L’uomo occidentale, imboccando l’autostrada della scienza, ha troppo facilmente dimenticato i sentieri della sua vecchia saggezza
Secondo la filosofia taoista l’essere vivente, nella totalità dei suoi aspetti, rappresenta un componente dell’universo, completamente integrato in esso. Il termine “Tao”, ovvero “la Via dell’Armonia”, spiega infatti come il benessere globale di ogni essere vivente non sia altro che il suo tentativo di creare un’armonica continuità tra la natura che lo circonda, il cosiddetto “macrocosmo”, e il proprio essere, il “microcosmo”.
Questa visione unitaria, nella cultura occidentale sembra mancare, perché in essa è prevalso un modello di razionalità analitica: siamo abituati a “prenderci cura” della nostra individualità, preoccupandoci, per la maggior parte delle volte, quasi esclusivamente del nostro ego.
Eppure ciò che potremmo sforzarci di capire è che la visione orientale di ben-essere non pretende in alcun modo di ignorare l’unicità dell’individuo, ma considera indispensabile l’integrazione ai massimi livelli fra questo e l’ambiente che lo circonda.
A tal proposito gli antichi maestri taoisti hanno fin da sempre vissuto e insegnato la prospettiva dello Yin, ossia un atteggiamento morbido, umile e non aggressivo verso la propria vita e la natura.
Perciò, se la più grande lezione ci arrivasse dalla natura stessa? Gli alberi, ad esempio, sono organismi che si sostengono a vicenda, uniti dalle loro radici con le quali si scambiano informazioni, nutrono gli alberi appena nati e sostengono quelli più deboli, con un continuo mutuo appoggio.
La natura ha infatti una propria armonia, un equilibrio dinamico e cosmico del quale anche noi facciamo parte.
Bisognerebbe dunque imparare a non interferire con questo equilibrio e a coglierne invece il metodo, conformandosi ad esso per ricongiungerci così alla nostra originale “Via dell’Armonia”.
E a te, è mai capitato di camminare in un bosco e sentirti parte integrante di esso?
Dottoressa Giulia Anastasio