Molte persone lavorano sempre più duramente e per molte ore al giorno, senza neanche rendersi conto di quanto questo possa essere dannoso per la loro salute mentale e fisica.
In questo articolo, esploreremo il fenomeno del workaholism o dipendenza dal lavoro, i segni che indicano che potresti essere un “lavoratore compulsivo” e come affrontare questo problema.
Se lavori tanto o conosci qualcuno che lo fa, questo articolo potrebbe essere un’illuminazione per capire meglio come gestire il lavoro senza compromettere la tua vita privata e la tua salute.

Winston Churchill e lo stacanovismo
Qualche tempo fa ho guardato, devo dire in modo sempre più appassionato, la serie televisiva “The Crown” – La Corona. E’ una serie incentrata sulla vita della Regina Elisabetta, dalla sua infanzia fino ai giorni nei quali si è distinta come instancabile Regina D’Inghilterra. Guardando episodio dopo episodio mi sono incuriosita di alcuni personaggi, in particolare di Winston Churchill. Ho così iniziato a fare qualche ricerca, ad approfondire il suo personaggio ed il suo operato.
La scoperta è stata particolare: pare che Churchill soffrisse di una depressione paralizzante, che lui chiamava il suo “cane nero” e che lo faceva vivere con l’ossessivo pensiero di poter porre fine alla sua vita (una volta addirittura disse al suo medico: “Non mi piace stare sulla fiancata di una nave e guardare in basso verso nell’acqua. Un gesto di un secondo metterebbe fine a tutto”).
Winston Churchill però, nonostante – o a causa? – questa condizione, fu un Primo Ministro estremamente attivo, operativo e produttivo. Come può essere possibile, vi chiederete, che una persona profondamente depressa possa lavorare così tanto ed essere così efficiente?
Alcuni studiosi sono arrivati a sostenere che lo stacanovismo di Churchill era estremamente legato alle sue più profonde sofferenze. Si distraeva dai suoi pensieri ossessivi con il lavoro. Se questa interpretazione vi appare esagerata, sappiate che oggi i ricercatori hanno scoperto che il workaholism, o dipendenza dal lavoro, è comune, e nasce (molte volte) in risposta a un disagio interiore.

una nuova dipendenza: il workaholism
La dipendenza dal lavoro, che oggi non si chiama più semplicemente stacanovismo – e che prima degli anni ‘70 poteva anche avere un’accezione positiva – è definita un disturbo ossessivo-compulsivo. E’ un comportamento patologico di una persona troppo dedicata al lavoro e che pone in secondo piano la sua vita sociale e familiare sino a causare danni a se stessa, al coniuge, ai figli.
Purtroppo, sappiamo bene come funzionano le dipendenze. E sappiamo anche che queste nascono spesso da comportamenti reiterati di un individuo verso qualcosa che, in un preciso momento della sua vita, lo aiuta nel non pensare ad altre problematiche. Nel 2018 alcuni ricercatori hanno analizzato un decennio di dati e hanno scritto sulla rivista Depression and Anxiety che molte persone con un disturbo d’ansia e/o con un disturbo dell’umore si “curano” da sole usando alcol o droghe. Chi ricorre a questa modalità, viene da sé, ha molte più probabilità di sviluppare una dipendenza da sostanze.
Ad oggi ci sono studi che riferiscono che alcune persone “curano” i loro problemi emotivi anche con il lavoro. Da qui nasce la dipendenza dal lavoro. Come hanno scritto gli autori di uno studio pubblicato nel 2016 sulla rivista scientifica Plos One, “il Workaholism (in alcuni casi) si sviluppa come tentativo di ridurre i sentimenti di ansia e depressione”.
Un forte problema che incita il workaholism e che deriva dalla nostra società attuale, dal nostro sistema socio-politico, è come vengono viste le tante ore di lavoro. A nessuno verrebbe in mente di dire: “Accipicchia, hai bevuto una bottiglia di gin in una notte? Sei proprio un bevitore straordinario”. Ma se si arriva a lavorare 16 o più ore al giorno probabilmente la persona sarà promossa e verrà elogiata.
Questa è una grossa problematica e, per quanto riguarda questo comportamento, i costi superano certamente i benefici. Il burnout, la depressione, lo stress lavorativo e il conflitto tra lavoro e vita privata peggioreranno. Peggiorando la qualità di vita della persona, dei suoi cari e della società.

tre buone pratiche
Voglio concludere questo articolo riportando tre pratiche che ho letto in qualche interessante paper per allontanarsi da questo circolo vizioso che è il workaholism e riprendere in mano la propria vita ed il proprio tempo.
- Programmate i vostri tempi morti. Di tempo libero, in ogni giornata, ce n’è. Programmarlo serve a non cadere nella noia – si, perché a quanto pare siamo al punto che se non lavoriamo ci annoiamo! – e quindi a riaprire il computer per controllare le e-mail.
- Continuando il punto prima, una seconda pratica potrebbe essere quella di staccarsi dalla tecnologia per un’ora al giorno. Certo, ad oggi pare una cosa surreale ma i benefici di questa pratica possono essere tanti!
- Programmate delle attività con i vostri cari per le giornate libere, per le serate o per gli altri momenti liberi. In questo modo avrete qualcosa da fare – che vi piace e vi soddisfa e che non rientra nella categoria “lavoro”!
Dott.ssa Alice Vignudini, psicologa del lavoro

suggerimenti di lettura in merito all’articolo sull’Workaholism
Se sei interessato a saperne di più sui temi che ho trattato nei miei articoli nella mia rubrica ”psicologia del lavoro”, ti invito a leggerli per approfondire la conoscenza su questi argomenti.
- Nel mio articolo “Indicatori chiave ed HR: come utilizzare i KPI in azienda per potenziare le Risorse Umane“, spiego come utilizzare i KPI per migliorare la gestione delle risorse umane.
- In “Il quiet quitting: la nuova filosofia a lavoro in controtendenza rispetto alla hustle culture” parla di un fenomeno emergente, ovvero l’abbandono silenzioso della cultura dello stacanovismo.
- Nel mio articolo “Workplace well-being o benessere aziendale: un vantaggio per aziende e lavoratori“, approfondisco l’importanza del benessere in azienda.
- “La leadership gentile: ecco gli strumenti del nuovo leader” parla dell’utilizzo della gentilezza nella leadership.
- Infine, in “Che cos’è Leadership Orizzontale? Ecco come creare un gruppo di leader” descrivo la leadership orizzontale e come può essere implementata in un gruppo di lavoro.
Spero che questi temi ti interessino e che tu abbia l’opportunità di leggerli e trarne beneficio. Questi sono solo acluni dei miei articoli della mia rubrica ”psicologia del lavoro”. Tuffatici dentro se sei del settore o se ti appassiona l’argomento. Buona lettura!