Prova a calmarti! Quando la rabbia, forse, devi solo esprimerla

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La rabbia è un’emozione primordiale di base che, avendo una funzione difensiva, è biologicamente adattiva. Capire come esprimere la propria emotività e trovarle un posto nella vita quotidiana è spesso uno degli interrogativi più irrisolti tra gli adolescenti.

Leggiamo un articolo in cerca di risposte o per trovare le domande giuste da porsi.

cos’è la gestione emotiva?

In ambito psicologico e non solo si parla spesso di gestione emotiva. Essa è la capacità di riconoscere, individuare e rispondere alle emozioni. L’ identificazione emotiva inizia già dalla prima infanzia, quando i bambini usano il pianto e la frustrazione per rispondere ai bisogni primari oppure manifestano gioia ad un sorriso sociale. Crescendo le abilità si evolvono arrivando alla regolazione emotiva, la capacità di modulare le emozioni in base al contesto e alla situazione.

la rabbia: un’emozione difficile da gestire

Si arriva ad una valenza diversa nell’adolescenza grazie all’affermazione dei valori personali, alla differenziazione dalla famiglia d’origine e alla socialità tra pari. Una delle emozioni che diventa più difficile da gestire è la rabbia: un’emozione primordiale di base che, avendo una funzione difensiva, è biologicamente adattiva. Quando crea sofferenza individuale può diventare disadattiva, perchè compromette le relazioni sociali e spinge a compiere azioni dannose.

“Qualcuno che non riesce a capire, che hai voglia di urlare più che di parlare.”

riconoscere la rabbia e non soffocarla

J-ax, in un suo famoso testo “Via di qua”, usa la sua abilissima penna per aiutare a riconoscere i vissuti di rabbia, non soffocarli, ma esprimerli. Quante frasi sentiamo ripetere dai coetanei o dai genitori quando si prova rabbia: “Cerca di calmarti”, “Prova a respirare”, “Non ti arrabbiare”. Queste poche parole, anche se usate per il conforto, possono soffocare l’emozione e provocare malessere. Senza lasciare che la rabbia prenda il comando con azioni aggressive, è importante cercare un posto per stare nel presente, capire cosa ha attivato la rabbia e lasciare che si esprima. Le modalità di espressione sono individuali e personali per ciascuno: urlare, fare sport, scrivere, ascoltare una canzone che combacia con il proprio stato d’animo.

esprimere la rabbia nelle relazioni interpersonali

È di fondamentale importanza esprimere la rabbia anche nei vissuti relazionali. Una comunicazione efficace può aiutare a parlare di rabbia. Sembra così banale e scontato ma raramente si riesce ad esprimere chiaramente la rabbia in una chiacchierata tra amici.

“QUANDO TI STANCHI D’ODIARE CAPISCI CHE PERDONARE È LA COSA CHE TI DIFENDE.”

Si tende a nasconderla in stati di Instagram o con lunghi silenzi assordanti. Manifestare direttamente la situazione di disagio e difficoltà rende la relazione vera e pronta alla comprensione, all’ascolto ed eventualmente anche al perdono.

la bellezza di imparare dal proprio vissuto

“Spesso viviamo rinchiusi nel nostro passato dimenticandoci il presente. Certi errori li rifarò ancora, questo è il bello di crescere. Ma forse è quello che mi serve.”

I vissuti di rabbia in età adolescenziale, a volte, sono ricordati come errori perché possono aver ferito persone o aver determinato un’azione negativa. La rabbia è però espressione di ciò che più ferisce, compromette e causa difficoltà. È la bellezza della crescita: imparare da un percorso di vita ad esprimere, regolare. Perché quello che conosciamo può diventare una risorsa. La rabbia che abbiamo vissuto è schedata nella nostra memoria e, se adeguatamente accettata, ci permette di vivere il presente.

Dott.ssa Martina Bacciotti, Psicologa dello sviluppo

Suggerimenti di lettura in merito all’articolo sulla rabbia

Se ti è piaciuta la mia rubrica, ti consiglio di leggere uno dei miei ultimi articoli, che tratta le sfumature dell’età adolescenziale. Ho scritto alcuni articoli sulle canzoni pop: uno su “Buon viaggio” di Cesare Cremonini, uno su “L’estate addosso” di Jovanotti e uno su “Zitti e Buoni” dei Maneskin e l’ultimo su “Laurea ad honorem” di Marrakesch e Calcutta.

Se invece sei proprio appassionato di questi argomenti di suggerisco di dare un’occhiata al mio libro: Disney e la psicologia dello sviluppo

About Martina Bacciotti

Dott.ssa Martina Bacciotti, 27 anni, Psicologa. Frequenta l’Università degli studi di Firenze, facoltà di Psicologia. Nel 2017 consegue il titolo di laurea triennale in Scienze e tecniche psicologiche. Continuando gli studi magistrali, il 16 luglio 2019 ottiene il titolo di laurea specialistica in Psicologia del ciclo di vita e dei contesti con votazione 110/110. Iscritta all’Albo degli Psicologi della Toscana n°9393
Formazione di specializzazione presso AOU Meyer di Firenze, ASL 10 Toscana Centro Salute Mentale Infanzia Adolescenza.
Coordinatrice di casetta, psicologa, presso Dynamo Camp Onlus.
Corso di Perfezionamento Universitario in Psicologia Perinatale.
Master di II livello in Psicologia Pediatrica, LUMSA Roma in collaborazione con Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
Psicologia degli Apprendimenti presso Anastasis.

Attività privata in tre studi professionali dove svolge la pratica clinica con bambini, adolescenti, coppie, famiglie e adulti.
Terzo anno di specializzazione in Psicoterapia Sistemico Relazionale, CSAPR Prato.