Onboarding aziendale: conoscere ed utilizzare questo strumento strategico per l’impresa

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Nel contesto HR, l’onboarding aziendale è uno step strategico di orientamento dei nuovi assunti.

Lo scopo è quello di favorirne l’inserimento in azienda.

Portatemi via la mia gente e lasciatemi le aziende vuote e presto l’erba crescerà sul pavimento dei reparti. Portatemi via le aziende e lasciatemi le persone con cui lavoro e presto avrò aziende migliori di prima.” (Andrew Carnegie)

Lo scopo di questa rubrica è quello di portare i lettori a conoscere e, soprattutto, a riflettere sui temi legati al mondo della psicologia del lavoro. Ecco, oggi vorrei riflettere con voi su un tema in particolare, quello dell’onboarding, che purtroppo viene spesso ignorato e/o sottovalutato.

Cos’è L’onboarding aziendale?

Nel contesto HR, l’onboarding è uno step strategico di orientamento dei nuovi assunti. Lo scopo è quello di favorire l’inserimento in azienda di questi ultimi, portandoli a comprenderne la cultura e le dinamiche, favorendo così benessere e produttività aziendali.

Riuscire a svolgere un processo di onboarding strutturato è il modo più efficace e veloce per creare e mantenere un luogo di lavoro in cui i collaboratori si sentano motivati e stimolati.

Ma come si struttura il processo di onboarding?

Vediamo insieme qualche linea guida. Inizialmente è bene soffermarsi su un aspetto di fondamentale importanza quando si parla di onboarding: la durata.

quanto dura il processo di Onboarding aziendale?

L’inserimento di un nuovo collaboratore è un processo soggettivo e complesso. Entrare in un nuovo contesto lavorativo mette la persona davanti a numerose sfide, che viene gestita in modi unici e differenti. Per questo motivo, il processo di onboarding ha durata variabile.

Molto dipende da come reagisce all’inserimento in azienda il neoassunto, dal ruolo che ricoprirà e dall’impatto che avrà sulle dinamiche aziendali. Potrebbe anche essere necessario includere formazione specifica, tutoraggio e momenti di conoscenza informale, per garantire il massimo coinvolgimento del lavoratore.

Detto questo, entriamo nel vivo del processo di onboarding.

Il primo step: l’accoglienza

La prima cosa da prendere in considerazione è il benvenuto.

L’accoglienza del nuovo assunto deve lasciare una sensazione positiva, creare empatia e motivazione. In questo senso sono molto utili telefonate di conoscenza, mail di benvenuto, un caffè tutti insieme prima di iniziare la giornata lavorativa.

Quando il nuovo collaboratore sarà entrato in azienda è importante sottolineare la mission aziendale e i valori che la guidano: questo servirà per aumentare il coinvolgimento e la motivazione della persona.

Infine, per familiarizzare con il luogo di lavoro è bene accompagnare la nuova risorsa in un tour guidato dell’azienda. Il nuovo dipendente dovrà essere in grado di muoversi liberamente tra gli spazi messi a disposizione dall’azienda, senza sentirsi spaesato ma, anzi, sentendosi libero e a proprio agio.

Da psicologa, inoltre, non posso non soffermarmi sulla qualità del clima che deve essere presente in azienda. Questo deve essere positivo, sereno e stimolante, quindi appare fondamentale non trascurare i momenti informali e sfruttali per consentire al nuovo dipendente di relazionarsi con i colleghi e far nascere delle buone relazioni lavorative ma anche personali.

Un ruolo decisivo in questo lo può svolgere la persona di fiducia del neoassunto (chiamata anche buddy).

La chiarezza e la trasparenza sono caratteristiche aziendali fondamentali in generale ma, in particolar modo, durante il processo di inserimento aziendale. E’ infatti indispensabile che il neoassunto sappia che obiettivi ha nel breve termine e che responsabilità ricopre. Questo gioverà all’azienda per l’aspetto produttivo, e al neoassunto per esprimersi al meglio delle sue capacità in quanto sicuro della direzione che deve prendere.

Onboarding aziendale: la fase del monitoraggio

Ma il ruolo delle Risorse Umane non finisce qui: una fase fondamentale di questo processo è il monitoraggio dell’inserimento della nuova risorsa dopo mesi dall’assunzione.

Questo serve per verificare l’andamento del processo di onboarding e, se necessario, modificare le modalità di azione. Inoltre, da questo monitoraggio a “lungo termine” si possono trarre dei feedback preziosi, utili per migliorare il processo di onboarding e non solo.

Se svolto con dedizione i vantaggi dell’onboarding sono numerosi come, ad esempio:

Cose non scontate e che portano molto vantaggio competitivo all’azienda.

Insomma, il processo di onboarding richiede tempo ed energie per fare sì che sia ben svolto e porti valore aggiunto al momento dell’inserimento in azienda della nuova risorsa.. Però ne vale sicuramente la pena!

Dottoressa Alice Vignudini

Se ti ha incuriosito l’argomento, ti suggerisco di leggere il mio articolo sul “recruitment“, fase cruciale e importantissima per l’azienda e per il candidato.

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About Alice Vignudini

Sono Psicologa del Lavoro iscritta all'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna.
(Ex) Atleta di nuoto, continuo a vivere questa grande passione in vasca e fuori, lavorando come Psicologa Sportiva.