Il vero volto della storia: Maria Antonietta fu davvero la frivola ultima regina di Francia? Parte I

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Una delle sovrane più odiate e screditate della storia: Maria Antonia Giuseppa Giovanna d’Asburgo-Lorena, alias Maria Antonietta, regina consorte di Francia dal 1774 al 1792. In questa prima parte ripercorreremo la vita dell’ “odiata Austriaca” a partire dalla nascita fino ai primi anni alla corte di Versailles.

MARIA ANTONIETTA: UNA PESSIMA REGINA?

Della giovane regnante si è detto e scritto di tutto. Del suo vivere dissoluto, dei suoi sprechi, della sua superficialità ed insensibilità, del suo cinismo e perfino dei suoi presunti rapporti incestuosi. Ma quanto c’è di vero? È quello che cercheremo di scoprire con questo nostro viaggio nella Francia del XVIII secolo.

Francesi e regine straniere: un rapporto non proprio idilliaco

Prima di iniziare mi sembra giusto chiarire, fin da subito, che il popolo francese non ha mai particolarmente amato le mogli dei propri sovrani, specialmente quelle straniere. Infatti quando si studia la storia di Francia non è raro incappare in una regina, non francese di nascita, che viene descritta come diabolica, perfida o abile manipolatrice.

Effettivamente, tre delle sovrane meno apprezzate dal popolo transalpino erano straniere. Pensiamo alle italiane Caterina e Maria de’ Medici e la spagnola Anna d’Asburgo, madre del “Re Sole” Luigi XIV. Magari delle loro vicende ne potremo parlare meglio in un futuro articolo. Per il momento vi basti sapere che la storiografia francese tradizionale non è stata molto “clemente” con queste regine. Queste vengono etichettate come le peggiori sovrane della storia di Francia.

Tale “antipatia” quasi sicuramente fu causata e fomentata dalle origini non francesi delle regnanti. Complice di ciò vi fu anche la forte avversità nei confronti degli stranieri che, in generale, nel corso dei secoli si è spesso respirata in tutt’Europa.

MARIA ANTONIETTA: L’ODIATA AUSTRIACA

Non fece eccezione, naturalmente, l’ultima regina dell’ “Ancien Regime”. (espressione coniata durante la “Rivoluzione francese” che si riferisce alla monarchia di stampo assolutistico, terminata proprio grazie agli eventi rivoluzionari, in cui il potere risiedeva unicamente nelle mani del re).

Difatti, addirittura fin dai primi mesi a Versailles, Maria Antonietta veniva chiamata con tono dispregiativo “l’Austriaca”. Questo proprio a sottolineare le sue origini straniere e di conseguenza la sua estraneità dal mondo francese.

Tuttavia nel suo caso il popolo, a differenza dell’aristocrazia, l’accolse con pieno entusiasmo non appena fece la sua primissima apparizione pubblica ufficiale a Parigi, l’8 giugno 1773.

“…Tutta la strada che conduce a Versailles si trasforma in un’unica siepe umana, echeggiante saluti, sventolante fiori, cappelli, banderuole. In città le donne dei mercati, tutte in ghingheri, offrono primizie dell’anno, fiori e frutta, recitando formule di devozione. Come sarà diverso un giorno il loro saluto a Maria Antonietta.”

“Maria Antonietta-Una vita involontariamente eroica” (“Marie Antoinette-Bildnis eines mittleren Charaketers” di Stephan Sweig, 1932).

MARIA ANTONIETTA: DA VIENNA A VERSAILLES

L’infanzia felice e agiata di Maria Antonietta

Iniziamo dal principio. Maria Antonietta nacque a Vienna, allora capitale del Sacro Romano Impero, il 2 novembre 1755. I genitori furono gli imperatori Francesco I di Lorena e sua moglie, la celeberrima Maria Teresa d’Asburgo, ovvero una dei cosiddetti “despoti illuminati” del Settecento.

Penultima di ben sedici fratelli, la piccola Maria Antonia visse un’infanzia abbastanza felice, anche perché veniva accontentata in tutti i modi ed ogni suo capriccio veniva assecondato. Dunque non sorprende che, una volta cresciuta, la giovane donna fosse contraddistinta da un atteggiamento molto snob e viziato.

Ciò finì anche per influenzare la sua educazione che fu tutt’altro che completa. Infatti la sua istitutrice, la contessa Brandeiss, per compiacerla le faceva leggere pochi libri e le impartì solo lezioni di religione e di morale. Tant’è che a dodici anni la futura regina di Francia era a malapena in grado di scrivere e non sapeva parlare correttamente né in tedesco né tantomeno in francese, la lingua universale dell’epoca. In compenso conosceva molto bene l’italiano, in cui dialogava fluentemente grazie alle lezioni speciali del grande letterato romano, a servizio della corte asburgica, Pietro Metastasio (1698-1782). Inoltre imparò a suonare l’arpa e divenne una ballerina provetta. Un giorno però la sua fanciullezza spensierata finì di colpo.

UN MATRIMONIO ”PACIFICATORE”

Nel 1767 un’ormai vedova Maria Teresa decise di far sposare la sua penultimogenita con il “delfino” di Francia (titolo attribuito al principe ereditario del regno transalpino), il tredicenne Luigi Augusto di Borbone. L’unione doveva cimentare la neonata alleanza tra l’Austria e la Francia, Paesi storicamente sempre in contrasto, formatasi nel 1756 per tenere a bada la Prussia di Federico II di Hoenzollern, all’epoca astro nascente della politica europea.

Però, in seguito alla disastrosa sconfitta nella “Guerra dei Sette anni” (1756-1763) proprio contro Federico, in quell’occasione alleato della Gran Bretagna, tale coalizione cominciò a scricchiolare. Di conseguenza, come detto, per evitare una crisi diplomatica, Maria Teresa ed il re francese Luigi XV presero la decisione di unire le proprie casate con un matrimonio di convenienza.

Così il 16 maggio 1770 le due “vittime sacrificali” Maria Antonietta, di nemmeno quindici anni, e il poco più grande Luigi Augusto si sposarono con una solenne cerimonia a Versailles davanti alla corte francese e al popolo, invitato per l’occasione alla Reggia a festeggiare la gioia della famiglia reale.

Dopo cena avvenne la cerimonia del “coucher” (letteralmente “mettersi a letto”, ovvero la prima notte di nozze), a cui per etichetta doveva assistere l’intera corte. La coppia si infilò sotto le coperte e l’arcivescovo benedisse il talamo. Alla fine del rituale i novelli coniugi vennero lasciati soli, ma il matrimonio non venne consumato. Di questo, però, parleremo più tardi.

L’ ”ADDIO AI MONTI” DI MARIA

Ora, infatti, è meglio fare un piccolo passo all’indietro. Circa un mese prima della cerimonia in pompa magna a Versailles, il 19 aprile, le nozze furono celebrate per procura, quindi la giovane Maria Antonia d’Asburgo divenne ufficialmente “Marie-Antoinette, dauphine de France” (“Maria Antonietta, delfina di Francia”).

Due giorni dopo la fanciulla lasciò definitivamente la sua città natale e, due settimane più tardi, arrivò a Shuttern (località nell’odierna Germania), sulla riva del fiume Reno opposta a dove si trova la francese Strasburgo, ovvero dove era ubicato il confine tra il Sacro Romano Impero ed il Regno di Francia.

Qui avvenne la cosiddetta cerimonia della “remise” (“consegna”), durante la quale Maria Antonietta dovette spogliarsi dei propri abiti ed indossarne altri francesi; inoltre dovette dire addio a tutto ciò di austriaco che le apparteneva. Infine si congedò per sempre dal proprio seguito, per affidarsi completamente a quello inviato da Luigi XV, nonno del suo promesso (nonché totale sconosciuto) sposo.

IL DISAGIO DELLA ”NEO-DELFINA”

Questa piccola parentesi, che ho voluto aprire, vi potrà parere superflua, ma serve a farvi capire meglio il disagio di un’adolescente, che di colpo in bianco si è vista venir strappata da casa e famiglia e privata di tutto ciò che l’avrebbe potuta consolare, comprese le persone che l’hanno accudita fin da piccola, per iniziare una nuova vita in un Paese straniero, di cui praticamente non conosceva nulla. Celebre ed iconica, a tal proposito, è senza dubbio la frase che Maria Antonietta, appena giunta davanti al re, al delfino e al loro seguito, rivolse al primo ministro di Luigi XV il duca di Choiseul, il principale artefice del suo matrimonio con Luigi Augusto:

“Non mi scorderò mai che voi siete responsabile della mia felicità!”

Da queste parole, mascherate da un probabile sorriso di forzata cortesia, sembrerebbe trasparire un’ironia risentita, sintesi esaustiva dei sentimenti di una fanciulla costretta a diventar donna anzi tempo.

MARIA ANTONIETTA: I PRIMI ANNI A CORTE

I primi nemici de “l’Austriaca”

Appena sposata, Maria Antonietta dovette fin da subito affrontare un primo, e quasi insormontabile, ostacolo: l’avversione di gran parte della corte francese. Infatti, essendo Francia e Austria state acerrime nemiche per così tanto tempo prima della suddetta alleanza, a Versailles si respirava ancora un forte sentimento di inimicizia e antipatia nei confronti degli asburgici. Tant’è vero che lo stesso marito di Maria, Luigi Augusto, era stato educato fin da piccolo ad odiare l’Austria.

Quindi, come detto, parecchi nobili iniziarono a chiamare con sprezzo la giovane delfina “l’Austriaca”. I suoi stessi parenti acquisiti, come le zie paterne di Luigi, che in teoria avrebbero dovuto accoglierla e proteggerla dagli asti del resto della corte, la denigravano alle sue spalle.

Ciò portò Maria Antonia a sentirsi sempre più sola e abbandonata. A fare i conti con tale sentimento antiaustriaco fu anche l’ “entourage” della delfina, che veniva costantemente bersagliato da ogni tipo di insulto e maldicenza.

La complicata etichetta di Versailles

Un’altra grandissima difficoltà per Maria era rappresentata dalla complicata e al quanto rigida etichetta di corte di Versailles. Effettivamente, rispetto alla maggioranza delle altre corti europee, quella francese era sempre stata, o almeno dal Rinascimento in poi, molto elegante e raffinata.

A proposito di ciò, alcuni ritengono che tale metamorfosi d’eleganza sia dovuta, in parte, alle novità nella vita di palazzo che introdusse l’italiana Caterina de’ Medici nella seconda metà del Cinquecento. Comunque sia, tornando alla nostra protagonista, la corte di Versailles, raffinatezza a parte, era contraddistinta da una miriade di regole e convenzioni, che finirono per far impazzire la povera delfina.

A preoccuparsi che il comportamento di Maria Antonietta fosse sempre impeccabile ed appropriato era Anne Claudine Louise d’Arpajon. Si tratta della contessa de Noailles e già prima dama d’onore della defunta regina Maria Leszczyńska, moglie di Luigi XV e nonna di Luigi Augusto.

Anne d’Arpajon era talmente rigida e severa, che la delfina, per prenderla in giro, la soprannominò “Madame Etiquette” (“Signora Etichetta”). Le restrizioni che subì Maria Antonietta erano tantissime. Questo specialmente se si pensa che per tutta l’infanzia aveva vissuto in piena libertà, ottenendo facilmente ogni oggetto del proprio desiderio.

MARIA ANTONIETTA VS MADAME DU BARRY: SCONTRO TRA DONNE DI CORTE

La “padrona” di Versailles

Un anno prima del matrimonio fra Maria Antonietta e Luigi Augusto, per essere precisi il 22 aprile 1769, venne presentata ufficialmente a corte Marie-Jeanne Bécu, contessa du Barry. Quest’ultima era un’ex commessa di boutique che, nel giro di poco tempo, divenne la nuova “maîtresse-en-titre” (letteralmente “amante ufficiale” o, se preferite, “favorita”) di Luigi XV. Fu lei a riempire il vuoto lasciato dalla morte della celeberrima Marchesa de Pompadour, avvenuta nel 1764. Era appena iniziata l’era di Madame du Barry, che de facto avrebbe detenuto il potere indiscusso a Versailles fino alla morte di re Luigi, nel 1774.

LO SCONTRO CON MARIA ANTONIETTA

Ogni volta che si parla della Du Barry non si può non menzionare del suo scontro con l’allora novella delfina, Maria Antonietta. Già dal suo arrivo a Versailles, infatti, la fanciulla iniziò a provare una forte antipatia nei confronti della favorita reale. Questo anche perché era molto prevenuta nei confronti di una donna che, a suo parere, aveva scalato la “piramide sociale” con metodi alquanto discutibili.

Inoltre sia le figlie di Luigi XV, ovvero le sue zie acquisite, che il Primo ministro, avversario politico della Du Barry, non facevano altro che aizzare Maria Antonietta contro la potente contessa. Ben presto si arrivò allo scontro vero e proprio. Infatti Maria Antonietta si rifiutò di rivolgere la parola all’amante del Re, negandole persino il saluto. Ciò non fece altro che indispettire Luigi XV e gran parte della corte.

Per risolvere la situazione ed evitare una crisi di rapporti tra le due monarchie, Maria Teresa in persona scrisse alla figlia, imponendole di assumere un atteggiamento più diplomatico nei confronti di Madame du Barry.

“Mancare di riguardi ad una persona che il re ha messo in un dato posto, vuol dire mancare a lui medesimo” (Maria Teresa a Maria Antonietta, in una lettera del 1771)

E così, costretta dalle circostanze, la delfina riconobbe “la propria sconfitta” in questo duello al femminile. Rivolse alla Du Barry, in occasione del Capodanno 1772, addirittura un’intera frase!!!

Il y a bien du monde aujourd’hui à Versailles” (“Ci sono molte persone oggi a Versailles”)

Ciò si dovrebbe intendere in senso dispregiativo, ovvero come se fosse un velato insulto nei confronti della favorita del re. Insomma, era un modo più elegante per dire “Oggi a Versailles fanno entrare cani e porci”. In ogni caso, però, parlare con la Du Barry significò per Maria cedere alle pressioni sociali e abbandonare le proprie convinzioni, dandola vinta alla scaltra avversaria.

MARIA ANTONIETTA E I PROBLEMI DI COPPIA CON LUIGI AUGUSTO

L’ATTESO EREDE NON ARRIVA

Tuttavia, oltre alle varie “scaramucce” di corte, Maria Antonietta aveva un problema molto più grave da affrontare. Come ben sapete in passato il primo dovere di una donna era di generare dei figli, così da garantire un erede al marito.

Il matrimonio tra Maria e Luigi, però, tardava a dare i frutti sperati: dopo tra anni ancora nessun erede. Quindi la posizione della delfina a Versailles andava sempre più a complicarsi. Se da una parte, difatti, la giovane austriaca non era molto gradita a corte per le sue origini e per il proprio carattere “snob”, adesso si aggiungevano a rincarare la dose anche le sue “mancanze” ai doveri coniugali.

Tutti, e dico proprio tutti, assillavano la povera fanciulla e la riempivano di consigli, anzi di ordini, su come poter meglio “servire” tra le lenzuola il nobile coniuge. Vi lascio immaginare come una ragazza di neanche diciott’anni si potesse sentire inadeguata, non amata e completamente sola in un momento del genere.

I PROBLEMINI DI LUIGI AUGUSTO

Bisogna dire che, come per altri “problemini di letto” nel corso della storia, la “colpa” non era esattamente solo della sposa. Infatti, pare che il giovane Luigi Augusto non fosse molto portato ad avere rapporti intimi con la sua novella coniuge.

Presto cominciarono a girare molte voci sulla presunta incapacità sessuale del delfino. Per molto tempo la versione ufficiale fu che il futuro sovrano soffrisse di una fimosi (diffuso restringimento dell’orifizio prepuziale). In seguito venne risolta grazie ad un piccolo intervento. Ma in realtà pare che questa fosse una bufala.

La verità infatti è molto più semplice, anche se forse un po’ imbarazzante: Luigi non sapeva come fare correttamente l’amore. Per risolvere l’ “intoppo” coniugale, su ordine di Maria Teresa, dovette intervenire suo figlio l’imperatore d’Austria Giuseppe II d’Asburgo, nonché fratello maggiore di Maria Antonietta. 

Dopo aver spiegato al giovane delfino come svolgere al meglio il proprio “dovere”, Giuseppe scrisse alla propria madre confortandola sul fatto che presto la Francia avrebbe avuto un erede.

Effettivamente, nel giro di qualche anno, Maria Antonietta partorì ben quattro figli. Due maschi e due femmine, che però, come vedremo, non ebbero una vita facile.

Cesare Vicoli

SUGGERIMENTI DI LETTURA

Per oggi ci fermiamo qui, ma restate “sintonizzati” per continuare ad esplorare la tragica vita dell’ultima regina di Francia. Inoltre, se ti è piaciuto l’articolo, ti suggerisco di dare un’occhiata alla mia rubrica di storia.