi (Controllarlo per Paura che qualcosa sfugga e ci faccia provare Dolore) oppure ci facciamo controllare da chi utilizza questo meccanismo contro di noi.
E come si esce da questo tunnel? Per adesso la risposta che mi è stata data è “ascolta il tuo corpo e entra in contatto con il vero significato di quelle emozioni”, e come dicevo nel mio articolo, “si smette di IMPARARE nel momento in cui si pensa che questa sia un’azione finita”, ergo non ti fermare alla prima interpretazione di quell’ emozione ma abbi il CORAGGIO di rimetterla in discussione e continua a farti domande su di essa:
- “cosa mi sta dicendo questa emozione?”
- “dove mi vuole portare?”
- “cosa ci voglio fare?”
- “sono sicuro che sia questo il significato giusto PER ME?”
Sono perfettamente consapevole di essere stato logorroico e ripetitivo, allo stesso tempo sono convinto che se leggerai con attenzione tutto l’articolo avrai più di uno spunto su cui riflettere.
Ti lascio, come sempre, con il testo di una canzone che è profondamente legata al tema delle emozioni.
Fai a modo 🙂
Filarono all’unisono
Lei la figlia di una americana trapiantata a Roma e lui
Un figlio di puttana
Ormai disoccupata
Con le loro lingue al gusto di
Medicina amara e chiodi di garofano
Lei per strada e lui rubava I libri della biblioteca
E poi glieli leggeva
Seduto sopra un cofano
Un giorno che mi dirai le tue troveremo il modo di rimuoverle
In due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore
E su di me puoi contare per una rivoluzione
Tu hai l’anima che io vorrei avere
Uccidersi al telefono
Lei si calmava e lui la ritrovava nuda sulla sedia
E poi sovrapponevano il battito cardiaco
Un giorno che mi dirai le tue troveremo il modo di rimuoverle
In due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore
E su di me puoi contare per una rivoluzione
Tu hai l’anima che io vorrei avere
E poi si addormentavano”
Niccolò Di Paolo
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