L‘esplorazione dei paesi abbandonati attrae i turisti nei luoghi disabitati, in cerca del perturbante e del macabro, sedotti dal fascino delle rovine e dai paesaggi fatiscenti.
Non tutti paesi sono abbandonati: nonostante siano abitati da decine di persone, alcuni borghi sono definiti fantasma solo per motivi turistici.
Un paese fantasma è tale quando è completamente disabitato e le economie locali estinte. Alcuni paesi fantasma, data la fragilità delle strutture e del territorio sono indicate “zone rosse” ed è interdetto l’accesso.
Un paese diventa fantasma per una molteplicità di motivi: spopolamento, isolamento geografico, dissesto idrogeologico, eventi sismici, trasformazione economica del comprensorio.

Entrare nelle case degli altri è reato
I paesi abbandonati possono essere considerati luoghi dimenticati anche dalle cartografie, perché non indicano l’esatta posizione in cui si trovano. Sono da considerarsi luoghi pericolosi e vulnerabili in cui ci si espone a una serie di insidie. Le strutture sono fatiscenti e pericolanti, le case dirute e i muri sfrangiati dal tempo possono diventare esperienze rischiose.
Anche se fatiscenti, alcune case sono private e hanno un proprietario, per questo vi invitiamo a non entrare perché è reato di violazione di domicilio, questa pratica è illegale. Se siete interessati alla storia di questi borghi abbandonati potete recarvi nel comune di riferimento, chiedere informazioni in Comune ed eventualmente recarvi all’Archivio Storico.

Perché siamo attratti dai luoghi abbandonati
L’interesse per le aree interne dell’Italia e dei piccoli paesi in spopolamento è cresciuto negli ultimi anni. Il turismo di prossimità ha spinto molti turisti a visitare il territorio vicino casa, facendo riscoprire una miriade di paesi dimenticati proprio perché abbandonati. Ma non è un fenomeno solo italiano, perché l’esplorazione dei luoghi dismessi è una pratica che suscita interesse anche all’estero.

Il sentimento della fine
Perché siamo attratti dai borghi fantasma? La scoperta sentimentale dell’Italia tra Sette e Ottocento spingeva viaggiatori e viaggiatrici stranieri verso gli itinerari del Grand Tour e nasceva proprio dall’ispirazione Romantica di vivere il pathos struggente dell’antico, quindi dei fasti della classicità.
Il senso di perdita e la mutevolezza del paesaggio antiquario, apriva scenari suggestivi in prossimità dei siti archeologici dando vita ad un immaginario letterario, che ancora oggi impatta sul modo di narrare le aree dismesse e interne dell’Italia. Si andava in cerca di itinerari pittoreschi dove la morsura del tempo sulle rovine coglieva i segni di una miseria endemica e immobile, segnate dall’illusione di un tempo eternamente rinnovato, un tempo mitico, dove le feste, le tradizioni si sfrangiavano nell’allusione misterica.
Chateaubriand, scrittore e padre del Romanticismo letterario francese, distingueva tra rovine angoscianti, generate dall’uomo, e rovine che danno pace, prodotte dalla natura. Nessun altra cultura come quella occidentale ha avuto il senso e la consapevolezza delle rovine, la capacità di valorizzarle, tutelarle, decifrarle.
“A cominciare dalla seconda metà del Settecento è difficile pensare la bellezza separatamente dalle rovine. Per meglio dire, la concezione della bellezza non può essere separata dalla paura e dal terrore della sua fine, dalla rovina ad essa immanente. Gli autori romantici ci hanno ricordato come la bellezza sia indissolubilmente legata ai resti, alla morte, alla caducità, alla melanconia”. (Vito Teti).

L’Urbex e i paesi abbandonati
L’Urbex, l’esplorazione urbana dei luoghi abbandonati è una raccolta di due volumi fotografici: Italian Urbex. Viaggio tra i luoghi dimenticati, edizione illustrata a cura di Alessandro Tesei e Davide Calloni, editore Magenes e Paesi fantasma. Viaggio tra i più bei borghi abbandonati d’Italia a cura di Alessandro Tesei, Davide Calloni e Ascosi Lasciti, editore Magenes. I resoconti di viaggio hanno un valore documentario e hanno offerto inedite inquadrature. La fotografia è il mezzo attraverso cui la scoperta di queste abitazioni ha raggiunto un pubblico maggiore.
Leggere l’abbandono
Se vi appassiona la narrativa di viaggio: La voce delle case abbandonate. Piccolo alfabeto del silenzio, di Mario Ferraguti Ediciclo edizioni e Cade la Terra di Carmen Pellegrino, Giunti editore è un romanzo sul senso di perdita e di mutevolezza del luogo in cui si abita:
Il paese dirupava e i suoi abitanti si indebitavano a causa delle continue perdite, dei muri caduti, dei solai sfondati da ricostruire almeno una volta all’anno. Si addestrarono, in breve, a non far caso a un quieto stile di terremoto che fluttuava sotto i loro piedi.” (Carmen Pellegrino).

Documentari sui borghi fantasma
E’ stato realizzato dalla Rai un ciclo di documentari sui paesi abbandonati che è possibile visionare qui. Invece, “Case abbandonate” è un film di Alessandro Scintillani e Mirella Gazzotti per una produzione “Biennale del Paesaggio” Fragola Film
“Le case abbandonate sono tante, nascoste. La loro esistenza è accompagnata da leggende, racconti, storie da raccogliere anche attraverso immagini, tracce abbozzate, storie che scelgono di farsi scoprire, storie nascoste che devono essere inseguite con la curiosità e l’immaginifico stupore tipico dell’infanzia”. (Case abbandonate)
Piccoli Borghi Italiani è un progetto di documentazione, realizzato da giornalisti digitali, su alcuni minuscoli borghi che non sono ancora fantasma, ma che hanno subito un grave declino demografico impoverendo le maglie relazionali e sociali. Sono luoghi che per posizione geografica e modalità abitative meritano di essere visitati. Le emozioni e la ricchezza dell’esperienza non vi deluderà. Uno su tutti: Monteviasco, in provincia di Varese, il comune di riferimento è Curiglia di Monteviasco, al confine con la Svizzera. Un paese sospeso a 1000 metri di altezza, e per raggiungerlo si percorre una lunga scalinata di 1300 scalini, unica via di accesso. Vi consigliamo di visitarlo dalla primavera inoltrata per non trovarvi in difficoltà. Solo sette abitanti vivono in questo borgo.
La maledizione della scoperta
Visitare luoghi abbandonati come i paesi fantasma, ci mette a contatto con un’alterità minacciosa e incombente, oltre al brivido dell’imprevisto. I paesi abbandonati e i borghi fantasma, sono a tutti gli effetti luoghi estremi. Abbiamo cercato di comunicare questo aspetto che non bisogna trascurare. In caso di difficoltà o di emergenza, l’isolamento e la mancanza di connessione telefonica potrebbe giocare un brutto scherzo. Nella letteratura di viaggio e archeologica il senso di stupore e di perdita per un mondo antico ha elaborato un senso di meraviglia che parlava agli scrupoli morali e alle paure segrete e profonde legate al timore della morte e dei morti.
“Le case diroccate e disabitate sono considerate spazio di possibile ritorno dei defunti e degli spiriti. Come crepacci, sorgenti, fiumi, strapiombi. Anche i dirupi costruiti o provocati dagli uomini si iscrivono in un ordine naturale. Le case venivano, non a caso protette magicamente dal ritorno degli spiriti dei morti di morte violenta, ma anche dall’invidia del vicino e dalla maledizione del nemico. Ma proprio queste paure, questi sentimenti e questi comportamenti ci ricordano come la fine e la chiusura della casa e dell’abitato fossero eventi tutt’altro che eccezionali in Calabria. Non è conveniente né da un punto di vista pratico e nemmeno da un punto di vista psicologico e culturale. Non è bene portare con sé i materiali delle vecchie case: potrebbe provocare disgrazie e sfortune. Non è ugualmente bene prendere, secondo alcune voci da me rilevate, resti di chiese di paesi abbandonati potrebbero portare male”. Vito Teti

Dove si trovano i paesi abbandonati
Un sito storico è Paesi Fantasma, che vi invitiamo a consultare. Uno dei primi che ha realizzato una mappatura dei paesi d’Italia in estinzione. Se volete pianificare il vostro viaggio in altre regioni o provincie vi consigliamo di verificare le condizioni delle strade e la possibilità reale di accedere a questi paesi. Le tracce dei sentieri possono essere state cancellate dalla rinaturalizzazione o rimanere nella memoria degli utlimi abitanti della zona che sanno come raggiungerli in sicurezza. Se pensate di andare fuori dai tracciati segnati dal Cai siate prudenti, comunicate che state addentrandovi in aree poco note. Alcune guide escursionistiche del territorio organizzano eventi dedicati ai paesi abbandonati. Viaggiare ed esplorare in sicurezza rende la vacanza più godibile. In Italia per esempio Trekking Italia e Vai col Trekking propongono delle escursioni che attraversano luoghi abbandonati.

Paesi abbandonati da visitare in Italia
Vi lasciamo con alcune suggestive proposte davvero emozionanti, su alcuni dei paesi fantasma da visitare:
Buonanotte Vecchio, Faraone Antico in Abruzzo; Braia in Toscana; Poggioreale Antica in Sicilia; Rebeccu in Sardegna; Antuni nel Lazio; Moggesa di là e Moggesa di qua nel Friuli Venezia Giulia, Vrù e Fraschietto in Piemonte; Brancaleone Vecchio in Calabria; Monteruga; Tocco Vecchio in Campania; Fornet in Valle d’Aosta; Fumegai in Veneto.
In questo articolo vi abbiamo indicato una moltitudine di paesi da visitare o da visionare tramite video e un’ampia documentazione su come muovervi in sicurezza se pensate di esplorarli. E’ un argomento che ci sta a cuore perché alcuni degli autori di Gnothi vivono in un paese abbandonato durante l’estate.
Suggerimenti di lettura in merito all’articolo ”Paesi abbandonati: perché siamo attratti dai borghi fantasma”
Se ti è piaciuto questo articolo in cui ti suggerisco la lettura di alcuni libri, ti consiglio di leggere altri articoli che ho scritto per la rubrica Antropologia, ad esempio quello sul ruolo della scrittura per l’antropologo o quello dei criteri e metodi della ricerca sul campo.