Comprendere i cambiamenti dell’identità femminile e come questi sono stati recepiti dagli uomini, dalle donne e dalle famiglie è l’obiettivo della Hochschild, sociologa Californiana, nel suo libro “Per amore o per denaro – La commercializzazione della vita intima” scritto nel 2006.
Lo studio dell’intimità è un concetto molto caro ai sociologi moderni, come abbiamo visto per gli articoli su “La trasformazione dell’identità” di Anthony Giddens
Premessa al libro “Per amore o per denaro” di Arlie Russell Hochschild:
La donna del primo 900
Osservando il mondo del lavoro negli Stati Uniti dal 1900 in poi si può notare già come le donne sposate che lavoravano all’inizio del secolo scorso erano inizialmente meno di 1/5. Successivamente ci sono due grandi aumenti di numeri nel 1940 fino ad arrivare allo scorso 2005.
Le nonne, le zie, alle quali in passato ci si poteva rivolgere per un aiuto nella cura dei bambini, piano piano sono sempre più impegnate in un lavoro extra-domestico.
Ma agli inizi del secolo scorso vi erano due grandi movimenti tra le donne del tempo, due movimenti fortemente in contrasto:
- Femministe che lottavano per contribuire alla parità nel matrimonio e all’espressione del proprio talento nella vita pubblica.
- Conservatrici che avevano il timore che il lavoro fuori casa avrebbe privato l’uomo del suo ruolo di capo e del ruolo subalterno della donna.
Via via la situazione sembrava evolversi verso un mondo paritario, ma ad un certo punto addirittura di intravede un ribaltamento di ruoli con la diminuzione dei posti di lavoro nel settore industriali.
La fase di stallo della rivoluzione femminile del secolo scorso
Uomini e donne sono rimasti intrappolati nella “Rivoluzione di stallo” dove le donne sono cambiate, ma non le loro occupazioni fuori casa, né gli uomini che le aspettano a casa, né la società che le circonda.
Negli Stati Uniti, come ci riporta la Hochschild, l’indebolimento della famiglia e della comunità creò un vuoto culturale che solo negli ultimi anni è stato riempito con il mercato.
Robert D. Putnam, politologo americano, ha dimostrato che gli americani partecipano sempre meno alle attività comunitarie, alle elezioni, alle attività con amici e sempre di più guardano la tv e frequentano centri commerciali, alimentando il mercato.
Questo concetto viene fuori anche in Taylor nel suo libro “Il disagio della modernità” definendo questo fenomeno addirittura come una delle tre cause della percezione di disagio della persona del XXI secolo: l’Individualismo, come conseguenza di un mondo dove l’individuo non ha più bisogno del prossimo perchè soddisfa i suoi bisogni primari attraverso oggetti “depersonalizzati” (come il termosifone e non più la legna che si brucia portata dal tagliaboschi di paese); il Disincanto del mondo, ovvero la perdita di un senso comune dato, in passato, dalla religione e sopratutto dalla fede in qualcosa di più grande come conseguenza di una massimizzazione del rapporto costi benefici tipica dell’industrializzazione; e, appunto, il Disinteresse per l’autogoverno e la cosa pubblica, che non è altro che il disinteresse per la partecipazione politica (anche del proprio micro cosmo).
“Per amore o per denaro”: La mercificazione della coppia
Per sopperire al vuoto culturale della coppia il mercato economico ha proposto e venduto servizi che si incaricano di trovarci l’anima gemella, organizzarci, inoltre, le nozze perfette, le feste di compleanno dei bambini e le visite ai nostri anziani.
Molti di questi servizi sono pubblicizzati come modi di “risparmiare tempo” (concetto sempre in linea con il secondo disagio della modernità di Taylor). Vivere nel ciclo del mercato quindi, porta a sviluppare un nuovo modo di vedere le cose.
Diventa sempre più facile concepire che parti della propria vita vengano vissute da altri; inoltre, diventa automatico e inconsapevole concentrarsi solo sul risultato di qualsiasi oggetto o obiettivo tralasciando il processo di realizzazione.
La visione del mondo tipica del mercato influisce anche sulle nostre emozioni
I momenti di alta intensità emotiva diventano la ricerca del prodotto, l’acquisto e la transizione. Tendiamo, di conseguenza, a non curarci più degli altri aspetti.
Tuttavia la supremazia del mercato è ottenuta con la persuasione imposta all’interno, creando desideri ed esigenze. Il problema sorge quando si capisce che il mercato lascia fuori la vita che potrebbe essere vissuta in una comunità attiva e in una famiglia fiduciosa che abbiano a disposizione il tempo, immaginazione e scopo morale.
Anche in Italia come negli Stati Uniti le donne sono entrate nel mondo del lavoro. Non solo: gli orari di lavoro si sono allungati, si è abbassato il tasso di natalità, le donne e gli uomini sono precari. In entrambi i paesi, in misure diverse, in modi diversi si assiste a una commercializzazione della vita intima.
La cultura del disimpegno personale: lo spirito commerciale della vita intima e la sconfitta del femminismo
La letteratura manualistica femminile pubblicata negli Stati Uniti nell’ultima metà del secolo consente di individuare una tendenza di rilievo.
C’è una curiosa analogia di questa tendenza e un cambiamento culturale di ben altra portata descritto da Max Weber. Secondo Weber, il protestantesimo è fuggito dalla gabbia della chiesa per trasformarsi nello spirito del capitalismo, che ha favorito la corsa al benessere economico.
Allo stesso modo si potrebbe dire che il femminismo stia andando oltre i propri limiti originari e che da movimento sociale stia diventando fautore di uno spirito commerciale della vita intima. Come le condizioni del mercato prepararono il terreno al capitalismo, così l’indebolimento dell’istituzione familiare sta favorendo una commercializzazione dello spirito della vita domestica.
Gli obiettivi e le idee di cambiamento culturale in corso sono diversi, perché riguardano
- L’amore
- La famiglia
- Le donne
Raccogliamo prove di questa analogia nei best seller di manualistica femminile tra il 1970 e il 1990.
I manuali, infatti, sono un punto di riferimento importante proprio perché i tradizionali poli di autorità – chiesa, famiglia – vengono a esserlo sempre meno.
Nonostante i problemi sentimentali di oggi siano sempre più complessi, si sceglie di rivolgersi ad autorità impersonali (terapeuti, opinionisti, etc.). Tra questi ci sono appunto anche gli autori di manuali psicologici, che operano come consulenti per l’investimento emotivo, cioè suggeriscono tattiche per la sfera emotiva, corredate di visioni e immagini ispiratrici.
“Per amore o per denaro”: La cultura della freddezza
I best seller di auto-aiuto degli ultimi anni rivelano un approccio più freddo alla vita dei sentimenti.
Questo non significa che gli individui abbiano meno bisogno l’uno dell’altro, ma che vengono invitati ad amministrare di più i propri bisogni affettivi.
I titoli più recenti incoraggiano la comunicazione aperta e paritaria, ma proprio per rendere possibile il formarsi di legami paritari propongono strategie emotive impostate sulla freddezza.
Così, sostengono un ideale, la parità, a scapito di un altro, la ricchezza emotiva dei legami sociali.
Di norma un libro di questo tipo è suddiviso in quattro parti.
“Per amore o per denaro”: analisi libri “auto-aiuto” necessari alla donna moderna (ma anche all’uomo)
Nella prima l’autore imposta la relazione con il lettore, e si introduce così il rapporto con una fonte di autorità; nella seconda viene descritta la situazione sociale vigente; infine nella terza si descrive in concreto le procedure da seguire e la quarta parte che contiene storie di esperienze personali basate sulla vita reale dei pazienti.
In ogni storia c’è un momento topico: una vera e propria rivelazione in cui si raggiunge una piena comprensione delle cose. (Questo concetto della psicologia si sta diramando sempre di più nella cultura modena del social, alimentato da pagine Instagram o Facebook che divulgano “psico pills” o “aforismi che rivelano la chiave di volta risolutiva di un determinato problema”. Questo non solo distorce quello che la psicologia veramente è e fa, ma crea anche lo stereotipo della cura di sè come la ricerca di “satori” o “illuminazioni sulla via di Damasco” deresponsabilizzando, di fatto, l’individuo nella ricerca di un equilibrio interiore, per esempio, attraverso tante piccole azioni quotidiane)
Ciò che il momento topico rivela è lo stato d’animo ideale per l’individuo: mostra come quella persona ha sempre voluto sentirsi in tutta la storia. C’è quindi un ideale che viene espresso, e questo ha dietro un tipo di cultura.
I rischi nell’affidarsi al punto di vista di un autore che non vi conosce
Ci sono molti interrogativi da sollevare a proposito di ciò che tale esperienza rappresenta.
Ad esempio possiamo chiederci:
Con quale ideale viene confrontato?
Chi c’è sulla scena della storia in quel momento e quali relazioni sono in gioco?
Che tipo di insegnamento ne trae il lettore?
È un consiglio che rimanda a un paradigma di fiducia o di cautela?
Abbiamo davanti un libro caldo che promuove l’attenzione verso l’altro e il sostegno sociale, o un libro freddo che parte dal presupposto che l’individuo debba cavarsela con sostegno scarso o nullo e che abbia poche esigenze?
Libro caldo o libro freddo? Due storie di “teatrini domestici”
Analizziamo due momenti topici tratti da “Total women” di Marabel Morgan (caldo) e “Il complesso di Cenerentola” di Colette Dowling (freddo).
Total women di Marabel Morgan
Nella narrazione si parla di una comunità di donne, tutte impegnate a migliorare il loro matrimonio.
Appena una di loro sperimenta a casa una certa mossa, telefona subito a un’altra per dire com’è andata.
Qui il momento topico di Morgan non arriva per caso, non è spontaneo, ma rappresenta il frutto di un’azione ben pianificata. Non è un’occasione di auto riconoscimento né una comunicazione rivelatrice: non si tratta di un picco improvviso di onestà verso sé stessi, ma la sua azione insieme alla reazione di felicità sono una forma di comunicazione stilizzata, premoderna.
L’azione di Morgan, però, ha a anche l’effetto paradossale di fare scudo contro la comunicazione intima.
Si tratta di un approccio all’antica con lui: “nel matrimonio ha senso solo remare nella stessa direzione“. La donna è donna solo se obbedisce alle leggi del patriarcato. Uomo e donna sono nemici e il patriarcato è il compromesso che pone fine alla guerra sulla base di questo accordo:
l’uomo ottiene il potere, la donna una casa sicura.
Morgan è dunque a favore di un mondo regolato dall’autoritarismo, però allo stesso tempo i suoi suggerimenti sono orientati all’andare avanti e partecipare e non a fuggire dalle relazioni.
Il complesso di Cenerentola di Colette Dowling.
Nel momento tipico, qui la tensione che da luogo all’azione narrativa non è quella fra la donna e il marito, ma quella fra il desiderio di sentirsi legata e indipendente.
L’azione non avviene attraverso la personificazione di un ruolo sociale, avviene in uno spazio emozionale al di fuori della vita di tutti i giorni. Qui troviamo una tensione privata e interiore, rivolta contro la dipendenza da altri.
Per Dowling ognuno da il meglio di sé quando si trova da solo di fronte alla natura. Altri momenti topici parlano di donne che si lanciano nel successo professionale, in una vita erotica più libera e autonoma. Mentre nei suoi momenti peggiori, prova le sensazioni opposte.
È proprio questo desiderio di essere al sicuro, al caldo, accudita da qualcuno che sta alla base del tanto temuto Complesso di Cenerentola, che per Dowling rappresenta la forza principale che tiene le donne soggiogate.
Le idee alla base
Questi due libri hanno alla base idee ispiratrici molto diverse.
- Morgan cerca il divertimento all’interno dei confini di un mondo patriarcale. Considera pericolose la rabbia, l’assertività e tutto ciò che porta al di fuori delle mura domestiche.
- Dowling invece cerca l’onestà con sè stessa, si sforza di tenere sotto controllo i propri bisogni affettivi e anzi di piegarli al proprio volere. Ciò che considera pericoloso è il desiderio di sentirsi sicura e accudita da qualcuno.
Anche le loro strategie di gestione della vita emotiva sono diverse:
- Morgan consiglia alle donne di mettere da parte l’affermazione della propria volontà allo scopo di rinsaldare il vincolo che le lega ai propri uomini;
- la raccomandazione di Dowling è quella di sopprimere i sentimenti che le porterebbero a un legame di dipendenza troppo stretto.
I titoli degli anni settanta e ottanta sono generalmente sviluppi dell’una o dell’altra tendenza o commistioni di entrambi. In questi trova spazio la cowgirl postmoderna, dedita alla pratica ascetica del controllo dei propri sentimenti, disposta a dare agli altri pochissimo amore e preparata a riceverne poco.
“Per amore o per denaro”: La cultura della freddezza e lo spirito commerciale della vita intima
I manuali femminili moderni improntati sulla cultura della freddezza recano in sé un paradosso che ne ricorda un altro, più indietro nel tempo.
Nell’Etica protestante e lo spirito del capitalismo Weber delinea il percorso attraverso cui le idee religiose vennero adattate a un contesto materiale, ossia quando l’etica protestante uscì dalla gabbia e divenne parte integrante del capitalismo.
Possiamo avanzare l’ipotesi che un altro sistema di convinzioni stia saltando un altro steccato: che il femminismo stia diventando fautore di uno spirito commerciale della vita intima.
Lo sviluppo del capitalismo fu favorito da un insieme di fattori:
- il declino del feudalesimo
- la crescita dei nuclei urbani
- l’ascesa della classe media;
Analogamente un insieme di condizioni favorisce oggi il nascere dello spirito commerciale della vita intima: l’indebolimento dell’istituzione familiare e della chiesa e il rarefarsi della vita comunitaria locale.
- L’attivismo;
- il valore del lavorare duro e puntare in alto;
- il desiderio di farcela;
- di salvarsi;
- di vincere.
Tutto ciò che i vecchi capitalisti mettevano in gioco nella situazione instabile del mercato viene convertito dai manuali femminili moderni in consigli per le donne che cercano l’amore nel rapido evolversi del costume sociale del corteggiamento.
Tale paradigma porta con sé un certo modo di rapportarsi agli altri, un modo distaccato ed egoista che riempie gli spazi vuoti dell’interiorità.
“Per amore o per denaro”: L’obiettivo dei “manuali moderni” per la donna del XXI secolo
I manuali moderni offrono come ideale un’individualità ben difesa contro tutto ciò che può ferire.
In “Donne che amano troppo” di Robin Norwood, il lavoro emotivo che ha valore è quello orientato a dominare la paura, la vulnerabilità e il desiderio di ricevere conforto. L’io ideale non ha bisogno di molto, e quel poco che gli serve può ottenerlo da sé.
Accanto a questo io deturpato c’è un’idea analoga del tu. In molti manuali freddi l’obiettivo dell’autore è prepararci alla relazione con un prossimo che non ha bisogno di cure e che non si curerà di noi.
Un libro come “Donne che amano troppo” parla di terapia, ma il processo di guarigione viene sottratto dall’ambito normale della famiglia e dei legami. Le donne descritte vivono senza supporto affettivo.
La terapia è confinata a professionisti pagati. Nelle sue storie non si guarisce con l’amore. Siamo così di fronte a un impoverimento del concetto di amicizia e amore – ci resta un amore leggero, inconsistente.
I libri moderni freddi valorizzano questo alleggerimento dei legami affettivi.
Lo spirito commerciale dell’amore
Ora, abbiamo delineato il quadro che ci permette di comprendere al meglio l’idea di uno spirito commerciale, di una strumentalizzazione del concetto di amore.
Il declino del patriarcato non ha eliminato il tipo di agire strumentale, lo ha solo dotato di una veste più commerciale. I protagonisti delle storie ci dicono di smettere di recitare, di dare valore alla sincerità.
Ma il più delle volte la sincerità non è che il riconoscere le strumentalizzazioni che si mettono in atto. Norwood, ad esempio, spiega come cercarsi un compagno con meno esigenze.
Proprio come le eroine di Orgoglio e pregiudizio valutavano il conto in banca e il rango sociale dei loro pretendenti, così Norwood invita a considerare il capitale psicologico di un uomo. Il suo intento è un invito al distacco.
Ciascuno dei manuali freddi e moderni offre una versione diversa della cultura commerciale, in alcuni domina il tema della produzione, in altri quello del consumo.
In “Having in all” di Helen Gurley Brown sono presenti entrambi. L’argomento è la produzione di un corpo che possa poi venire offerto come merce: l’autrice propone una politica di investimento sulla propria identità corporea.
Brown aiuta le donne a fare pubblicità a sé stesse in un mercato variegato.
In “Donne che amano troppo”, Norwood si concentra maggiormente sul tema del consumo, spiegano alle donne come spendere il loro potenziale affettivo nel mercato delle relazioni (non sprecare il tuo amore in un investimento sbagliato).
Assimilare le regole degli uomini riciclando regole dell’uomo borghese degli anni 50 (convincendosi progressiste e anticomformiste)
Lo spirito commerciale della vita intima è indissolubilmente legato a una seconda tendenza culturale: l’assimilazione da parte delle donne delle regole maschili per la vita sentimentale.
Infatti nelle pubblicazioni di auto-aiuto i riferimenti al progresso, alla lotta, all’indipendenza e alla parità richiamano i concetti chiave del femminismo.
Molti rappresentano le donne nel ruolo di vittime che devono liberarsi da una situazione oppressiva nel lavoro e nella vita sentimentale. Eppure, molti di questi libri riciclano regole che erano proprie del maschio borghese medio degli anni Cinquanta. Tale tendenza comporta che le donne vengano incoraggiate ad essere più fredde, mentre non è richiesto agli uomini di diventare più cali affettivamente.
A tal proposito, nel saggio “The second shift”, la Hochschild sostiene che la famiglia americana è oggi sottoposta allo sforzo di frenare una rivoluzione dei sessi temporaneamente in stallo.
L’afflusso della gran parte della popolazione femminile nel mondo del lavoro retribuito ha costituito una vera e propria rivoluzione, frenata però da un processo troppo lento di cambiamento della cultura maschile, dalla resistenza all’idea di condividere i lavori domestici e da orari di lavoro troppo rigidi.
Ma non è soltanto che gli uomini stanno cambiando troppo lentamente, c’è anche il fatto che le donne si stanno orientando della direzione opposta.
Invece di umanizzare gli uomini, stiamo capitalizzando le donne. In America abbiamo una percentuale di divorzi pari al 50%, ne segue che le giovani donne di oggi saranno le madri single di domani.
Alla luce di questo non è forse utile che le donne sappiano far fronte da sole alle loro necessità affettive?
Il Complesso di Cenerentola offre un’armatura psicologica difettosa, ma di questi tempi non è forse il caso di chiedersi se un’armatura difettosa possa comunque essere utile in un mondo freddo.
Dott. Niccolò Di Paolo
SUGGERIMENTI IN RELAZIONE ALL’ARTICOLO SUL libro “per amore o per denaro”
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