La metafora del Naufragio di Epicuro parla della felicità strettamente legata alla capacità di mantenere una “distanza di sicurezza mentale”: un’ imperturbabile serenità di fronte ad ogni tipo di evento.

“Bello, quando sul mare si scontrano i venti, e la cupa vastità delle acque si turba, guardare da terra il naufragio lontano: non ti rallegra lo spettacolo dell’altrui rovina, ma la distanza da una simile sorte.”
La metafora del naufragio di Epicuro secondo Lucrezio
Il poeta latino Lucrezio apre così il secondo libro del “De rerum natura” (“Sulla natura delle cose”), ispirato alla metafora del naufragio ideata da Epicuro. Secondo questo filosofo, lo spettatore che guarda una tempesta marittima dalla terraferma prova una sorta di “piacere”, legato alla distanza di sicurezza alla quale si trova, rispetto alla tempesta.
Un po’ come godere nel guardare un film horror: ti senti bene perchè sai di non essere veramente lì.

La metafora del naufragio di epicuro
A chi non è capitato di sentirsi coccolato dal calore della propria casa? Magari in inverno, guardando piovere fuori, mentre però si è all’asciutto sul proprio divano con una tazza di tè?
Secondo Epicuro questo stato d’animo di “imperturbabile serenità” è tipico del saggio. Questi riesce a mantenere un distacco tra la propria condizione e quella di ciò che lo circonda, mantenendo stabile il proprio stato d’animo.
A colpo d’occhio potrebbe sembrare un atteggiamento egoista, infatti queste affermazioni non sono state prive di critiche. Tuttavia il filosofo replica che il suo fine è auspicare una vita “serena”, e ciò non sarebbe possibile caricandosi sulle proprie spalle i mali del mondo.
Fuor di metafora la “terraferma” rappresenterebbe la conoscenza filosofica e la conseguente pace interiore che il possederla genera.
La tempesta marittima, invece, ritrarrebbe il costante flusso di nascita/morte – pace/guerra che avviene nel mondo.

Attenzione però
Questo spettacolo non viene mai considerato “gradevole”, ad essere considerata piacevole è semplicemente “la distanza di sicurezza” dell’osservatore.
E la chiave per raggiungere questo stato di imperturbabilità, secondo Epicuro, non è altro che la riflessione filosofica, capace di rafforzare l’animo e condurlo verso la serenità.

Professoressa Olga Serantoni
Se ti è piaciuto l’argomento ti suggerisco di leggere il mio articolo “Il vino e gli antichi greci: la funzione del simposio e Platone“