Trasferirsi in un paese: cosa sapere prima di prendere questa scelta

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Trasferirsi in un paese affascina sempre più persone in cerca di un cambiamento di vita.

L’idea di abbandonare la frenesia della città e immergersi in un ambiente più rurale e autentico sta prendendo sempre più piede. Può sembrare audace, ma per molti rappresenta un’opportunità di riscoperta e di connessione profonda con la natura e con sé stessi.

Vivere in un borgo paese, per cambiare vita

Tornare a vivere nei paesi è uno degli argomenti su cui si discute negli ultimi anni. Abitare a contatto con la natura e in contesti silenziosi può migliorare la qualità della vita. Trasferirsi in un paese non è semplice. Una volta individuato il paese è bene informarvi sui pro e i contro.

L’interesse per i piccoli borghi è cresciuto durante la pandemia da Covid-19. A causa delle limitazioni agli spostamenti dovute alla crisi sanitaria, molte persone hanno valutato la scelta di trasferirsi in un paese.

Abitare in un paese che si spopola

In Italia il 30% del territorio è da considerarsi area interna. In queste aree vivono circa 13 milioni di abitanti, dove i presidi di cittadinanza non sono sempre garantiti. Le caratteristiche orografiche del territorio e la distribuzione dei paesi, rendono questi luoghi difficili da raggiungere. La viabilità interna non gode di una buona manutenzione e molti servizi pubblici di prima necessità sono stati smantellati. La trasformazione economica italiana avvenuta intorno agli anni Cinquanta ha incentivato ad abbandonare le provincie e promosso il trasferimento verso i centri di produzione urbani, in funzione di una progressiva industrializzazione. Questo fenomeno prende il nome di Miracolo Italiano.

Molte delle attività locali legate all’artigianato, all’agricoltura alla pastorizia sono andate perdute. Attività economiche che hanno reso forti interi territori e definito il Made in Italy sono scomparse. Chi vive in un luogo marginale è gravato da molte spese e si fa carico della mancanza dei servizi di prima necessità. Tra questi ricordiamo l’assenza di presidi medici, poste, farmacie, scuole, mezzi di trasporto pubblici, pompe di benzina, negozi, spazi ricreativi, negozi.

Cosa è la Great Resignation

In questi mesi abbiamo assistito alla Great Resignation,  il licenziamento di massa volontario dal proprio impiego. La scelta di un cambio radicale di vita non si è espressa solo nel valutare una nuova residenza, ma anche nel riformulare lo stile di vita lavorativo. Questa “grande dimissione” ha diverse motivazioni, tra le più importanti quella di investire sulla qualità della vita lavorativa e la qualità della vita privata. Nel post-pandemia è emersa una nuova consapevolezza, quella di mettere al primo posto la crescita personale e l’autorealizzazione. Chi non si riconosce più nei valori aziendali e nella scarsa flessibilità degli impieghi è in cerca di una vita lenta lontano dalla frenesia delle grandi città. 

Trasferirsi nei paesi/borghi: come fare

La vita nei piccoli centri è molto diversa da quella che si conduce in città. Nei paesi l’età media della popolazione è alta. La maggior parte degli abitanti sono anziani, questo vuol dire che se cerchi una comunità di persone giovani o scuole aperte è bene informarsi sui presidi rimasti attivi.

Prima di trasferirsi in un paese è opportuno frequentare il paese e prendere in affitto una casa per valutare le effettive condizioni di vita.

Mollare tutto e cambiare vita

Trasferirsi nei borghi per cambiare vita vuol dire: scegliere con consapevolezza, informarsi e confrontarsi con chi ha fatto questa scelta. L’antropologia è una delle discipline che si è occupata di contesti in trasformazione. Le economie dei paesi in spopolamento in Italia sono legate a pratiche residuali e in disuso come la pastorizia o l’agricoltura.

Solo in pochi casi la persistenza nel territorio di imprese agricole e zootecniche si sono trasformate in aziende solide. Impiantare la propria attività nel dopo pandemia in aree marginali è un’impresa difficile ma non è impossibile. 

Cosa sapere prima di trasferirsi in un paese

Prima di trasferire la vostra residenza in un paese vi consigliamo di fare un sopralluogo e una ricognizione dei servizi pubblici attivi. E’ fondamentale informarsi sugli operatori telefonici che coprono la zona. Se non possedete un mezzo di trasporto privato chiedete informazioni sulla mobilità pubblica ed eventuali stazioni dei treni vicine. Molti negozi nei paesi non ci sono, probabilmente avrete bisogno di fare acquisti on line e riceverli a casa.

Consultate i siti dei più importanti gestori dei servizi di spedizione che sapranno indicarvi i tempi effettivi di arrivo della posta. La possibilità di usufruire dei servizi on line, se si sceglie di vivere in un paese, in alcuni casi è preferibile. Come puoi immaginare probabilmente anche i servizi bancari e postali dovranno essere effettuati on line. Per abitare in contesti marginali si ha bisogno di preparazione.

Nei paesi di spende poco, falso

A differenza di quello che si dice, la vita nei paesi non è sempre economica. La mancanza dei servizi pubblici tra cui i trasporti, le scuole, i presidi medici, infrastrutture, poste ricade tra le spese di chi abita. Paradossalmente la vita in città potrebbe costare di meno. La mancanza di negozi e di approvvigionamento dei beni come per esempio una banale lampadina potrebbe non essere semplice. Le spese di riscaldamento incidono sul budget familiare.

Così come la necessità di acquistare una macchina adeguata, per esempio un fuori strada, se si abita in montagna. Se il vostro lavoro vi permette di lavorare da remoto e la zona gode di una buona copertura telefonica potete valutare se lavorare da casa.

Incentivi borghi italiani

Le agevolazioni per trasferirsi in un paese sono a volte degli spot pubblicitari che le piccole amministrazioni mettono in atto per attrarre nuovi residenti. Se siete interessati ad usufruirne informatevi sulle condizioni di riscossione di eventuali bonus per andare a vivere nei paesi. Potete usufruire di contributi a fondo perduto, ma prima di trasferirvi e prendere questa decisione bisogna valutare la capacità di produrre reddito in un luogo isolato.

Valutare la possibilità effettiva di trasferire il proprio impiego in un luogo diverso da una città, ed eventualmente lavorare da remoto. La garanzia del reddito è fondamentale per rimanere a vivere nei paesi. E’ importante informarsi bene, e valutare attentamente i bandi ai quali si accede.

Se pensi che scelta di cambiare vita e trasferirti può renderti felice e abiti in Emilia Romagna, puoi usufruire dei contributi a fondo perduto rivolti a giovani coppie e nuclei familiari per comprare casa o per chi sceglie di trasferirsi in aree appenniniche della Regione Emilia-Romagna.

Molti expat italiani si stanno interessando all’idea di trasferirsi in Sardegna grazie a questo bando che da la possiblità di vivere in un’isola.

trasferirsi in un paese: Urbex nei borghi fantasma

L’Urbex cioè l’esplorazione urbana consiste nell’esplorazione di ambienti in disuso o abbandonati. Viene praticata come hobby servendosi della fotografia come forma documentaria. L’Urbex è un’esplorazione che si effettua sotto forma di infiltrazione in abitazioni o dimore private che può sfociare nell’illegalità.

È una pratica che vi raccontiamo ma vi invitiamo a non fare perché oltre che essere molto pericolosa, probabilmente le case individuate come abbandonate potrebbero essere private. Entrare a casa degli altri è un reato penale che prende il nome di violazione di domicilio. Allo stesso modo è illegale entrare nelle zone transennate individuate come “zone rosse”. Per esempio alcuni centri storici di paesi colpiti da terremoti.

Le aree interne proprio perché remote non hanno sempre una buona copertura telefonica e in caso di emergenza potreste trovarvi isolati. La cartografia dell’Italia minore non è aggiornata, quindi procedete sempre su tracciati noti e segnati dal Cai. Affidatevi a una documentazione cartografica che abbia delle referenze. Tragedie in montagna e durante le escursioni sono all’ordine del giorno. 

Se vi interessa l’argomento, tuttavia, ho scritto in merito un articolo su i paesi abbandonati.

Cosa leggere prima di trasferirsi in un paese

I paesi invisibili. Manifesto sentimentale e politico per salvare i borghi d’Italia, edito dal Saggiatore è uno dei testi più aggiornati sulla vita effettiva dei paesi e dei borghi. Sulle prospettive di insediamento ed economiche, che mette in risalto diversi aspetti dell’abitare i paesi. E’ un libro rivolto ai giovani che scelgono di rimanere e a chi sceglie di trasferirsi in cerca di una migliore qualità della vita.

Vivere il luogo, creare relazioni stabili con chi lo abita, sporcarsi le mani, esporsi in prima persona“. (Italia che Cambia)

È questo il metodo di lavoro che mi ha spinto a scriverlo diventando un vero e proprio manifesto per chi vive nei paesi ma anche per chi lavora per renderli più vivibili. E’ un libro rivolto ai paesani e a chi sta pensando di trasferirsi.

Quel che resta, di Vito Teti edizioni Donzelli, indaga il territorio calabrese raccontandolo attraverso la lente dell’antropologia. Il professore Vito Teti è un antropologo che ci conduce attraverso una lunga indagine sul campo allo studio dei paesi che stanno per scomparire. Una ricerca profonda e monumentale che ha dato valore alla disciplina.

Il video sulla restanza: il paese interiore

Se siete arrivati fin qui a leggere su come trasferirvi in un borgo, ho il piacere di donarvi un video: Il paese interiore realizzato da Luca Calvetta e Massimiliano Curcio, voce narrante di Ascanio Celestini, liberamente ispirato alla vita e alle opere di Vito Teti. Un documentario sul desiderio di salvare la grazia, di chi abita e si prende cura dei paesi.

LGBTQI+ e vita nei paesi

Vivere nei paesi non è semplice. Ogni paese ha le sue regole, la sua morale e i suoi codici di riferimento. I paesi si fondano prevalentemente su gruppi familiari che da sempre riproducono schemi di appartenenza legati alla precisione dei ruoli maschili e femminili. Nei paesi si vive una realtà sociale profondamente binaria.

La tradizione gioca ancora un ruolo fondamentale. Essere gay, lesbica o non binari, nei paesi non è semplice. Molti dei paesi marginali, appunto perché contesti paludati non sono luoghi sicuri e aperti alle diverse sfumature del genere. Fare coming out potrebbe stravolgere le relazioni che hai instaurato soprattutto con le generazioni più anziane. Il paese potrebbe non essere un luogo sicuro. Come ci ricorda questa testimonianza raccolta dal Corriere.

Me ne sono andato perché non riuscivo più a mentire e speravo di trovare una vita nuova, di crearmene una nuova, di incontrare persone differenti da quelle che avevo incontrato, e con una visione più simile alla mia”. (Pasquale)

Prima di trasferirti in un piccolo centro ti consigliamo di informarti bene e di valutare attentamente il grado di maturazione culturale registrato. Nelle grandi città il grado di incidenza dell’omo-transfobia è minore di quella dei piccoli centri. Su Cronache di ordinaria omofobia trovi una preziosa mappa. Se vuoi segnalare un episodio di violenza puoi farlo qui. Se sei una vittima o sei a conoscenza di un episodio di violenza e vuoi aiutare ad aumentare la consapevolezza puoi rivolgerti ad associazioni di supporto.

Nonostante le nuove generazioni siano più libere, possono esserci delle difficoltà nei paesi sulla possibilità di vivere il proprio orientamento sessuale . Un libro che vi consiglio è La Mostruositrans di Filomena Filo Sottile per edizioni Eris. Filo Sottile è un’autrice, punkastorie di provincia, attivista no Tav, attivista trans, scrittrice e teatrante. Vi consigliamo di ascoltare Speciale punk: Storie e canzoni dal margine dei generi, per una visione più consapevole sui margini e il corpo.

Festival nei borghi

I festival nei borghi sono alcuni degli eventi che attraggono nuovi visitatori nei paesi. Artisti, teatranti, scrittori hanno scelto di trasferirsi nei paesi ed eleggere la propria residenza in provincia. Uno dei motivi è la possibilità di potersi impegnare in progetti culturali di valorizzazione del territorio. Le suggestioni del paesaggio, la storia locale, gli spazi in disuso messi a disposizione dalle amministrazione e lo studio messo in campo da giovani artisti crea occasioni di crescita culturale per la comunità.

I paesi sono luoghi di altissima cultura. In estate i borghi si trasformano in spazi di condivisione per l’arte, la musica e i festival. Grazie a numerosi bandi culturali alcuni borghi hanno un palinsesto culturale estivo che attrae numerosi turisti. Alcuni eventi hanno un impatto effimero, altri invece sono costruiti con la comunità e migliorano il welfare culturale.

«Bisognerebbe lavorare sull’immaginario scaturito dallo studio delle aree interne e analizzare ciò che le nuove generazioni stanno mettendo in atto, ricostruendo lo spazio e il linguaggio della democrazia, dei saperi e dell’arte, perché è da quello che si può ripartire». (Anna Rizzo)

trasferirsi in un paese e Vivere nelle aree montane

Contribuirai al ripopolamento? Vivere nelle aree montane è una scelta da fare in maniera consapevole. Il progressivo disinteresse istituzionale e la mancanza di sostengo economico alle piccole amministrazioni ha determinato nel lungo periodo un esodo verso le città. Vivere in montagna potrebbe essere una scelta abitativa legata al tempo libero o il domicilio di una seconda casa. Trasferirsi e impiantare una propria attività in un territorio che non si conosce può crearvi delle criticità. Per questo motivo vi suggeriamo di frequentare nei week end o durante l’anno il paese. Magari prendendo in affitto una casa e valutando in base alla vostra esperienza le effettive condizioni che esige il trasferimento.

On line leggerete diverse esperienze di successo, storie esemplari di chi ce l’ha fatta o di chi dopo anni di carriera manageriale sceglie la vita in campagna. Non paragonate la vostra esperienza a quella degli altri. Sono casi molto rari che non rappresentano un paradigma. Il sistema delle disuguaglianze, nei paesi marginali aumenta il divario sociale e la possibilità di insuccesso. Non basta l’intraprendenza o l’idea vincente, né avere una buona sicurezza economica. I paesi sono piccoli gruppi chiusi di persone, e ogni paese ha le sue regole. Appunto perché legati a sistemi culturali rurali sono comunità che molto lentamente si aprono al cambiamento. Uno dei motivi che spinge molti giovani a trasferirsi altrove per studiare e lavorare è la mancanza di opportunità lavorative, la privacy e il controllo sociale, così come la mancanza di un approvigionamento culturale.

Molte persone, tra cui giovani residenti hanno scelto di migrare verso le città. Molti di loro a malincuore avrebbe preferito rimanere in paese, ma le difficoltà di trovare lavoro o di realizzarsi li ha obbligati ad andare altrove. Le memorie individuali e le storie di vita di chi abita questi luoghi sono preziose. Potete farne tesoro anche per capire se ci sono economie residuali che in base alle vostre competenze possono riattivarsi. Informarsi e documentarsi prima di cambiare vita è fondamentale. 

Anna Rizzo, antropologa

SUGGERIMENTI DI LETTURA IN MERITO ALL’ARTICOLO ”Trasferirsi in un paese: cosa sapere”

Se ti è piaciuto questo articolo in cui ti suggerisco la lettura di alcuni libri, ti consiglio di leggere altri articoli che ho scritto per la rubrica Antropologia, ad esempio quello sul ruolo della scrittura per l’antropologo o quello dei criteri e metodi della ricerca sul campo e 10 libri sull’antropologia e l’archeologia che dovresti leggere prima di partire per una missione di ricerca.

Attraverso la mia rubrica Antropologia condivido i miei approfondimenti sui metodi di ricerca, sulle sfide etiche e sulle emozioni che accompagnano il lavoro sul campo, invitandovi a scoprire le peculiarità della cultura nell’entroterra e cercando di spronarvi a riflettere sui processi di cambiamento che le società stanno vivendo in questo periodo storico.