Saffo, l’amore lesbico e l’importanza della memoria.

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Avete mai sentito parlare di “amore saffico”? In caso di risposta negativa, chiarisco il concetto: non è altro che l’amore tra due donne, detto comunemente “lesbico”.

“L’amore prescinde dal sesso, e la memoria prescinde da ogni circostanza e costrizione”

Sia “saffico” che “lesbico” sono termini che derivano dalla protagonista dell’articolo di oggi: la poetessa, pensatrice e filosofa Saffo, nata sull’isola greca di Lesbo!

Saffo, Poetessa greca che insegnava l’amore lesbico

Saffo aveva una scuola esclusivamente femminile, nella quale insegnava alle sue studentesse il culto dell’amore legato alla dea Afrodite e le seguiva nel percorso di preparazione al matrimonio attraverso lezioni di filosofia, musica, buone maniere e poesia.

Varie dicerie – e anche appunti delle sue studentesse – sostengono che oltre a queste materie teoriche, Saffo preparasse anche nella “pratica” le ragazze, insegnando loro come realizzare l’atto sessuale vero e proprio, facendo esercitare con lei le sue allieve.

L’esperienza omosessuale era una sorta di esercizio per prepararsi all’esperienza eterosessuale.

Non abbiamo sufficienti informazioni per poter affermare tutto ciò con certezza, ma ci rimangono comunque i numerosi scritti di Saffo.

L’erotismo nell’amore lesbico

Nelle sue opere Saffo descrive in maniera decisamente fisica ed erotica il suo rapporto con le allieve.

Saffo parla molto del dolore che prova nel momento in cui il loro percorso viene terminato.

Qua entra in gioco l’importanza della memoria.

Centrale nella riflessione filosofica saffica, la memoria acquista importanza e viene “indagata” come mezzo capace di mantenere una propria identità, delle proprie emozioni e pensieri, vivi nella propria intimità, senza perdere per questo di concretezza.

L’importanza data da Saffo al tema della memoria acquista tanto più potere, quanto meno le donne greche ne avevano in quel periodo storico.

Nel 600 a.C. circa, in una società androcentrica in cui le donne erano solo accessori, l’unica cosa personale e intoccata della donna infatti era solo la loro memoria, la coscienza del ricordo e la libertà di esprimersi e ribellarsi.

Sia concettualmente che sessualmente, perlomeno attraverso esso.

Dottoressa Olga Serantoni

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