La svastika è un antico e importante simbolo religioso dell’Induismo, che nulla ha a che fare con il nazismo e l’utilizzo passato di tale simbolo da parte di questo regime è stato assolutamente improprio” Gran Rabbinato d’Israele e l’Hindu Dharma Acharya Sabha
Il termine svastica deriva dal nome sanscrito maschile svastika, composto dal prefisso “sv-” che sta per “bene”, e da “asti”, coniugazione del verbo essere; svasti significa perciò “stare bene”. Il suffisso “-ka” è un diminutivo e dà al termine il significato di “piccola cosa che porta benessere”.
Come ben sappiamo, il sanscrito è una delle lingue più antiche appartenenti alla famiglia delle lingue indoeuropee. L’etimologia della parola dunque ci suggerisce molto sia sulle origini che sul significato di tale simbolo, che nella cultura occidentale è stato purtroppo brutalmente macchiato.
Senza prescindere dalla storia e dal contesto occidentale che ci caratterizzano, vorrei comunque dar modo a tutti coloro che se lo concederanno di scavalcare il pregiudizio per scoprire le vere radici di un simbolo così socialmente proibito.
Sembra che la svastica fosse un simbolo augurale, che rappresentava l’unione tra gli dèi e i pianeti, utilizzato nell’antica Mesopotamia (attuale Iran). Successivamente esso è stato ripreso da moltissime religioni, soprattutto orientali. Ad esempio nello Giainismo i quattro bracci della svastica rappresentano i piani dell’esistenza: mondo degli dei, mondo dell’uomo, mondo animale, e mondo degli inferi.
Nell’Induismo invece ha mantenuto l’originario significato benaugurale, sebbene sia anche un simbolo religioso; esso si può trovare molto spesso sulle porte dei templi e come immagine ornamentale di abiti e oggetti di culto. Infine nel Buddismo la svastica indica il Sole, l’infinito, l’eternità e la si ritrova spesso impressa sul cuore delle statue del Buddha.
Secondo te, possiamo definire mala-informazione il considerare la svastica un simbolo soltanto strettamente nazista?
Dottoressa Giulia Anastasio