Public Speaking

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“Se fallisci la preparazione, ti prepari a fallire”

A distanza di una settimana penso sia doveroso riportare qui su “gnōthi seautón” se io stia mantenendo la promessa fatta una settimana fa.

Ebbene strano a dirsi mi sono già mosso in questa direzione e tra meno di un mese avrò la possibilità di tenere un corso di formazione a 10/15 persone su un argomento che a me sta molto a cuore: come imparare a parlare in pubblico.

Ovviamente sfrutterò l’occasione per veicolare quei messaggi di cui ti parlavo la scorsa settimana, cercando di imparare dai miei errori (la responsabilità è sempre di chi comunica).

Oggi ho iniziato a buttare giù le basi del corso ed è stato emozionante. Un po’ come quando scrivi un articolo su un blog 😉 : all’inizio vorresti dire tutto quello che ti passa per la testa, poi però devi scremare ed essere il più semplice possibile affinché il tuo messaggio sia efficacie.

Per un corso è esattamente la stessa cosa: inizialmente si fa un Brain Storming su tutto quello che è inerente al soggetto, in un secondo momento si decide quali punti sono coerenti al filo conduttore che si vuole seguire e successivamente si ordinano a seconda di quanto tempo si ha a disposizione e a quali persone si hanno davanti.

Infine si prova! allo specchio, con un amico, con il partner. Si prova 20mila volte (cercando di ricordarsi tutto quello che hai imparato a quel corso di Public tanti e tanti anni fa) Sì perché prima di insegnare il Public Speaking devi ESSERE un Public Speaker.

Quello che mi prefiggo da questa esperienza è che le persone con cui mi confronterò tornino a casa con il messaggio del buon vecchio Beniamino citato in cima, ovvero che qualsiasi cosa tu faccia necessita di una preparazione ASSOLUTAMENTE NON ACCESSORIA.

Come non ci si improvvisa medici, infermieri, scienziati nucleari, biologi o chimici molecolari, così non ci si improvvisa in un lavoro, in un dialogo chiarificatore con quell’amico che non senti da 10 anni, in un appuntamento fuori o in una partita di calcetto.

“Eh ma a me piace essere spontaneo!” potrebbe dire qualcuno…Certo! preparazione e spontaneità vanno di pari passo!

Il buon vecchio Leonardo diceva: “Impara tutte le tecniche del pianeta, poi siediti di fronte ad una tela e dimenticatele”.

Avere una preparazione mentale non significa perdere la spontaneità, significa piuttosto far sì che quel messaggio o azione spontanea si realizzi veramente e che non muoia con il primo riferimento negativo.

 

Oggi concludo con una canzone, come i miei primi articoli. La dedico alla mia amica Cristina che ieri si è laureata con 110 e lore (con menzione) in Medicina e Chirurgia!

 

“Stare insieme a te

è stata una partita

Va bene hai vinto tu

E tutto il resto è vita

Ma se penso che l’amore

è darsi tutto dal profondo

In questa nostra storia

Sono io che vado a fondo

Ci vorrebbe un amico

Per poterti dimenticare

Ci vorrebbe un amico per dimenticare il male

 

Ci vorrebbe un amico

Qui per sempre al mio fianco

Ci vorrebbe un amico nel dolore e nel rimpianto

Amore amore illogico

Amore disperato

Lo vedi sto piangendo

Ma io ti ho perdonato

E se amor che nulla ho amato

Amore amore mio perdona

In questa notte fredda

Mi basta una parola

Ci vorrebbe un amico

Per poterti dimenticare

Ci vorrebbe un amico per dimenticare il male

Ci vorrebbe un amico

Qui per sempre al mio fianco

Ci vorrebbe un amico nel dolore e nel rimpianto

 

Ci vorrebbe un amico

Per poterti dimenticare

Ci vorrebbe un amico per dimenticare tutto il male

Ci vorrebbe un amico

Qui per sempre al mio fianco

Ci vorrebbe un amico nel dolore e nel rimpianto

Vivere con te

è stata una partita

Il gioco è stato duro

Comunque sia finita

Ma sarà la notte magica

O forse l’emozione

Io mi ritrovo solo

Davanti al tuo portone…”

 

A prestissimo!

Niccolò Di Paolo

foto made by djake08 https://www.instagram.com/djake08/