Niente paura: quando tutto ci spaventa, una bussola per comprendere e gestire le emozioni

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La paura è una delle emozioni primordiali di base. Nella storia dell’uomo ci ha permesso di arginare situazioni pericolose, difenderci, favorendo l’evoluzione. Iniziamo a conoscerla da bambini quando ci separiamo dalla persona di riferimento o quando sperimentiamo una situazione nuova.

Nell’adolescenza la paura si nasconde: perchè la realtà del mondo è instabile? per il giudizio? perchè la perfezione è sempre inarrivabile? In questo articolo una bussola per aprire questa emozione così complicata che a volte: preferiamo non parlarne.

quando è il mondo a fare paura

“E il cielo promette di tutto ma resta nascosto lì dietro il suo blu”

Ligabue in una sua celebre canzone, “Niente paura” ci fa riflettere su alcune delle dinamiche alla base della paura in questa particolare fase del ciclo vitale. Il cielo, il nostro presente, ci ha promesso tanto: stabilità, possibilità, creazione e inventiva. Ma tutto queste promesse sono ostacolate da un’attualità instabile che fatica a concedere una progettualità a lungo termine.

Nella fase evolutiva adolescenziale si inizia a creare il proprio sè proiettandolo su una realtà di vita, immaginata su un futuro possibile. Quando le testate giornalistiche ogni giorno ci propongono nuove sfide o impedimenti, è difficile non farsi travolgere fino a pensare che: progettare senza paura sia impossibile.

Riflettendo si possono trovare tante strategie alla paura:

  • Progettare per un lasso di tempo preventiabile. Prova a pensare alla decisione più imminente che hai:la scelta di un percorso di studi, il tuo prossimo esame, la nuova relazione che hai appena iniziato a frequentare, il trasloco del mese prossimo. Progettare eventi, situazioni molto lontane può, talvolta provocare ansia ed angoscia.
  • Prova a pensare ad obiettivi raggiungibili. La paura si insinua quando la nostra percezione di fattibilità diminuisce. Scandisci nel tuo momento di vita cosa è più funzionale fare.
  • Cerca il sostegno di chi sta progettando insieme a te. Condividere una paura può spaventare, spesso però, genera sostegno reciproco e nuove visioni.

il giudizio altrui e la paura di non essere abbastanza

A parte che ho ancora il vomito per quello che riescono a dire
Non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare

Il giudizio dell’altro è una paura che circonda ogni relazione, sopratutto durante l’adolescenza. Crescendo ognuno sviluppa la propria identità che avrà bisogno di tempo, spazio ed esperienze per fortificarsi e accettarsi. Per questo in questa fase siamo molto sensibili all’opinione del gruppo dei pari, dell’adulto che ci è di riferimento o semplicemente ai like per un video su TikTok. É innegabile che l’approvazione dell’altro, in un mondo sociale, ci gratifichi ma non deve essere assolutizzante. L’opinione è mutevole, variabile e totalmente condizionabile.

Cambiare prospettiva, pensando:

  • Quello che sento è un giudizio o una possibilità? Cercando spesso la perfezione si tende a trasformare in giudizio un consiglio, un opinione pacifica, un punto di vista diverso. Può essere utile pensare: quello che mi sta dicendo questa persona è a fin del mio bene? sta solamente esprimendo una sua prospettiva o cadendo in un giudizio limitante?
  • L’opinione a riguardo è d’interesse per me? Quando un giudizio è fine a sè stesso oppure arriva da una persona che non ci conosce o chi ci è indifferente provare ad ignorarlo è spesso la strada migliore anche se la più faticosa.
  • Quando è troppo è troppo. Se il giudizio che senti e percepisci indebolisce le tue azioni, ti impedisce di svolgere la tua normale quotidianità, ti limita nella relazione con l’altro: combatti la tua paura affrontandola con uno specialista psicologo.

il diritto di non essere perfetto!

Ed anche le stelle cadono, alcune sia fuori che dentro
Per un desiderio che esprimi te ne rimangono fuori altri cento

L’epoca storica in cui viviamo, pone l’adolescenta davanti all’orizzonte di modelli irraggiungibili di perfezione. La possibiltà di eccellere, di essere i primi ad ogni costo, crea ideali non sempre raggiungibili. Il mondo sociale, sia in versione virtuale che tra i banchi di scuola, esprime più o meno involontariamente un continuo confronto tra: quello che dovrebbe essere e quello che sei tu; come dovresti essere e come sei tu; cosa dovresti fare e quello che stai facendo.

Spesso questi modelli, che non ritengo personalmente neanche del tutto negativi, sono una trasposizione della giornata/vita di una persona al suo massimo apogeo. Uno splendore che però è condizionato totalmente alla sua soggettività.

Prova a pensare:

  1. Il successo di una persona non ti corrisponde. I tuoi obiettivi sono personali: sai tu quanti e quali sacrifici hai affrontato per essere dove sei, ringraziati.
  2. Il tuo ritmo non è necessariamente il tempo dell’altro. La società e la cultura instaurano nell’epoche delle temporalità. Questo non significa che tu sia un fallimento quando il primo esame universitario arriva dopo un anno intero durante il quale hai affrontato mille difficoltà: questo il mondo non lo conosce.
  3. Sii sempre gentile con chi incontri. La tua paura di non essere perfetto potrebbe nascere anche da una tua richiesta di perfezione nell’altro. Una frase troppo usata ma vera dice: “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla: sii gentile, sempre“.

Come ci ricorda Ligabue, non tutte le stelle cadono dentro: esercitati nella gioia del desiderio che esprimi provando ad accettare la paura che ne rimangono fuori altri cento!

Dott.ssa Martina Bacciotti, psicologa

Suggerimenti di lettura in merito al mio articolo su Niente paura di Ligabue

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi scoprire come l’autostima possa colmare il vuoto interiore, leggi il mio articolo su ‘Vuoto a perdere’ di Noemi. Scoprirai come questa canzone possa aiutarti a trovare la forza per affrontare le sfide quotidiane dell’adolescenza.

Se vuoi saperne di più su come superare le difficoltà dell’adolescenza, dai un’occhiata al mio articolo su ‘Laurea ad honorem’ di Marracash e Calcutta. Ti renderai conto che, anche quando sembra che tutto vada male, c’è sempre una via d’uscita.

Se hai vissuto o stai per vivere un’esperienza di studio all’estero, ti consiglio di leggere il mio articolo su ‘Buon viaggio!’ di Cesare Cremonini. Questa canzone ti ricorderà che ogni viaggio ha il suo scopo e che anche le esperienze più difficili possono essere arricchenti.

Se vuoi rivivere l’emozione della libertà estiva, dai un’occhiata al nostro articolo su ‘L’estate e la libertà di Jovanotti“. Questa canzone ti farà rivivere l’atmosfera estiva e ti ricorderà che la libertà è uno stato mentale.

Infine, se vuoi scoprire come la ribellione possa essere un’esperienza universale dell’adolescenza, leggi il mio articolo su ‘Zitti e buoni’ dei Måneskin. Questa canzone ti farà scoprire il lato oscuro e ribelle dell’adolescenza, attraverso le parole di una band di giovani talentuosi.

Altri articoli su musica e psicologia

La musica, come suggerito dalla dott.ssa Martina Di Dio nel suo ultimo articolo, ha un grande potere terapeutico per la mente e il corpo. “Free” dei Florence and the Machine è un esempio di come il movimento e la musica possono aiutare a liberare la mente e il corpo dalle costrizioni dell’ansia. Ascoltare e muoversi con la musica può essere un modo per sentire il nostro corpo, rilassarci e permettere alla nostra energia di fluire liberamente. Clicca qui se vuoi leggere il suo ultimo articolo su Ansia e corpo: la liberazione con Florence And The Machine

About Martina Bacciotti

Dott.ssa Martina Bacciotti, 27 anni, Psicologa. Frequenta l’Università degli studi di Firenze, facoltà di Psicologia. Nel 2017 consegue il titolo di laurea triennale in Scienze e tecniche psicologiche. Continuando gli studi magistrali, il 16 luglio 2019 ottiene il titolo di laurea specialistica in Psicologia del ciclo di vita e dei contesti con votazione 110/110. Iscritta all’Albo degli Psicologi della Toscana n°9393
Formazione di specializzazione presso AOU Meyer di Firenze, ASL 10 Toscana Centro Salute Mentale Infanzia Adolescenza.
Coordinatrice di casetta, psicologa, presso Dynamo Camp Onlus.
Corso di Perfezionamento Universitario in Psicologia Perinatale.
Master di II livello in Psicologia Pediatrica, LUMSA Roma in collaborazione con Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
Psicologia degli Apprendimenti presso Anastasis.

Attività privata in tre studi professionali dove svolge la pratica clinica con bambini, adolescenti, coppie, famiglie e adulti.
Terzo anno di specializzazione in Psicoterapia Sistemico Relazionale, CSAPR Prato.